Severi ha smesso di scrivere e il Cesena di Mignani è tornato a vincere

1. Questa rubrica nasce auspicando di durare il meno possibile, facendo temporaneamente le veci di quella che si spera torni al proprio posto il prima possibile.
2. Questa rubrica è dichiaratamente sin da subito una copia sbiadita. Magari ci sarà un flebile effetto novità all’inizio ma presto vi renderete conto che, rispetto all’originale, non ha lo stesso mordente. Se non altro, leggendola, avrete modo di rivalutare in positivo l’altra. “Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno”.
3. Ora però parliamo della partita: abbiamo vinto quindi va tutto bene.
4. La facilità disarmante con cui Lapadula ha bucato Klinsmann faceva presagire al peggio. Solito errore, per giunta in avvio. Gol preso da rimessa laterale, come a Frosinone. Un cross sul secondo palo che non viene letto dalla linea predisposta da Mignani. Cambiano gli interpreti (Donnarumma non c’è più, Celia è ben impacchettato in panchina) ma lo sbaglio è lo stesso da un campionato e un terzo. È forse il caso che Mignani si faccia qualche domanda.
5. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare: ha ragione anche Mignani. In conferenza dice “il calcio non è un gioco dove sei solo contro te stesso ma c’è sempre un avversario di mezzo”. È andata proprio così: oggi lo Spezia ha fatto decisamente più schifo del Cesena.
6. Il Cesena ha avuto un approccio dimenticabile in avvio e anche ad inizio ripresa è stato troppo timido. Sia nel lato A che nel lato B del match i bianconeri sono riusciti ad emergere alla distanza, ma questo è un lusso che ti puoi permettere solo quando giochi contro squadre in crisi di identità.
7. Il Cesena sa rendersi pericoloso su calcio da fermo e sa come attaccare a campo aperto. Diventa invece molto più sterile e prevedibile quando l’altra squadra è schierata a dovere. Altro aspetto su cui occorre fare profonde riflessioni.
8. Niente da dire oggi sull’arbitro? Calzavara della sezione di Varese è stato a dir poco indecente, concedendo di tutto e di più ai liguri mentre quando erano gli ospiti a sfiorare il giocatore più mediaticamente protetto di tutta la serie B, Salvatore Esposito, ogni contatto era un fallo a prescindere. La distribuzione delle ammonizioni è alquanto eloquente.
9. Eppure oggi non abbiamo di che lagnarci. Segno che anche due settimane fa, con la Reggiana, c’era poco di che lamentarsi per il rosso sventolato da Fabbri in faccia a Bastoni. Mignani e i suoi uomini, ma anche Fusco, devono imparare ad essere più inclini all’autocritica che non alla lamentela al primo episodio che va di traverso.
10. Ok, va bene. È stato detto in incipit e viene ora ribadito: è meglio la rubrica originale. Quindi vi invitiamo a leggere l’opinione di Stefano Severi. Che non significa per forza condividerla o avallarla. Solo che valga la pena leggerla in un pianeta, quello bianconero, sempre più votato all’appiattimento e alla mancanza di spunti, per l’appunto. Dove se sei una voce fuori dal coro vieni attaccato anche per il solo semplice fatto di non esserti omologato.
A questo link trovate i 10 (s)punti