Lacrimogeni, botte, Daspo: la (rovente) ripartenza del Cesena

Il Cavalluccio ‘targato’ Mignani è primo (seppur in condominio) in Serie B. Esattamente sette anni fa ad Avezzano invece…
16.09.2025 00:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Lacrimogeni, botte, Daspo: la (rovente) ripartenza del Cesena

Dalle pacche sulle spalle alle manganellate. Dai baci ai lacrimogeni. Dagli abbracci alla guerriglia urbana. Dai selfie ai vandalismi. Ma, soprattutto, dal dolce purgatorio della cadetteria al terrificante inferno dei dilettanti. E tutto questo in appena 121 giorni. Centoventuno giorni. Centoventuno giorni al gusto (anche) di ansia. Di angoscia. Di paura. Di disperazione. Di sgomento. Di fallimento. Di dubbi. Di incertezze. Di perplessità. Di rinascita. Ecco sì, di rinascita. Una rinascita bianconera che, per l’appunto quattro mesi dopo quell’1-0 casalingo arpionato con la Cremonese che aveva sancito (solo sul campo) la salvezza in Serie B del Cesena di Castori, si consumò ufficialmente quel ‘famoso’ 16 settembre 2018. Allo Stadio dei Marsi di Avezzano. In una domenica pomeriggio che, gol e invasioni di campo a parte, come menù di giornata prevedeva pure botte da orbi in città, lesioni personali e Daspo. ‘Benvenuti in Serie D’, urlavano quel giorno gli ultras di casa agli oltre 700 tifosi del Cavalluccio scesi in Abruzzo per quella partita al sapore di ripartenza. Una ripartenza che alla fine, oltre che a regalare al Cesena di Angelini i suoi primi sudatissimi tre punti stagionali (1-2 il risultato finale, decisivo il gol siglato da Tortori al 94'), fece subito capire alla Romagna che parla bianco e nero che la strada per l’immediato ritorno tra i prof – a differenza di quello che pensavano scioccamente certi ottimisti ad oltranza, compreso un ‘certo’ Flavio Bertozzi – tutto era tranne che in discesa. Non per niente, appena dieci giorni dopo quel debutto, Ricciardo & Soci furono sconfitti nientepopodimeno che dal Matelica. Ma questa è tutta un’altra storia. Una pazza storia (anche) al gusto di impianti sportivi sperduti nel nulla, di disorganizzazione allo stato puro, di derby da sagra paesana, di toilette da film horror, di bar improvvisati dentro a delle utilitarie, di cavalcavia trasformati in curva, di giocatori a dir poco pittoreschi, di presidenti simpatici come una merda di alano, di mediocrità a 360 gradi. Una storia che comunque, inutile ricordarvelo, ha poi avuto un lieto fine. Per la cronaca il 5 maggio 2019. In quel di Giulianova. Una Storia che poi è stata immediatamente soppiantata da altre storie. Da storie sempre tinte di bianco e nero, ovviamente. Da storie a dir poco tragiche (do you remember Matelica 2021, Monopoli 2022 e Lecco 2023?). Da storie a dir poco fantastiche (che festa con Toscano nel 2024!). Da storie che devono ancora essere scritte totalmente, o quasi. Storie, ad esempio, legate al campionato cadetto in corso. Un campionato che, dopo tre giornate, vede il Cesena di Mignani primo in classifica con 7 punti in cascina. In condominio assieme al superfavorito Palermo, al Modena e al Frosinone. Primo in Serie B sette anni dopo quella ‘famosa’ ripartenza di Avezzano. Primo, eh. PRIMO. Non era una cosa affatto scontata. Anche se ti ‘chiami’ Cesena.