"Pisa-Cesena e quel ritardo che salvò la vita a tutta la mia famiglia"

14.11.2016 13:00 di Redazione Tuttocesena   vedi letture
Resti del Rapido 904
Resti del Rapido 904
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Tra le tante lettere che ogni giorni arrivano a redazione@tuttocesena.it oggi ne pubblichiamo una relativa alla sfida tra Cesena e Pisa, o meglio tra toscani e romagnoli, visto che in quel maledetto 1984 si giocava all'Arena Garibaldi. Ce la manda Germano che racconta in prima persona come uno dei grandi drammi dell'Italia repubblicana, l'attentato dinamitardo di stampo mafioso al treno Rapido 904, sfiorò letteralmente le vite dei sostenitori bianconeri che il 23 dicembre di quell'anno si erano recati in toscana. Solo per un caso Germano e la sua famiglia persero la coincidenza a Firenze per Bologna: quel ritardo molto probabilmente gli salvò la vita.

Giampiero: "Cesena Pisa ci siamo! Non è una sfida nuova! Tra le varie serie ABC ci saremo incontrati una cinquantina di volte.  

Il mio ricordo va ad un Pisa Cesena del 1985 (in realtà si tratta del 23 dicembre 1984, ndr) disputata una domenica pre-natalizia. Ero andato a Pisa con la mia famiglia in treno; mia moglie aveva una zia suora ed eravamo andati a trovarla. Dopo pranzo mi sono trasferito allo stadio: partita dura, maschia, ma alla fine il Cesena perse 1-0. Poco male. Il problema che mi posi era il rientro: abbandonai il tram perché sicuro che se avessi parlato con la mia "esse" romagnola sarei stato oggetto di attenzioni da parte dei tifosi pisani recatosi allo stadio. Quindi di buona lena a piedi raggiunsi mia moglie al convento di suore. Apriti cielo: il treno che ci doveva portare a Firenze per la combinazione Firenze-Bologna-Cesena era già partito e quindi si doveva aspettare quello delle 21 per rientrare. La colpa in quel momento la diedi ai tifosi pisani. Battuto sul campo e nel rientro solitario. Poi in stazione a Firenze capii che qualcosa di grave era successo. Una bomba era scoppiata sul treno (proprio per Bologna, ndr), nelle ultime carrozze, quelle usate dai passeggeri saliti a Firenze. Quindi mi sentii un miracolato con mia moglie e figlio. Avevo fatto la scelta giusta assecondando la prudenza. Poi fummo trasferiti a Bologna in pullman e alla stazione di Bologna constatammo lo strazio dei parenti delle vittime e dei feriti. L'organizzazione funzionò bene e rientrai a Cesena oltre mezzanotte in compagnia di un lavoratore di quel treno: era un bigliettaio che ci aggiornò su quella tragedia e sui momenti terribili che aveva passato.  

Ecco quando c'è un Cesena Pisa la mia mente va a quei tragici fatti non sportivi che hanno segnato la storia d'Italia trenta e passa anni fa. Ma oggi come sempre forza Cesena e mi aspetto una vittoria sportiva. Quella politica dello Stato è nella storia del nostro paese".