Shpending review

1. “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!” Ok, forse esageriamo. Però se abbiamo esultato per un’eliminazione a testa alta in Coppa Italia e per una vittoria con una squadra ancora mentalmente e tecnicamente da Serie C, allora possiamo festeggiare così, no?
2. Scherzi a parte, vincere aiuta sempre: aumenta il valore di Shpendi, costruisce fiducia e fa dimenticare la “Shpending-review” (cioè la necessità di tirare la cinghia a causa della mancata cessione del bomber albanese).
3. Aiuta anche a mascherare qualche problema strutturale, con alcune pedine ancora mancanti: elementi che, a mercato aperto, potrebbero ancora essere colmati.
4. Il Pescara, appena una settimana fa, aveva faticato a vincere contro una squadra senza allenatore, senza portiere (anzi, con un tifoso bellariese schierato tra i pali) e virtualmente fallita.
5. Proprio per questo era fondamentale non mancare l’appuntamento: serviva una vittoria netta e convincente, sia dal punto di vista del gioco che del risultato. Doppio obiettivo pienamente centrato.
6. Ovviamente – e purtroppo – non tutte le avversarie saranno così. Però il Cesena vuole, e soprattutto deve, partire fortissimo. Il calendario delle prossime due partite, fino alla sosta, richiederebbe altri 4-6 punti.
7. Fare filotto sarebbe importante per una ragione semplicissima: significherebbe scavare il primo vero solco, più morale che numerico, nella lotta salvezza.
8. Perché il primo obiettivo di quest’anno, sia chiaro a tutti, è salvarsi senza patemi, come nello scorso campionato, ma spendendo molto di meno.
9. Infine, una nota per il tecnico Mignani, al quale in conferenza stampa pre-partita era stato chiesto un parere sul comunicato dell’Assoallenatori riguardo l’esclusione di Israele dalle competizioni internazionali.
10. “Preferirei non entrare in questi argomenti, non credo sia il momento adatto – questa la sua risposta – il mondo ci mette sempre davanti a delle situazioni che ognuno può interpretare a modo suo, però non credo sia questo il posto giusto”. Ecco, scegliendo di non scegliere, in realtà hai già scelto da che parte stare.