Scaricato da Mignani. Ma non dal Cesena

Prima certezza: Simone Pieraccini di sicuro non è il nuovo Beckenbauer. Non è il nuovo Cera. Ne tantomeno è il nuovo Baresi. Seconda certezza: se la scorsa stagione cadetta Simone Pieraccini fosse stato impiegato più assiduamente da mister Mignani, per il Cesena presumibilmente sarebbe cambiato poco. O nulla. In soldoni: il Cesena sarebbe comunque riuscito a strappare in extremis un pass per il post season. Per poi essere cacciato fuori ai preliminari dei play-off. Detto questo fa quantomeno riflettere il fatto che il 21enne difensore di Coccolia, tra i grandi protagonisti della magica cavalcata bianconera ‘targata’ Toscano che poco più di anno fa ha riportato a suon di record il Cavalluccio in Serie B, la scorsa stagione cadetta sia stato impiegato da Mignani la miseria di 208 minuti. Sì, avete letto bene: appena duecentotto giri di lancetta. Duecentoquattro dei quali raccolti sino a metà febbraio. Perché negli ultimi tre mesi della scorsa stagione cadetta, il povero Pieraccini, praticamente è stato trattato da Mignani come un appestato. Riuscendo a vedere il campo solo per quattro minuti, in occasione della sfida casalinga col Palermo. “Simone? È un giovane di grande talento – ha tuonato in almeno un paio occasioni il trainer genovese – Un grande lavoratore. Uno che ha la maglia del Cesena tatuata sul cuore. Vorrei che tutti avessero il suo spirito…”. Ecco, sì: vorrei che tutti avessero il suo spirito. Poi però in soldoni lo stesso Mignani, fregandosene bellamente del fatto che Pieraccini – pur essendo alla sua prima avventura in Serie B – fosse reduce da una stagione strepitosa, fottendosene bellamente pure del fatto che Pieraccini – per chiarimenti citofonare Artico – fosse uno dei golden boy bianconeri sui cui puntavano forte gli Americani, ben si è guardato dal concedere (più) spazio a questo ragazzo. Dal non scaricare frettolosamente - perché ritenuto troppo… basso - questo figlio del Cavalluccio che pretendeva ‘semplicemente’ di essere testato sul campo. Che negli ultimi dieci mesi, gentili lettrici e gentili lettori, Pieraccini ha dovuto ingollare così tanti bocconi amari (molti dei quali al gusto di umiliazione) che voi umani non potreste nemmeno immaginare. Domanda facile facile: avrebbe meritato più spazio il baby Pieraccini negli ultimi dieci mesi? Risposta: certo che sì. E non soltanto perché lo scorso gennaio, a Pieraccini (all’epoca cercato da mezza Serie C), dal Cesena sono state fatte delle promesse che poi non sono state mantenute. E non soltanto perché a Pieraccini, tante (troppe) volte, è stato preferito Piacentini. Un bravo ragazzo, eh. Un grande professionista. Ma pur sempre un umile – non lo dico io, lo dice il suo curriculum-vitae – mestierante da Serie C. Serie C che, a stretto giro di posta (a breve arriverà l’ufficialità del prestito…) riabbraccerà proprio Piraccini. Destinato come da copione a ritrovare il suo ‘maestro’ Toscano a Catania. Un Toscano che, giusto una decina di giorni fa davanti ai nostri microfoni, ha detto che… “Simone è un grande difensore, un ragazzo che può arrivare lontano…”. Raccogliendo i consensi (anche) di Fusco e di Di Taranto. Perché quello di Pieraccini, sia chiaro, non è un addio al Cesena. Ma soltanto un ‘semplice’ arrivederci. Perché certi amori non finiscono. E - proprio come i chili in più - fanno dei giri immensi e poi ritornano. Mignani permettendo, ovviamente.
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