IL RESTO DEL CARLINO - La moglie di Campedelli "Ho sposato...il Cesena"

13.07.2011 14:13 di  Francesco Satanassi   vedi letture
Fonte: il resto del carlino
IL RESTO DEL CARLINO - La moglie di Campedelli "Ho sposato...il Cesena"
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© foto di Marco Rossi

Dai momenti iniziali di sconforto alle grandi soddisfazioni della serie A, Igor Campedelli ha sempre contato sull’appoggio della moglie Maria Chiara Gadoni. La quale, insieme alla gestione del Cesena Store, si occupa di tenere a bada una famiglia interamente votata al calcio, anzi al Cesena.

Signora Campedelli, ma a lei il calcio piace?
«Se stai con Igor devi per forza avere una grande passione per il calcio. Direi che è una conditio sine qua non per stare al suo fianco... A parte gli scherzi, il calcio mi è sempre interessato. Prima di conoscere Igor simpatizzavo per la Lazio, perché lì giocava il mio calciatore preferito Alessandro Nesta. In più mio nonno è bolognese e spesso mi portava al Dall’Ara: da sfegatato tifoso rossoblù si è poi convertito, una volta conosciuto Igor, ai colori bianconeri».

Quando ha conosciuto suo marito lui era già così appassionato di calcio?
«Prima di entrare nel Cesena era vicepresidente della Savignanese, quindi spesso lo accompagnavo a vedere le partite. Però aveva già smesso a sua volta di giocare in modo serio, ai tempi si divertiva a fare tornei di calcetto con gli amici e niente più. Visto però che in giro sento qualcuno chiamarlo ‘bomber’, a volte gli ricordo che voglio vedere i filmini di queste sue prestazioni sul campo. Lui promette, ma chissà quando vedrò le prove...».

Cosa accade a casa Campedelli quando il Cesena perde?
«Si perde il sorriso per tutta la settimana. Per non parlare della domenica sera subito dopo la sconfitta: tra borbottii e telefonate si fatica a chiudere occhio. Il presidente di una società si porta inevitabilmente a casa il lavoro: la mia è una casa del calcio 24 ore al giorno. Basta pensare che i canali su cui la tv è sempre sintonizzata sono quelli Sky dedicati allo sport dal 200 al 250, o al massimo dal 600 in poi per i cartoni animati».

A proposito, i vostri bimbi, Luca e Andrea, cosa pensano del lavoro del papà?
«Il piccolo Andrea ha solo 19 mesi, quindi è presto. Luca, che ha tre anni, invece è già super appassionato. Penso sia l’unico bambino al mondo che alla sua età si mette seduto sul divano col suo ciuccio in bocca e per i novanta minuti della partita non fiata. Mostra già di capirci qualcosa, quando lo porto allo stadio riconosce dove si deve far gol e tutto il resto. Pensate che tutte le sere arriva da me con la palla e mi chiede di fargli fare allenamento... Ha già un gran sinistro».

Visto che pure suo cognato Nicola giocava e ora allena il Bellaria, a Natale e Pasqua in famiglia si riesce a non parlare di calcio?
«E’ quasi impossibile, quello è sempre l’argomento principale. Dopo un po’ io e mio cognata ci lanciamo un’occhiata e diciamo in coro ‘adesso basta’».

Qual è stato il campionato in cui ha visto suo marito più nervoso?
«Sicuramente questo appena passato. Si è preso più responsabilità di quanto fosse richiesto e nei momenti negativi ha sopportato la tensione intorno a lui. Insomma, riconfermarsi in serie A è stata dura anche a livello di nervi. Per questo aver raggiunto l’obiettivo è stata una soddisfazione doppia».

Lei lo accompagna quando va fuori per chiudere qualche affare di mercato o per incontrare persone del calcio?
«Quando me lo chiede sì, poi magari intanto che lui è occupato io mi faccio un giro per negozi, ad esempio a Milano. Spesso lo accompagno alla cene in cui vengono invitate anche le famiglie».

E con le famiglie dei giocatori instaura mai rapporti?
«E’ accaduto con la moglie di Cavalieri, che aveva qualche difficoltà ad ambientarsi e allora a volte siamo andati a cena insieme. Non tutte però se la sentono di entrare in confidenza con la moglie del presidente e in tal caso io non forzo la mano. Ho comunque 28 anni, quindi sono disponibile a fare qualche serata con mogli e fidanzate, da questo punto di vista non sento la responsabilità di essere la coniuge di Igor».

Avrebbe mai pensato di lavorare in questo ambiente?
«Prima di avere i bambini facevo tutt’altro, avevo un’agenzia di viaggi a Cesena. Comunque sono sempre stata affascinata dal settore del merchandising e sono contenta che il negozio stia andando così bene».

Come si vive la ’Mutu mania’ al Cesena Store?
«A dire il vero già a gennaio, quando sembrava che l’accordo per portare il giocatore romeno in Romagna fosse ormai fatto, tanti tifosi si sono presentati in negozio a richiedere o prenotare la sua maglia. Ora a maggior ragione sono tantissimi quelli che vorrebbero già indossare il numero dieci di Mutu, ma in negozio le maglie ufficiali arriveranno solo intorno al 25 luglio».