Il Cesena è il mio Real Madrid

Preparatevi. Perché a breve, anche in riva al Savio, ripartirà la solita orgia (estiva) di abominevoli frasi fatte gonfie di melassa…
14.06.2025 12:50 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Il Cesena è il mio Real Madrid
© foto di LaPresse

Aboliamole. Sì, aboliamole. Per sempre. Almeno a Cesena. Che tanto, le conferenze stampa di presentazione dei nuovi giocatori (anche) del Cavalluccio, sono tutte uguali. Tutte, eh. Che tanto, i vernissage delle new-entry (anche) bianconere, sono soltanto un’accozzaglia di stucchevoli luoghi comuni. Un miscuglio di agghiaccianti banalità imparate a memoria, peraltro controvoglia. Un’orgia di abominevoli frasi fatte così gonfie di melassa che, da sole, sarebbero in grado di annientare l’intero reparto di diabetologia dell’Ospedale Bufalini. Oh, io lo dico già adesso. In anticipo. In tempi non sospetti. Il giorno dopo la presentazione del nuovo diesse bianconero Fusco. Prima che riparta il solito carrozzone pre-stagionale al gusto di calciomercato. Aboliamole subito, queste evitabilissime conferenze stampa. Sì, aboliamole. Almeno a Cesena. Per non dover sentire, ancora una volta, tutte quelle solite dichiarazioni fatte con lo stampino: ‘Sono davvero felicissimo di essermi colorato di bianco e nero. Mi cercavano diverse squadre ma il Cesena è stato il club che mi ha voluto più di tutti. Ho scelto questa società perché conosco da sempre la vostra grande storia e la passione contagiosa dei vostri splendidi tifosi: non per niente, fin da bambino, ho sempre sognato di indossare questa maglia e di giocare nel vostro meraviglioso stadio all’inglese. Lo dico? Massì, lo dico: il Cesena è il mio Real Madrid…’. Alé. Una breve pausa per riprendere fiato. Un sorso d’acqua ‘rubato’ dalla bottiglietta d’acqua dello sponsor in bella vista. Un bel sorrisone indirizzato ai fotografi. Un rapido cenno di intesa con l’addetto stampa. Un bel respiro. Poi si ricomincia. Più forte di prima. ‘Il feeling con questa piazza è scattato immediatamente: il Presidente e il Direttore mi hanno accolto proprio come un figlio, Cesena è una città a misura d’uomo, qui mi sono sentito subito a casa, qui si respira calcio nell’aria, qui poi si mangia di-vi-na-men-te. Il mister? Non lo conosco personalmente, ma so bene come lavora. È uno forte, uno tosto, uno preparato, un allenatore con delle idee innovative. Sono carico come una molla: non vedo l’ora di mettermi al lavoro, per questa casacca darò il 100%. Anzi, il 200%. Ah, ci tengo a dire un’ultima cosa. Una cosa molto importante: io non sono qui per i soldi, ma per il progetto…. Ecco sì, per il progetto. Ma vaff…