Coppola: “Volevo essere un duro. Anche a Cesena…”

Torna a parlare uno dei grandi eroi di Latina 2014: “Non mi riconosco più nel calcio moderno, ma il Cavalluccio resta nel cuore. Undici anni fa siamo andati in A contro tutti e contro tutto…”
24.06.2025 18:05 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Coppola: “Volevo essere un duro. Anche a Cesena…”
© foto di LaPresse

Sanguigno, verace, sincero, simpatico, mai banale, senza peli sulla lingua: dopo un lungo silenzio torna a parlare Manuel Coppola. Uno dei grandi eroi di Latina 2014. Uno dei giocatori più amati dell’ultimo ventennio ‘targato’ Cavalluccio.

Coppola, di lei ultimamente avevamo perso le tracce…
“Dopo l’esonero patito a Parma (nelle vesti di vice di mister Liverani, ndr) ho deciso di chiudere definitivamente col calcio…”

Come mai?
“Dopo una vita passata lontano da casa, ho deciso di riappropriarmi della mia vita. Dei miei spazi. Dei miei due figli. Con Sara e Gabriel, in soldoni, sono ripartito da zero. È stata dura. Ma adesso sono l’uomo più felice del mondo…”

Figli a parte, come impiega le sue giornate?
“Sono diventato un imprenditore. Mi sono messo in società con Fabrizio, da sempre il mio migliore amico. Facciamo arredi interni ed esterni per attività commerciali e case private. Copriamo tutta l’Italia, ma non solo. Gli affari vanno bene…”

Il mondo della pedata non le manca?
“Assolutamente no. Non mi riconosco più in questo ambiente dove, per andare avanti, devi scendere costantemente a compromessi. Nel calcio moderno, la meritocrazia e la semplicità, ormai non esistono più. A pensare a certe ‘cose’ mi viene il vomito…”

Parliamo allora del calcio di una volta. Undici anni fa, a Latina, si consumava una delle sue pagine più belle di sempre…
“Quella stagione, a Cesena, eravamo partiti solo per salvarci. Invece, al termine di quella cavalcata ricca di trabocchetti, siamo riusciti ad andare in Serie A. Contro tutti e contro tutti, malelingue comprese…”

A chi si riferisce?
“Troppe persone, quella stagione, hanno cercato di metterci il bastone fra le ruote. Creando attorno a noi un clima ostile. Ricordo ancora che c’erano tante persone che volevano cacciare via Bisoli dopo un ko col Brescia…”

Altri frammenti sparsi legati alla sua avventura in riva al Savio?
“A Cesena ho raccolto anche una miracolosa salvezza cadetta nel 2013. A Cesena ho conosciuto tante persone splendide. Dei compagni di viaggio straordinari. Una curva da urlo…”

La sua avventura nella Terra della Piadina, però, non è finita benissimo.
“L’esonero di Bisoli in A (maturato dopo il famoso harakiri di Bergamo, ndr) ha tagliato le gambe anche al sottoscritto. Con Di Carlo il feeling non è mai scattato. Io ero un fedelissimo di Pierpaolo. E così a gennaio me ne sono dovuto andare via…”

I tifosi del Cesena l’hanno sempre amata per il suo temperamento. Per la sua aggressività.
“Su queste due caratteristiche ci ho costruito una carriera intera. Poi vabbè, se qualcuno dice che Coppola non sapeva giocare a calcio un po’ ci rimango male. Di sicuro non sono stato un fenomeno, però il mio lavoro in mezzo al campo lo sapevo fare bene…”

Confermo. A Cesena c’è stato anche però chi ha provato ad appiopparle l’etichetta di violento.
“L’anno della promozione, dopo quell’espulsione beccata con l’Avellino (3 giornate per un colpo proibito rifilato a Pisacane, ndr), sul sottoscritto ho sentito qualche commento idiota di troppo. Pazienza: non si può sempre piacere a tutti…”

Una volta ha anche tentato di uccidere il povero Rodriguez…
“Bertozzi, ma ti ricordi proprio tutto! (risatona, ndr). Beh, quella volta a Cittadella, Rodriguez si è ‘semplicemente’ trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato…”

Continui pure…
“Eravamo dentro gli spogliatoi, a fine gara. Io stavo discutendo animatamente con Camporese. Rodriguez, senza essere stato interpellato da nessuno, si è messo in mezzo. Mi si è chiusa la vena. L’ho tirato su di peso e l’ho ‘sistemato’ sul lettino, mettendogli le mani al collo. Poi tutto si è risolto. E ho chiesto scusa a tutti…”

Coppola, a Cesena, è ricordato anche per la sua proverbiale simpatia.
“Vero. Perché il sottoscritto non era solo un duro. Ma anche una persona a cui piaceva scherzare. Fare gruppo. Organizzare tremendi scherzi da caserma ai miei compagni di squadra (indimenticabili quelli orchestrati ai danni del mitico De Feudis, ndr).

Di quel ‘pataca’ di Tabanelli che mi dice invece?
“Dico che, visto come è andato (male, malissimo, ndr) il reality show a cui ha appena partecipato (The Couple, ndr), Andrea forse faceva meglio a continuare a giocare solo a calcio (e giù un’altra fragorosa risata, ndr).

Vuole dire ancora qualcosa prima di salutarci?
“Bertozzi, fammi salutare tutti i tifosi del Cesena. L’inossidabile Treossi. Il mio amico Succi. Tutte le persone che mi hanno voluto bene. Fammi fare anche un grosso in bocca al lupo al Cavalluccio in vista della prossima stagione cadetta. Il calcio moderno mi ha un po’ schifato, ma il Cesena e il Genoa (altro amore calcistico di Coppola, ndr) fanno e faranno sempre parte di me…”