La Lanterna #10 | Leone d’oro (di Vicenza)

La sconfitta in terra veneta deve far riflettere, senza però cercare a tutti i costi un capro espiatorio.
09.10.2019 08:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
La Lanterna #10 | Leone d’oro (di Vicenza)

Anticipazione fondamentale: il seguente articolo non contiene spoiler. Per gli amanti del cinema è possibile proseguire nella lettura con tutta tranquillità.

È sulla bocca di tutti, da un mese a questa parte sembra quasi non si possa parlare d’altro. L’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è stata vinta da Joker, diretto da Todd Philips. Il regista, noto più che altro per commedie dalla comicità tutt’altro che fine, ha saputo sorprendere pubblico e critica realizzando un lungometraggio dal ritmo lento ma comunque coinvolgente. Le atmosfere noir avvolgono il protagonista, interpretato da un Joaquin Phoenix trasfigurato, attorno al quale ruota l’intera trama che diviene via via sempre più drammatica.
Ora, senza addentrarci in discussioni su quanto la storia rappresentata sia fedele al personaggio dei fumetti a cui è ispirata, il principale messaggio di fondo che il film fa passare è sostanzialmente questo: la povertà, abbinata all’emarginazione, porta inevitabilmente alla criminalità e al degrado della comunità.

Un tema di certo non nuovo (i riferimenti a Taxi Driver sono molteplici e continui) ma che oggi si presta facilmente ad un parallelismo con il Cesena. A Vicenza, i bianconeri in campo avevano il loro Joker. A dire il vero, era in campo pure contro l’Imolese, a Padova e nelle partite precedenti. Le buone intenzioni c’erano tutte, però le ultime prestazioni negative lo hanno fatto finire sotto la lente d’ingrandimento. E a causa dell’errore decisivo che ha causato il rigore siglato da Giacomelli, ora si trova nell’occhio del ciclone.

L’antieroe della pellicola, Arthur Fleck, è un uomo che si esibisce come clown, con la speranza di diventare un giorno un grande cabarettista. Domenico Franco è un playmaker nel pieno della propria carriera sportiva che, dopo tanta gavetta in serie C, è arrivato a Cesena con l’ambizione di mettersi in mostra in un palcoscenico più importante.

È evidente che le cose ad oggi non siano andate bene. Ed è più che naturale che chiunque abbia il bianconero nel cuore non veda l’ora di ammirare nuovamente De Feudis sul terreno di gioco, titolare con la fascia al braccio. Beppe è il nostro Cavaliere, sebbene nient’affatto Oscuro.

Tuttavia, non è neppure il caso di gettare la croce addosso a Franco, come accaduto nell’immediato dopo gara del Menti. Innanzi tutto perché la vita privilegiata di un calciatore di serie C è ben distante dal mondo dorato in cui vivono i suoi colleghi delle categorie superiori. E poi, senza scadere nella retorica, troppo spesso ci dimentichiamo che una parola di troppo può offendere non solo colui a cui viene indirizzata ma anche i suoi affetti.

In secondo luogo, il direttore Alfio Pelliccioni (non l’ultimo arrivato, quindi) ha definito il suo acquisto come il più difficile fra gli obiettivi raggiunti dal Cesena nella scorsa sessione di mercato. E, inoltre, solo pochi mesi fa questo giocatore è stato votato come miglior centrocampista di tutto il girone meridionale della serie C. Sarà dunque fondamentale ritrovarlo nel pieno delle sue capacità, aiutandolo a riemergere dal pericoloso vortice in cui si è infilato, per il bene della squadra.

Forza ‘Mimmo’, c’è bisogno anche di te.