Questa sera sei bellissima
“Amore mio dai non essere gelosa se amo la Di Luzio più di te…”
Poche, semplici parole (oltretutto pure rubacchiate) che però bastano a descrivere un’intera gara. La numero diciannove bianconera è l’autentica mattatrice non solo del derby col Bologna, ma di tutto l’inizio di stagione del Cavalluccio. All’infuori della prima gara decisa dalle giocate di Ferin (che sia maledetto il suo infortunio al crociato), quando Greta Di Luzio si accende non ce n’è per nessuno. Il Cesena si trasforma in una macchina cinica che condanna ogni avversaria a soccombere, pungendo forte in ogni ribaltamento di fronte.
Dopo una partenza a razzo, la nazionale di Romagna aveva accusato un calo mentale prima ancora che fisico, trovando così tre sconfitte consecutive. Lo svantaggio era arrivato persino nel derby, ma voci di corridoio avevano già fatto sapere che quel campo non si sarebbe mai potuto tingere di rossoblù.
Allora, anche quando poi saremo stanchi, troveremo il modo per ribaltare l’incontro. La parità viene ristabilita con un’incornata perfetta dopo un cross al bacio dell’ormai insostituibile Gaia Milan, poi la gara rimane in equilibrio sino a pochi minuti dal termine. Viene colpita una traversa per parte, proprio come onde che si infrangono, ma quando la contesa sembra incanalarsi sulla via del pareggio, le emiliane commettono un’ingenuità clamorosa. De Muri viene lasciata colpevolmente sola, si invola verso la porta, salta l’estremo difensore e viene atterrata fallosamente, guadagnandosi così un rigore solare.
Si incarica di calciare il penalty proprio la bomber ex Parma, facendosi ipnotizzare da Lauria. Ma questa vita ci ha sorriso e, anche se non è la fine più poetica, la sfera si addormenta nel cuore dell’area piccola, lasciando così indisturbata la protagonista di giornata di trovare una meritatissima doppietta.
Il derby più sentito del campionato vede trionfare ancora per una volta il Cesena, lasciando il Bologna ancora con il dente più che avvelenato.
Dimmi come stai, perché non parli? Solo questo rimane da chiedere alle povere menti che troppo spesso popolano il campo di Martorano, godendo di una stima e di un’importanza ingiustificate ancor prima che esagerate.
Per una giornata però ogni cosa è al proprio posto e tutti abbiamo qualcosa di cui godere, anche chi ancora naviga nel buio.
“Non l’ho mai chiesto a nessuno
A nessuno tranne che a te
Questa sera sei bellissima
Se lo sai che non è finita, abbracciami
Anche se penserai che non è poetica
Questa vita ci ha sorriso e lo sai
Non è mai finita, abbracciami”
