Oddi: “A Cesena ho fatto l’affare della vita”

Uno scudetto con la Lazio nel 1973 e poi 256 presenze con il Cesena dal 1975 al 1983. È Giancarlo Oddi, oggi allenatore al Fontenuova (Eccellenza Lazio). Il Resto del Carlino lo ha sentito nei panni di doppio ex in vista del prossimo Lazio-Cesena.
E’ vero che non voleva venire a Cesena?
«Due anni prima avevo rifiutato la Juve pur di stare alla Lazio, così quando mi proposero di venire in Romagna, protestai. Costretto accettai, ho fatto l’affare della vita. A Cesena sono stato benissimo, ho trovato moglie. La vidi in piazza, al bar da Italo. Ci siamo piaciuti subito io e Maria, anche se ci siamo sposati solo sette anni fa. Ho l’obiettivo di tornare a viverci anche se è difficile perché a Roma ho i figli, tanti amici, parenti. Però chissà, fra qualche anno».
Diventò anche conduttore televisivo uno dei primissimi calciatori a farlo.
«Erano nate da poco le televisioni libere. Un amico che lavorava a Tele Sei Adriatica mi propose di condurre una trasmissione sul Cesena. Erano gli anni della mia seconda serie A, dall’81 all’83. Fu un grande successo e mi sono pure divertito anche se non ho mai visto il becco di un quattrino».
Erano tempi in cui a Roma si chiedevano dove fosse Cesena, una realtà impostata su grandi personaggi .
«Bei tempi, si era giovani e molto scapestrati. Facevamo impazzire i dirigenti. Ma era bello così, era un calcio con altri valori e tanta allegria Ho un ottimo ricordo di tutti, in particolare dei Lugaresi, del conte Rognoni, Dino Manuzzi, Renato Lucchi. Emilio Bonci balbettava, lo invitavo alle mie trasmissioni e non veniva mai. Una sera venne e non si inceppò un secondo, fece un figurone. A fine trasmissione mi disse che se pensava così sarebbe venuto prima; impiegò un quarto d’ora, era tornata la balbuzie. E’ stato un grande amico, quando vengo a Cesena vado spesso a trovarlo al cimitero».
Del suo collega Bisoli che dice?
«Come allenatore non lo conosco, quando ero secondo alla Lazio mi mandarono a Cagliari a vederlo giocare, interessava. Poi non se ne fece nulla».