Cuttone: “Io come Tardelli. Edmeo? Un mito. E questo Cesena è da B…”

Parla l’Eroe di San Benedetto: “Nella Nazionale di oggi Rossi, Domini, Agostini e Piraccini sarebbero titolari fissi. Sono riuscito a tenere a bada Maradona, ma non Rebonato…”
13.10.2021 15:15 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Cuttone: “Io come Tardelli. Edmeo? Un mito. E questo Cesena è da B…”

Si scrive Agatino Cuttone. Si legge Mito Bianconero.

Cuttone, negli ultimi 34 anni quante volte le hanno chiesto di parlare di quel famoso gol segnato al Lecce?
“Diecimila. Ventimila. Anzi, di più…”

Non ne potrà più di riavvolgere il nastro della memoria…
“Tutt’altro. Sono orgoglioso di aver messo a segno una rete che è entrata nella storia del Cesena. E, ogni volta che parlo di quel tuffo di testa, mi emoziono sempre. Come la prima volta…”

Qualche anno fa, Marco Tardelli, disse più o meno così: ‘Se mi avessero dato un euro per ogni volta che hanno fatto vedere in tv il mio urlo sfoderato a Madrid ’82 dopo il mio gol alla Germania, ora sarei milionario…’
“Lo stesso discorso può essere fatto per il sottoscritto: se mi avessero dato anche solo cinquanta centesimi per ogni volta che mi hanno fatto parlare di quel gol segnato al Riviera delle Palme nel 1987, adesso anche io avrei un discreto gruzzoletto in banca…”

Su quel 2-1 rifilato al Lecce ci si potrebbe scrivere un libro intero.
“Pure due. Anche perché, i pronostici della vigilia, erano tutti per la squadra di Mazzone”.

Stagione interminabile, quella del 1986-1987.
“Stagione cadetta lunga e massacrante. Noi cominciammo malissimo, molti tifosi chiedevano la testa di Bolchi. Poi però il vento cambiò all’improvviso e il Cesena (anche grazie all’innesto di Bordin ed Aselli, ndr) diventò protagonista. Tra alti e bassi arrivammo poi a quell’infuocata coda finale degli spareggi”.

Cuttone non fa rima però soltanto con San Benedetto del Tronto. Gli almanacchi parlano di ben 242 presenze (e 6 gol) in bianconero.
“A Cesena ho vissuto otto stagioni totali: 4 in A, altrettante in B. Tanta roba…”

Otto stagioni sempre a braccetto con il mitico Edmeo Lugaresi.
“Edmeo, per me, non è stato semplicemente un presidente. Colui che mi pagava lo stipendio. Ma un padre. Un consigliere. Un moralizzatore. Un dispensatore di gag. Personaggio semplicemente unico, semplicemente stre-pi-to-so…”

Edmeo le voleva tanto bene…
“Vero. Ma se sbagliavo una partita… a fine gara veniva da me e mi diceva: Agatino, con i piedi che ti ritrovi potresti andare a vangare la terra…”

Il compagno di squadra più forte avuto a Cesena?
“Ne devo dire soltanto uno?”

Ne dica anche due o tre, se vuole.
“Facciamo quattro: Seba Rossi, Domini, Agostini e Piraccini”.

Guarda caso quattro giocatori che, la Nazionale maggiore, non l’hanno mai vista.
“Vero, non ci avevo mai pensato a questa cosa”.

Adesso, in Nazionale, ci vanno cani e porci. Fai due partite buone e ti si spalancano le porte di Casa Italia…
“Rossi, Domini, Agostini e Piraccini, nella nazionale di oggi, sarebbero titolari fissi. O giù di lì…”

Lasciamo perdere l’ultima (strepitosa) vittoria azzurra arpionata agli Europei. Il calcio italiano, ora come ora, offre ben poco…
“Se è per questo anche il livello della Serie A non è lontanamente paragonabile a quello dei miei tempi. Una volta, la Serie A, pullulava di grandi campioni. Campioni veri. Il meglio del calcio mondiale, una volta, passava da noi. Adesso invece…”

Lei, nella sua carriera, ha marcato grandi fenomeni della pedata…
“Maradona, Van Basten, Voeller…”

Quello che l’ha messo più in difficoltà?
“Coi mostri sacri me la cavavo quasi sempre egregiamente. Le mie giornate nere, invece, le ho sempre avute con attaccanti di ‘seconda fascia’. Un attaccante che mi ha fatto impazzire, ad esempio, è stato Rebonato (ex punta di Pescara e Fiorentina, ndr).

