Il Cesena ha davvero centrato i suoi obiettivi stagionali?

Va bene così. Massì, va bene (anche) così. Perché se è vero – evviva la banalità! – che la palla è rotonda e che i play-off sono una pazza roulette dove può succedere tutto e il contrario di tutto, è anche vero che questo Cesena gonfio di lacune (più o meno) strutturali più di così non poteva proprio fare. Vabbè, è chiaro: se fosse finito nel sacco quel maledetto rigore tirato dal povero Shpendi (e/o magari quella malefica conclusione di Adamo…) ora probabilmente saremmo qui a parlare di altro. Di ben altro, eh. Però – preparatevi che sto per servirvi un’altra ‘prelibatissima’ gemma al gusto di ovvietà – nel calcio come nella vita non si va avanti né con i se né con i ma. Dunque tanto vale mettersi il cuore definitivamente in pace. Ringraziare la squadra bianconera (ma pure Mignani e Artico) per l’impegno profuso in questi ultimi nove mesi. Applaudire il Vertice a stelle e strisce che, anche la scorsa estate, ha speso tanti bei dollaroni. E cominciare sin da ora a programmare il futuro bianconero. Futuro bianconero che, come vi avevo già anticipato in tempi non sospetti, farà rima con rivoluzione. O con qualcosa di molto simile. Anche se poi, a conti fatti, dallo scorso 18 agosto sino a ieri pomeriggio la matricola Cesena sul campo si è comportata – tra alti e bassi, tra discese ardite e risalite – più che dignitosamente. Più che decorosamente. Diciamo pure egregiamente, eh. Riuscendo a salvarsi in carrozza e a strappare in extremis pure un prezioso pass per i play-off. Ma allora dove sta l’inghippo? E perché mai questo Cesena ha bisogno di una mezza rivoluzione? Seguitemi un attimo che provo a spiegarvelo. “Salvezza a parte la scorsa estate eravamo partiti con due obiettivi ben precisi – ha dichiarato Fabio Artico giovedì scorso in conferenza stampa – Ovvero valorizzare i nostri giovani e creare basi solide per il futuro…”. Ecco, per l’appunto. Ripartiamo da qui. Se è innegabile che gli Americani sono mediamente contenti per i risultati sportivi raggiunti dalla truppa di Mignani in questa stagione, allo stesso tempo è palese che Melby & Company accusano più o meno velatamente lo stesso Artico di non aver centrato (o di aver centrato in minima parte) gli obiettivi extra-campo. Anche perché, al momento, in casa Cesena ci sono soltanto tre giocatori che - se venduti - sarebbero in grado di garantire al cassiere bianconero una robusta plusvalenza (il ‘vecchio’ Klinsmann, il baby Francesconi e il ‘deprezzatissimo’ Shpendi). Anche perché, chi afferma che questo Cesena negli ultimi nove mesi ha creato le basi solide per un futuro migliore, o mente sapendo di mentire. O è un pazzo. O è il procuratore di Celia (o di Bastoni, o di Calò). Oppure è Artico stesso.
PS 1: Quelli che… cosa sono quelle facce tristi? Siamo pur sempre usciti dai play-off a testa alta
PS 2: Quelli che… i play-off? Sì – citazione califanesca – d’accordo. Ma poi?