Confalone: “Quella volta che a Pisa ho rischiato l’arresto. E a Bologna...”

L’ex gladiatore bianconero si confessa: “Chi mi ha dato del traditore non conosce la mia storia. Castori ha pagato a caro prezzo la sua schiettezza. E su De Feudis vi dico che…”
05.09.2019 12:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Le due vite di Confalone
Le due vite di Confalone

Simone Confalone, di battaglie ‘targate’ Cesena, ne ha combattute tante. Tantissime.

Confalone, se penso a lei la mia mente corre subito a quella rovente domenica vissuta a Pisa del 2003…
“Quella volta io ho solo cercato di accompagnare fuori dal campo un nostro ultras un po’ alticcio, ma innocuo. Era tutto a posto, non c’era nessun tipo di problema. Invece, all’improvviso, un poliziotto ha tirato fuori il...manganello. Io non ho colpito nessun agente, ho solo cercato di difendere quel tifoso da quel prevedibile assalto senza senso: a conferma delle mie parole ci sono pure le immagini tv. Qualcuno, quella domenica, disse che Confalone (assieme altri giocatori bianconeri, ndr) avrebbe dovuto essere arrestato sul campo in flagranza di reato. All’indomani poi, su alcuni giornali toscani, il sottoscritto fu dipinto addirittura come il calciatore-picchiatore. Assurdo…”

Lei ha sputato sangue per il Cesena. Eppure, qualche tifoso bianconero, non le ha mai perdonato quel passaggio al Bologna…
“Prima cosa da sottolineare: nel 2005, dopo quella straordinaria salvezza cadetta, non sono stato certo io a volermene andare da Cesena. Mi hanno costretto. Seconda cosa: al Bologna ci sono finito soltanto nel 2007, dopo le avventure di Arezzo e La Spezia. Non subito! Terza cosa, forse la più importante: il sogno di ogni calciatore è quello di giocare almeno una partita in A. Ebbene, io nel 2007  ho scelto il Bologna perché sapevo che quello che stava passando era per me l’ultimissimo treno per il Paradiso. Poi ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole. Ma chi conosce bene tutta la mia storia non può certo darmi del traditore…”.

Per lei, in riva al Savio, sono maturati 138 gettoni e 23 gol. Ci regala il suo podio delle emozioni in bianconero?
“Al primo posto metto quel famoso 20 giugno 2004. Quel giorno a Lumezzane sono riuscito a coronare un altro mio grande desiderio: arpionare una promozione con addosso la maglietta del Cesena. Subito dopo metto il mitico derby vinto col Rimini al Manuzzi, sempre nello stesso anno. A un quarto d’ora dalla fine stava ancora 2-0 per loro. Poi però noi, in una manciata di minuti, il Cesena riuscì a confezionare la più incredibile delle rimonte. Proprio sotto la Mare. Infine, sul terzo gradino, ci metto quel 3-3 strappato nel 2005 a Marassi contro il Genoa. Quel mio gol segnato in extremis su assist di Valdifiori me lo sogno ancora la notte…”.

Uno dei suoi grandi maestri è stato Castori. Un pregio e un difetto dell’Uomo di San Severino Marche?
“Castori è un personaggio eccezionale. E, alla fine, a pensarci bene, il suo maggior pregio è anche il suo maggior difetto. Mi spiego meglio. Fabrizio, da sempre, è una persona diretta. Sincera. Uno che, quando ha qualcosa da dirti, te lo dice in faccia. Questa virtù, purtroppo, all’interno della nostra società si trasforma in una…debolezza. Secondo me, Castori, più volte nel corso della sua carriera ha pagato a caro prezzo la sua schiettezza. Il mister, in tutti questi anni, si è già tolto tante soddisfazioni. Ma, conoscendo il suo valore, avrebbe meritato palcoscenici più importanti. Attenzione, però. Castori ha ‘soltanto’ 65 anni. Da lui mi aspetto ancora grandi cose. Il calcio, ogni tanto, sa regalare ancora belle favole. Forse, per Fabrizio, il meglio deve ancora arrivare…”.

Che ci dice di questo nuovo (e già boccheggiante) Cesena? E del suo vecchio compagno di merende bianconere De Feudis?
“Per questo nuovo Cesena bisogna portare ancora un attimo di pazienza: lo start è stato negativo ma io ho ancora piena fiducia nelle qualità di Modesto, che secondo me è un allenatore con le idee chiare. De Feudis? Beh, il Conte è sempre il Conte. Anche se gli anni passano per tutti. È sempre bello vedere Beppe con addosso quella maglietta colorata di bianco e nero, a più di quindici anni di distanza da quella famosa promozione raccolta in quel di Lumezzane…”.


PS  A proposito del Conte di Bollate: non è che è scoccata (finalmente) l’ora di regalare un po’ di spazio a questo mito bianconero vivente? E sia chiara una cosa: io non voglio in campo De Feudis soltanto perché sono solo un povero nostalgico che ha paura del futuro. Assolutamente no! Io (e non solo io…) sono ‘soltanto’ ancora fermamente convinto che il buon Beppuccio, in C, può ancora fare la sua porca figura. Almeno a Cesena.