Un suo rimpianto colorato di bianco e nero?
“Ne ho due”.

Parta pure col primo.
“Nel 1989, nel corso di quel Cesena-Milan che è passato alla storia (quella famosa domenica, il Diavolo Stellare di Sacchi, si arrese a un gol della meteora svedese Holmqvist, ndr), andai incontro alla rottura del tendine rotuleo. Arrivarono 10 lunghi mesi di stop, che condizionarono pesantemente il mio percorso in bianconero”.

Secondo rimpianto.
“E qui bisogna fare un bel balzo in avanti. Sino alla stagione di Serie C 2001-2002”.

Ricordo nefasto. Qui stiamo parlando della sua seconda vita in bianconero, questa volta nelle vesti di allenatore.
“Quella volta subentrai a stagione in corso a De Vecchi, ma le cose non andarono bene e a fine campionato l’approdo ai play-off sfumò. Avrei dovuto e voluto fare di più, quella volta…”

Non è mai facile allenare la squadra della città dove vivi. Soprattutto quando la tua casa sorge a 200 metri dallo stadio…
“Quando allenavo il Cesena dormivo 2-3 ore per notte. Lo stress e la tensione era davvero alle stelle. Ogni problema era amplificato…”

Vent’anni dopo, il suo cuore, continua ad essere colorato di bianco e nero.
“Non potrebbe essere diversamente. Ormai sono un cesenate a tutti gli effetti. Il Cesena non l’ho mai smesso di seguire, di amare”.

La vediamo spesso in Tribuna al Manuzzi.
“C’ero anche domenica scorsa per Cesena-Ancona”.

Ecco, per l’appunto. Che Cesena ha visto?
“Un Cesena ben messo in campo. Un Cesena maturo. Un Cesena consapevole dei propri mezzi. Un Cesena che ha saputo portarsi a casa i tre punti con grande autorità, da grande squadra. Contro l’Ancona, il Cesena, ha superato un bel banco di prova. Non scordiamoci che la truppa di Colavitto era sbarcata in Romagna reduce da 4 vittorie consecutive”.

Secondo lei dove può arrivare la Creatura di Viali?
“Molto lontano. Lontanissimo”.

Anche in Serie B?
“Io è da inizio campionato che dico che questo Cesena può vincere il campionato. Questa squadra è compatta, sa soffrire, prende pochi gol e là davanti ha quei due (Bortolussi e Caturano, ndr) che prima o poi uno ‘scherzetto’ all’avversario di turno lo combinano sempre…”

La Reggiana, però, fa paura.
“Non solo la Reggiana. Ma anche il Pescara. E il Modena. Ma questo Cesena fa ben sperare. Anche perché Rigoni e Pierini sono in crescita. Anche perché presto entrerà in forma pure Missiroli, che la C la può fare ad occhi chiusi…”

Come procede intanto la sua nuova avventura al Torresavio nelle vesti di responsabile tecnico?
“Alla grande! Questa nuova mansione è assai stimolante e gratificante. Sono felice di aver sposato questo progetto. Sono felice di aver detto sì a Lorenzo Ceccarelli, che ringrazio ancora per l’occasione che ha voluto concedermi”.

Non le manca la vita da… mister?
“No, sto benissimo così”.

Davvero?
“Lo giuro”.

Dunque possiamo annunciare ufficialmente che non vedremo più l’Uomo di San Benedetto seduto su una panchina?
“Ormai non torno più indietro. A meno che non capiti un’occasione clamorosa…”

Tipo una chiamata del ‘suo’ Cesena.
“Ecco sì. Se mi richiama il Cesena dei Grandi potrei ripensarci…”