Il Sindaco: “Schachner, il mio mito da ragazzino”

Oggi alle 17,80, presso l'Aula magna di Psicologia, Walter Schachner parteciperà all'incontro con la nostra città organizzato dall'Associazione "Cesena per sempre". Si tratta di un grande evento di sport ma, per quelli della mia generazione, anche di un grande evento di memoria collettiva. Per tanti di noi (sicuramente per chi all'inizio degli Anni '80 del secolo scorso viaggiava tra i 10 ed i 20 anni) Schachner è l'attaccante titolare di qualunque formazione All Stars passata, presente e futura. Eccone il motivo.
Al suo arrivo a Cesena il Guerin Sportivo lo definì "Il nuovo re di Romagna, il Passatore degli anni Ottanta" ed in effetti approdò in una squadra che, grazie soprattutto ai suoi gol (9 su 28 apparizioni) al termine della stagione 1981-1982, riuscì a salvarsi alla grande. Nel campionato successivo scese in campo 30 volte e si fermò a 8 gol, che però non bastarono ad evitare l'amara discesa in B. In totale quindi realizzò 17 gol (obiettivamente, non tanti), ma sufficienti a fame un mito. Perché? Ma perché accese la fantasia di tutti noi, con le sue sgroppate, con il tentativo ostentato della giocata di forza, impossibile, coraggiosa! In sintesi, divenne il più romagnolo dei centravanti stranieri, interpretando al meglio ciò che siamo: forza, capacità di improvvisare, coraggio.
Ognuno di noi ha un gol che non dimentica: per chi è nato a Napoli si tratta di un lampo di Maradona; per chi è brasiliano di uno di Pelè; per chi vive a Barcellona probabilmente si tratta di un'impresa di Messi. Il mio (e, credo, anche quello di tanti altri) è uno dei due che Schachner segnò alla Juventus il 28 gennaio 1983.
Lo ricordo come fosse oggi: giornata freddissima; stadio "La Fiorita" strapieno; stretto in un angolo della gradinata, in piedi naturalmente, in compagnia dell'immancabile Filippo. Entrano in campo le squadre. Brio, il fisicatissimo ed altissimo stopper della Juve sfida il freddo (ed anche noi), indossando una maglia a maniche corte. Ad un certo punto Schachner prende palla e parte a modo suo. Brio prova in tutti i modi a fermarlo (e "tutti i modi" di Brio significava molto, poiché a quell'epoca a lui ed alla Juventus molto era consentito). Non ci riesce. L'azione sembra infinita ed invece dura un pugno di secondi: alla fine Walter Schachner realizza un gol strepitoso. Lo stadio viene giù (per anni ho pensato che, in effetti, quei tubi Innocenti e quei gradoni di legno fossero solidissimi, se avevano retto ai salti di gioia di quel pomeriggio). Urla, abbracci durati minuti e... pelle d'oca tutte le volte che penso a quell'azione. La stessa pelle d'oca che assale ogni tifoso non più giovanissimo che, entrando negli spogliatoi odierni del Cesena, si trova di fronte la foto a tutta parete di quell'azione.
Oggi premierò Schachner da Sindaco e ne sarò orgoglioso. Ma il Paolo Lucchi veramente felice sarà quello che, stringendogli la mano, ritroverà quella pelle d'oca che dura da oltre 30 anni. Che poi questo evento di emozione collettiva si concretizzi, dopo anni, grazie al lavoro di Roberto Checchia e Giampiero Ceccarelli, a me pare un segno di quella concretezza e di quella voglia positiva di fare che, non ho dubbi, domani alle 18 ritroveremo allo stadio durante Cesena-Inter. Ma sono scaramantico e non aggiungo altro...
Paolo Lucchi (Sindaco di Cesena)