Sarà il mercato invernale più costoso di sempre? Solo Toscano lo sa

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23.12.2022 20:00 di Gian Piero Travini   vedi letture
Sarà il mercato invernale più costoso di sempre? Solo Toscano lo sa

1. Al giro di boa il Cesena non è ancora cresciuto. Non è ancora la squadra che deve spaccare il campionato. Mancano 18 partite e ci sono 54 punti in ballo: è lunga, ma non è più così lunga.

2. Il Cesena è dipendente da De Rose. Il Cesena è dipendente da Corazza. Il Cesena è dipendente da Saber... o, semplicemente, il Cesena è dipendente da Toscano. Nel bene e nel male questo Cesena è completamente una sua creatura e, anche se oggi ci ha visto giusto nei cambi, se non si fa un risultato obbligato come vincere a Carrara, la responsabilità è sua. Non avrebbe firmato in estate per essere dietro alla Reggiana, non avrebbe firmato giovedì per un punto contro la Carrarese: però si renda conto che se si interverrà pesantemente sul mercato come presuppone la posizione in classifica, non ci saranno più alibi.

3. Toscano oggi sostituisce Corazza e giustamente dà fiducia a Ferrante per tutta la gara. Ma va preso atto che 2 gol e 2 assist in 20 presenze non possono essere abbastanza per uno degli attaccanti titolari di chi vuole vincere la serie C. Che non vuol dire che non sia un giocatore da Cesena: lo dimostra la maglia a fine gara, portandosi via mezza fanga del catino infame dello Stadio dei Marmi.

4. Il bundle ternano Ferrante-Kontek non è risultato conveniente. E se il secondo puoi provare a darlo via a gennaio, il primo pesa nel tetto ingaggi e in rosa, a meno che la Ternana non sia disponibile a riportarlo a casa prima della fine del campionato.

5. Con la fine del turno autunnale, ritorna di nuovo attuale il tema Minelli, messo sotto il tappeto dopo che lo avevamo sollevato pubblicamente: a gennaio quello che doveva essere il tuo portiere titolare chiederà di essere ceduto. E poi... chi lo fa il secondo?

6. E se il preparatore dei portieri il cui cognome inizia con la ‘S’ – inizieremo a chiamarlo Voi-sapete-chi o Colui che non deve essere nominato, dato che sembra che in tanti non vogliano più pensarci, come in Harry Potter con Lord Voldemort – fosse la persona giusta per far crescere proprio Lewis jr.?

7. Mercato. Per quanto posso capirne di calcio (e non è molto): un palleggiatore sulla trequarti che possa mettere Saber dietro ad alternarsi con De Rose e Bianchi a seconda dello stato di forma, della pesantezza del campo, delle caratteristiche degli avversari e dei turni di squalifica; un esterno per chiudere la catena di sinistra; un cannoniere che produca. Che a parlare siam buoni tutti, poi bisogna anche trovarli: ma sarà il mercato invernale più costoso di sempre per il Cesena, potete scometterci. Perché Manhattan Bob e Aiello devono scommetterci.

8. Sapete, Tuttocesena ha già rotto i coglioni al Cesena. A Manhattan Bob perché non collaboriamo. A Toscano perché abbiamo sempre qualcosa da dire. A chi ha l’ingrato compito di dover spiegare che: “Sono quelli di Tuttocesena, sono fatti così”. È vero... siamo fatti così. C’è Severi che non va mai allo stadio ed è in crociata contro gli amerikani, c’è Bertozzi che da quando è fallito il Cesena non si tiene più e ogni anno che passa è sempre più nostalgico, c’è Bruno che dice le cose prima ma non ci crede poi così tanto e quindi sembra che non le abbia dette. E poi ci sono io. Che, ancora una volta, mi permetto di dare un consiglio a chi avrà la pazienza di leggerlo e la garbata scaltrezza per recepirlo... quando la farete grossa – e succederà, perché succede sempre di farla grossa –, saremo solo no di Tuttocesena a tendervi la mano. O a concedervi l’onore delle armi. Noi scriviamo per vivere – o viviamo per scrivere –, non per sopravvivere.

9. Sono un fan di Cesena FC Magazine: dentro ci sono le migliori foto – Rega è bravissimo – e ci posso ancora leggere Luca Serafini, che fuori dagli schemi del giornaliero regala ancora perle. E, vi dirò, trovo il vero house organ molto meno indulgente di tanta altra roba che passa di questi tempi. Che era la stessa roba che passava con Igor. Con Giorgio. Con Corrado Augusto. Con Davide (assieme a qualche inglesismo boomer). Giornalismo per titillare il potente di turno prima di rinnegarlo in favore di quello successivo non appena questi fa capolino. Una prosa prona, inetta e untuosa ma dal grande timing. Che va bene, appunto, per sopravvivere.

10. In piazza Amendola c’è lo Spritz di Cesena. Il più famoso. Quello del Baricentro. Non perché sia particolarmente buono – è uno spritz normale, eh, senza le varianti e le elaborazioni interessanti di tanti bravi bartender che trovi anche in città –, ma perché ha ancora dei prezzi umani, te lo servono velocemente e c’è sempre gente con cui scambiare qualche parola all’happy hour, senza pompare troppo nelle casse. Senza far finta che Cesena sia Lower Manhattan. C’è anche Foodie, dove fanno i migliori jiaozi alla piastra della città. Sono davvero fragranti e croccanti, ben cucinati... ovvio, costano di più che dal cinese sotto casa, ma ne vale davvero la pena. Piazza Amendola, per me che vivevo in via Quattordici, vicino di casa di maestranze e dirigenze di Pubblisole, piazza Amendola è stato un bel fazzoletto di città da vivere. Ora è arrivato anche il Cesena Store, inaugurato la scorsa settimana. Penso sia un ulteriore arricchimento di quel romantico affresco che è la più bella piazza cesenate. Quella della sconfitta di Salvini nel 2019. Quella delle scritte razziste coperte da locandine di film dell’Eliseo o delle poesie appiccicate una vigilia di Natale (mi prendo la responsabilità per entrambi gli atti di destabilizzazione artistica, anche se non ero l’unico). Quella degli undercut da Marco Casalboni alla Touche dove vanno tanti calciatori del Cesena, dove vanno tanti dirigenti ed ex dirigenti del Cesena e dove vado anche io, con la scusa di poter veder Cesena, la mia Cesena, almeno una volta al mese.

Non so perché ho scritto il punto 10. ma credo che sia un buon modo per farvi gli auguri e farvi sapere che Cesena manca sempre.