L’inizio e la fine. Nico Pulzetti: “Avrei voluto chiudere la carriera a Padova. Mi soffermerei su Shpendi”
Da Cesena a Padova, passando per Verona, Bologna, Bari, Livorno, La Spezia e Siena, tutte tappe di un percorso intenso e di una carriera ricca di soddisfazioni. Per Nico Pulzetti Padova-Cesena è una partita speciale, con le sue parole ci avviciniamo al match dell’Euganeo.
Pulzetti, eccoci a Padova-Cesena: la Romagna è stata il suo trampolino di lancio, in Veneto invece è arrivata la sua ultima tappa nel calcio ad alto livello…
“Cesena è l’avvio del percorso di una vita, una città che mi ha fatto crescere, che mi ha coccolato. Sono entrato nel settore giovanile che avevo dieci anni e a diciannove sono arrivato in prima squadra. Ho avuto la fortuna di muovere i miei primi passi in uno dei vivai migliori d’Italia, con la maglia del Cesena ho conquistato la promozione in serie B, ma ero ancora giovanissimo. Poi sono tornato nel 2014-2015 con la maglia numero 56 che aveva un valore speciale per me, perché legata a mio babbo, è il suo anno di nascita. Venivo da un buon anno a Siena, ma mi portavo dietro un infortunio che purtroppo mi ha condizionato e le cose non sono andate come volevo. Padova è il luogo dove ho giocato i miei ultimi anni da professionista conquistando anche una promozione da protagonista e non posso dimenticarlo”.
Due promozioni per l’appunto: una con il Cavalluccio, l’altra con la maglia biancoscudata. A quale è più legato?
“A Cesena ero giovane, in quella stagione ho fatto tre presenze, tutte nel mese di marzo. Ero in rosa, ho fatto anche qualche bella prestazione come contro la Lucchese e sento mia quella promozione, ma la vittoria di Padova ha un altro sapore. Lì avevo la fascia di capitano al braccio, ho rappresentato una città. Quando sono arrivato, chiamato da mister Bisoli, sapevo che il nostro obiettivo era vincere e ci siamo riusciti conquistando anche la Supercoppa. Avrei voluto chiudere la carriera a Padova, ma dopo la retrocessione dalla B alla C qualcosa è cambiato in società e sono andato via”.
Il centrocampo del Cesena è ben assortito. Qual è tra i bianconeri il giocatore più ‘vicino’ a Nico Pulzetti?
“Devo dire che oggi non vedo giocatori con le mie caratteristiche. Ci sono tanti calciatori bravi, ma più che un centrocampista io mi soffermerei su Cristian Shpendi. Oggi tutti parlano di lui, ma io lo avevo già notato anni fa quando allenavo il Riccione e mi era capitato di guardarlo nel settore giovanile. Posso dire che, con le dovute proporzioni, mi ricorda Pippo Inzaghi. Magari non è bravo nelle sponde, ma in area è letale. Lui e suo fratello hanno una dote innata”.
Per quanto riguarda il fronte patavino, il club è tornato in B a distanza di svariati anni dalla stagione che l’aveva vista protagonista…
“Il Padova dello scorso anno non era costruito per vincere come noi, ha giocato un buon calcio e sfruttato una grande partenza, ma era una squadra diversa dalla nostra. Parto dal presupposto che quando vinci non è mai fortuna, ma è la conseguenza di tanti fattori che si incastrano. Quando ho vinto il campionato a Padova c’erano cinque o sei squadre forti, penso a Reggiana, Südtirol, Feralpisalo e noi siamo stati bravi a metterle dietro raggiungendo anche margini di vantaggio importanti. Quella fu una grande cavalcata”.
Per una neopromossa qual è l’errore da non commettere?
“L’aver tenuto l’ossatura dello scorso anno ha consentito loro di partire bene e penso sia una buona strategia. Hanno lo stesso allenatore, lo stesso staff ed hanno confermato tanti calciatori cui hanno aggiunto pedine importanti. Certo il campionato è molto lungo ma il viatico è buono. Devono continuare così”.
Che partita sarà Padova-Cesena?
“L’Euganeo è uno stadio molto grande, sembra quasi un aeroporto e questo incide molto. Il Padova dovrà essere bravo a contrastare un Cesena che merita la posizione che occupa. Certo, sappiamo come l’ambiente bianconero possa fare la differenza, ma questa squadra sta dimostrando la sua forza anche in trasferta. Sarà un bel test per entrambe le squadre”.
