Il doppio ex Mazzotta: “A Pescara non mi sono ambientato benissimo, sarei dovuto rimanere a Cesena”

In bianconero ha coronato il sogno di esordire in serie A, in Abruzzo ha colto una delle sue tante promozioni: Pescara-Cesena per Antonio Mazzotta non è una partita come le altre. A trentasei anni suonati è pronto a indossare la fascia di capitano dell’Athletic Club Palermo, seconda squadra della sua città pronta al campionato di serie D, ma lo sguardo verso una partita speciale come quella di venerdì sera all’Adriatico, non potrà mancare.
Pescara e Cesena aprono la serie B 2025-2026. Due piazze che lei conosce bene…
“Si affrontano due squadre allestite per poter essere la sorpresa del campionato. La serie B viene inaugurata da una gara ricca di prestigio perché Pescara e Cesena possono stare benissimo in serie A”.
Entrambe le squadre sono alla ricerca di una punta. In Abruzzo potrebbe tornare Lapadula che ha vestito pure la maglia bianconera e che è stato suo compagno al Delfino…
“Penso che il Pescara dovrebbe riprenderlo. Gianluca in serie B è uno di quei tre o quattro attaccanti che fanno la differenza. Nell’ultima annata non ha avuto continuità per qualche problema fisico, ma resta fortissimo”.
Nel gennaio 2016 il suo addio al Cesena, per passare proprio al Pescara, suscitò parecchio clamore…
“Pensandoci bene, a distanza di anni, ho commesso un errore ad andar via. Fu una scelta affrettata. A Cesena avevo avuto la fortuna di esordire in serie A ed avevo fatto bene anche i primi sei mesi di quella stagione. Avevo un grande feeling con la piazza e con mister Drago, tra l’altro già avuto anche a Crotone. Devo dirvi la verità, ogni tanto ci penso: sarei dovuto rimanere a Cesena”.
Eppure poi con il Pescara pochi mesi più tardi riuscì a vincere i play-off…
“Anche se il campo mi ha dato ragione e vincere è sempre bello a Pescara non mi sono ambientato benissimo tanto che poi passai al Frosinone. Lo ripeto, oggi posso dire che avrei fatto bene a rimanere a Cesena”.
In carriera ha centrato tre promozioni in serie A con Lecce, Pescara e Crotone. Il debutto in nella massima serie però arrivò proprio con il Cavalluccio.
“Un ricordo bellissimo, il coronamento di un sogno che avevo fin da bambino. Sono quelle emozioni che si portano dentro per tutta la vita, ogni tanto parlo di quella partita ai miei figli. Ho esordito in serie A all’Olimpico contro la Lazio e nonostante la brutta sconfitta (3-0 per i biancocelesti, ndr) sono cose che restano”.
Di promozioni in carriera ne ha accumulate ben cinque: si sente uno specialista?
“Ho avuto la fortuna di stare sempre in squadre e gruppi importanti, ho saputo ricavarmi il mio spazio e dare il mio contributo. Sono davvero felice di ciò che ho fatto. Oggi, per esempio, sono in una società credibile e ambiziosa che è partita dal basso e nel giro di pochi anni ha raggiunto risultati importanti. Sono orgoglioso di poter dare il mio apporto alla crescita di una realtà calcistica della mia città”.
Con il Bari ha compiuto in salto dalla C alla B, sfiorando poi la serie A, sotto la guida di un certo Michele Mignani…
“Con il mister abbiamo vissuto due annate pazzesche. Abbiamo dominato la C e l’anno successivo con lo stesso gruppo abbiamo sfiorato un’impresa. Quel gol del Cagliari al novantaquattresimo in finale play-off resterà una cicatrice profonda. Vincere a Bari due anni di fila sarebbe stata una cosa bellissima”.
E il suo vecchio tecnico, secondo lei, è riuscito a lasciarsi alle spalle quanto accaduto in Puglia?
“Mister Mignani lo conoscete, oggi lo vedo davvero bene. Lo scorso anno ha fatto un buon lavoro, è preparatissimo e migliora costantemente. Sono certo che lui ed il suo staff faranno bene anche in questa stagione”.
Tornando al presente, domani sera guarderà Pescara-Cesena?
“Sì, guarderò la partita e mi verranno in mente tanti bei ricordi. Spero con tutto il cuore di assistere ad un grande match”.