IL RESTO DEL CARLINO. "Cesena, devo darti di più"

Qualità ne ha: sia fisiche, peperino com’è, sia tecniche. E così Marco D’Alessandro è uno dei pochi bianconeri ad aver timbrato il cartellino in ogni gara del Cesena. «Ma ancora non mi sono espresso a pieno», precisa il ventunenne romano, che dopo l’annata scorsa al Verona, coronata da 28 presenze e un gol, a Cesena era venuto a caccia del classico trampolino di lancio.
D’Alessandro, quando arrivò disse di avere un obiettivo: riuscire a dare continuità alle sue prestazioni. C’è riuscito?
«E’ ancora il mio difetto peggiore, lo so, vado a fiammate, ma ascoltando mister Bisoli riuscirò a risolvere il problema. Il fatto poi che la squadra non stia esprimendo il proprio valore non mi aiuta. Davanti giochiamo a sprazzi, purtroppo. Dovrei riuscire a fare qualche gol, a essere determinante in certe situazioni».
C’è ancora qualche ombra nella mente del gruppo che oscura il rendimento di tutti?
«C’è ancora qualche problema a livello psicologico, sì. Non è tanto la paura di vincere, quanto la cattiveria agonistica necessaria per chiudere certe partite. Non è facile uscire da ciò, ma Bisoli da questo punto di vista ha dato una scossa e il fatto di subire pochi gol è un bel segnale di cambiamento».
Bisoli è stato un maestro per molti giovani passati da Villa Silvia. E’ così anche per lei?
«E’ molto bravo, mi stimola a esprimermi il massimo. E’ il primo a sgridarti se sbagli, ma se fai bene ti gratifica. Penso sia la persona giusta per guidare questo Cesena».
E’ stato schierato in diversi ruoli. Dove si trova meglio, in realtà, D’Alessandro?
«Mi trovo bene a giocare nei tre d’attacco, ma anche dietro le punte. Nasco infatti come esterno d’attacco, però ora che sono stato schierato più volte trequartista, devo dire che è un ruolo che mi piace».
Un mentore all’interno dello spogliatoio bianconero ce l’ha?
«E’ Belardi. Cerco sempre di ‘rubare’ qualche pillola della sua esperienza. Lui è una persona umile e sempre disponibile».
Senza gente esperta come Gessa e Iori domani sera, a Livorno, starà a voi giovani tirare la carretta...
«Non sento la pressione, sono prontissimo. In questo momento, però, bisogna pensare soprattutto al gruppo e portare a casa punti. Per quanto riguarda me, meglio recuperare un pallone in più che fare un dribbling. Iori e Gessa sono assenze importanti anche sotto il profilo fisico e caratteriale. Però rientra Ceccarelli, che è importante per la squadra, e abbiamo un Meza Colli che sta facendo molto bene».
Che partita si aspetta a Livorno?
«I toscani hanno subìto più gol di noi (18 contro 16, ndr), quindi si tratta di una squadra che concede. Andremo là per cercare gioco e risultato, non per chiuderci e aspettare. Loro hanno comunque anche un potenziale offensivo enorme, ma noi abbiamo messo su un’ottima difesa».
Quali saranno i giocatori decisivi per il match?
«Secondo me Graffiedi, che ho visto molto bene in settimana, mentre nelle loro fila dovremo tenere d’occhio l’attaccante Dionisi, che ho conosciuto nella mia esperienza di sei mesi a Livorno nel 2011».