Qui Cesena, a te Houston

Agognata da molti, detestata da altri, la seconda sosta stagionale del campionato cadetto si è portata dietro (anche) tante scorie da smaltire. Tanti dubbi da decifrare. Tante paure da scacciare. Ed allora, se si prova ad analizzare le ultime due apparizioni del Cesena, bisogna ritirare fuori un vecchio aforisma partorito dal mitico Julio Velasco: ‘Chi vince festeggia, chi perde spiega’. Ecco, per l’appunto: chi perde spiega. Come spiegare allora le ultime due brutte battute d’arresto rimediate dal Cavalluccio con Frosinone e Reggiana? Beh, innanzitutto bisogna partire dagli attaccanti. Attaccanti che, negli ultimi 180' di gioco, hanno sprecato diverse succosissime palle gol. Certificando una lacuna strutturale che, in riva al Savio, sta togliendo il sonno a parecchia gente: in campo, dietro la scrivania e pure nei covi bianconeri. Una lacuna strutturale che la scorsa estate, nonostante gli allarmi lanciati da Mignani dopo i primi test, non è stata (colpevolmente) colmata dal club. Al momento il bomber principe del Cesena, ovvero Shpendi, sta annaspando in un buco nero di una crisi che non sembra avere immediate vie d’uscite. La speranza di tutti dunque è quella che l’italo-albanese possa tornare al più presto – magari già a La Spezia, fra 8 giorni alla riprese delle ostilità – quello della prima parte della scorsa stagione. Così magari da poter (anche) trascinare in un vortice positivo pure gli altri suoi compagni di reparto. Compagni di reparto che, Blesa a parte, sinora hanno fatto rima con nebulosa. Con flop. Con film horror. Ma se il Cesena, dopo il suo start da urlo (11 punti raccolti nelle prime 5 uscite, con un calendario tutto tranne che agevole), ha perso con Frosinone e Reggiana, la colpa è anche della fase difensiva bianconera. I freddi numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni: il Cesena, nelle ultime due uscite, ha incassato ben cinque gol. Alcuni dei quali a dir poco evitabili. Tale problema, però, arriva da lontano. Già nelle prime 5 giornate, ovvero con Ciofi e compagnia bella che viaggiavano ancora a ritmi altissimi, il Cesena aveva subito sempre un gol a partita. Il rapporto totale tra tiri verso la propria porta concessi agli avversari (21) e i gol subiti (10) in questo già robusto avvio di campionato è da allarme rosso. E chissà – sto riflettendo a voce alta, eh – cosa sarebbe successo se a difendere i pali del Cavalluccio non ci fosse stato il sinora ottimo Klinsmann (al momento assieme a Berti e a Ciervo l’unica vera certezza di questo Cesena double-face) ma un portiere ‘normale’. Chissà. A completare le spiegazioni legate all’ultimo doppio tonfo dei bianconeri ci sono poi altri quattro fattori: gli acciacchi fisici accusati recentemente da Bisoli Junior (attenzione! Il figlio del Bisolone - giocatore preziosissimo, oserei dire fondamentale - non dovrebbe farcela nemmeno per la trasferta del Picco…), le ‘solite’ abominevoli follie di Adamo (l’esterno campano pare avere già le pile scariche), la ‘solita’ scarsa reattività sui cambi (e nella lettura dei turni infrasettimanali) di mister Mignani, la sfortuna. Ecco sì, pure la sfortuna: perché se a Frosinone il Cesena è stato letteralmente asfaltato dai padroni di casa, con la Reggiana invece Francesconi & Friends almeno un punticino l’avrebbero meritato. Qui da Cesena per ora è tutto. La linea può passare ad Houston. Con la speranza che gran parte dei problemi accusati recentemente dai romagnoli possano essere risolti a stretto giro di posta. Dopo la sosta. Magari già nel Golfo dei Poeti. Magari.