Dove può arrivare questo Cesena?

Primo in classifica. Vabbè, seppur in condominio con altre sette squadre. Ma pur sempre primo, eh. Con quattro punti in saccoccia. In riva al Savio, il rimpianto per la vittoria sfumata in extremis con la scorbutica Virtus Entella, è ancora alle stelle. Epperò, al di là di questo, tutta la Romagna che parla bianco e nero non può che essere soddisfatta dello start di campionato confezionato da Ciofi & Friends. Anche perché, prima dell’incolore ed anonimo pareggio casalingo arrivato con i liguri, al debutto il Cesena era andato a fare la voce grossa (diciamo pure grossissima) a Pescara. Riuscendo a sfoderare pure ampi sprazzi di bel calcio. Poi vabbè, lo sapete meglio di me. Pescara e Virtus Entella sono solo due neopromosse. Le big sono un’altra cosa. E la Serie B è un campionato lungo e bastardo. Un campionato dove basta un alito di vento per far mutare completamente gli scenari. Ecco perché, presumibilmente, il vero potenziale della truppa di mister Mignani lo conosceremo soltanto fra 49 giorni. Massì, tra 49 giorni. Il 25 ottobre. Al termine di quel periodo di fuoco – maledetto calendario! – che dopo la sosta per le nazionali riserverà al Cesena appena due partite interne (Palermo e Reggiana) e ben cinque gare da giocarsi lontano dalle mura amiche (Sampdoria, Venezia, Frosinone, Spezia e Südtirol). Ecco, facciamo due conti: se il Cesena uscirà bene (diciamo pure dignitosamente) da queste complicatissime sette partite, diciamo con ulteriori 11-12 punti in cassaforte, allora sì che nella Terra del Liscio e della Piadina si potrà cominciare a sognare ad occhi aperti un campionato di fascia alta. E, magari, pure quella Serie A che da queste parti manca dall’anno del Signore duemilaquindici. Altrimenti, nella Romagna che parla bianco e nero, sarà meglio tornare a concentrarsi solo ed esclusivamente su una ‘semplice’ salvezza. Salvezza che, non scordiamocelo mai, resta il vero imperativo di questo Cesena al gusto di spending review.