Il CesenA. Tra certezze, speranze, dubbi, paure e obiettivi di mercato
Sorprendentemente terzo in classifica. A due punti dal Modena, secondo. A tre lunghezze dalla capolista Monza. Tra (tante) granitiche certezze. Qualche (gustosa) speranza. Qualche (più che lecito) dubbio. E un paio di (più o meno inquietanti) paure. Signore e signori, benvenuti nel mondo Cesena.
NON SOLO KLINSMANN – Cominciamo dalle grandi certezze bianconere. Certezze che sono belle corpose. Belle sugose. Belle croccanti. Anche perché, se il Cavalluccio nelle prime 12 giornate è riuscito a mettersi in saccoccia la bellezza di 23 punti (7 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte), un motivo ci sarà. O no? Prima certezza: il Cesena, in porta, ha probabilmente il miglior portiere dell’intera Serie B: se i bianconeri sinora hanno incassato ben 13 gol (in media più di uno a partita), la colpa non è infatti certo di Klinsmann. Un Klinsmann che, in questo già robusto scorcio di stagione, ha già sfoderato (almeno) 5-6 prestazioni da urlo. Sono sicuramente partiti col piede giusto pure il frizzante Ciervo (vera rivelazione di questo ottimo start bianconero: per lui già 4 gol all’attivo e diverse gare da applausi), il Divin Berti (l’azzurrino, anche questa volta, ha zittito coi fatti gufi e malelingue) e l’eterno Castagnetti (Fusco, decidendo la scorsa estate di portare questo califfo della cadetteria in riva al Savio, ha fatto cosa e buona e giusta).
FIGLIO DI PUTTANA – Al netto di qualche isolata Caporetto è sicuramente partita forte anche la triade difensiva formata da Ciofi, Zaro e Mangraviti. Il Cesena però, se vorrà continuare a respirare l’aria da altissima classifica sino a maggio, di dietro dovrà iniziare a curare maggiormente i dettagli: sinora infatti soltanto in due occasioni (Südtirol ed Avellino) i romagnoli sono riusciti a tenere la propria inviolata. Un’altra nota lieta regalata da queste prime 12 giornate? Beh, sicuramente rispetto alla scorsa stagione questo Cesena appare nettamente più cinico. Più concreto. Più sul pezzo. Più – nel senso buono del termine – figlio di puttana. Un semplice esempio, per farmi capire meglio: ho il fortissimo sospetto che, Francesconi & Friends, nel campionato 2024-25 le vittorie di La Spezia e di Bolzano non sarebbero riusciti a portarle a casa. Il merito di questa crescita va indubbiamente anche (o soprattutto?) a mister Mignani. Pure il mister bianconero, al netto di qualche indecifrabile cambio a gara in corso, è cresciuto tanto (anche) nella lettura di certe situazioni non proprio semplicissime.
NON SOLO DE LUCA – A Mignani va riconosciuto poi anche il fatto di aver raccolto sin qui il massimo da una rosa che – non scordiamocelo mai di questa cosa – è stata costruita in clima di spending review. Una rosa che, dopo poco più di un mese, ha subito dovuto ‘salutare’ il preziosissimo Bisoli Junior (la speranza è quella che l’ex Brescia possa tornare disponibile l’8 dicembre contro il Padova, ma i dubbi restano…). Una rosa che presenta delle lacune strutturali. In difesa (dietro, almeno dal punto di vista qualitativo, la coperta è corta). E in attacco. Soprattutto in attacco. Un attacco che sinora, viste la prestazioni non proprio – ehm ehm – eccelse sfornate dalla nebulosa Olivieri e dal fumoso Diao, ha potuto fare affidamento ‘soltanto’ su Shpendi (5 gol, di cui 3 dal dischetto) e sulla rivelazione Blesa (3 gol). Ecco, è proprio sull’attacco bianconero che ora come ora si addensano le maggiori nubi bianconere. Domandone: riusciranno Shpendi e Blesa, magari aiutati ancora dalla cooperativa del gol (che sinora ha dato buoni frutti), a mascherare tale ‘falla’ in attesa dell’arrivo di gennaio? Lo scopriremo solo vivendo. Anticipando già che, in vista del mercato di riparazione, Fusco – con la formula del prestito e grazie a un ‘aiutino’ della Cremonese – potrebbe portarsi a casa De Luca, seguitissimo però anche dalla triade Modena-Frosinone-Sampdoria. In avanti piace pure Pierini (Sassuolo). Il sogno Mosquera (Verona), invece, rimarrà tale. Purtroppo, aggiungo io.
