Play-off matematici, ma cosa ci si va a fare? Meglio guardare la Serie A dal Franchi di Firenze…

Il Cesena non è l’outsider perché il Cesena non è il bad guy. I bianconeri chinano il capo dinnanzi le formazioni più quotate. Così di strada se ne fa poca.
16.03.2022 14:00 di Bruno Rosati   vedi letture
Play-off matematici, ma cosa ci si va a fare? Meglio guardare la Serie A dal Franchi di Firenze…

Una squadra vuole raggiungere i play-off, con l’intenzione di giocarseli per arrivare in B. L’altra appare sospesa in un limbo inconcludente. Paradossalmente è il Pescara, che è ancora dietro in classifica (chissà poi per quanto?), a vivere una stagione deludente. Non il Cesena, che in fin dei conti sta facendo il proprio dovere (al netto dei sempre più frequenti inciampi). Ma con quale fine?

I play-off sono un impronosticabile torneo a se stante. Arrivarci con il miglior piazzamento possibile, saltare qualche turno iniziale, può essere utile soltanto se c’è convinzione di poter prevalere sugli avversari. Altrimenti conta poco partire da terzi o decimi: che sia al secondo turno o ai quarti di finale, ad un certo punto verrai sbattuto fuori al termine di una non-prestazione come quella dell’Adriatico. Sì, perché quello che si è presentato al cospetto del Pescara è un Cesena pronto a replicare la figura dello scorso maggio con il Matelica.

“Hard work pays off, dreams come true. Bad times don’t last, but BAD GUYS do”.
Questo atteggiamento remissivo non lo si può non mettere in relazione alle costanti dichiarazioni che vengono proposte in conferenza stampa. Quei continui ‘stiamo facendo qualcosa di straordinario’, ‘chi lo avrebbe mai detto a inizio stagione che a questo punto saremmo stati terzi?’ e similari. Cantilene sempre più frequenti, ridondanti che ad ogni ripetizione suonano inevitabilmente sempre più stucchevoli. Perché se nella teoria queste considerazioni hanno il loro fondamento, ribadirle ad ogni occasione utile denota un’enorme soggezione (inconsapevole? fino a che punto?) nei confronti delle formazioni sulla carta più quotate. Una resa incondizionata o quasi che si traduce in partite come quella in casa del Delfino o al Braglia di Modena, del tutto sovrapponibili l’un l’altra.
Ma “Hey yo, chico” forse dovresti cominciare a realizzare che si stava facendo qualcosa di straordinario, sopra le aspettative, sino al termine del girone d’andata. Perché non c’è nulla di straordinario nel prendere quattro gol a Gubbio, non vincere con le varie Viterbese, Lucchese, Grosseto, Imolese, o a chinare mestamente il capo quando dinnanzi a te si palesa qualcuno che ha speso di più sul mercato. La si può tranquillamente guardare dalla prospettiva opposta: forse non è il Cesena a far qualcosa di straordinario; forse non è il Cesena ad essere l’outsider; forse sono Virtus Entella e Pescara a vivere una stagione del tutto deludente, anche con eventuale loro raggiungimento del terzo posto, dato che a novembre erano già tagliate fuori dalla corsa per il primo posto.

Del resto, Viali è Viali. Quindi Viali fa quel che fa Viali. Senza perdersi in tautologie, se non ti andava bene Viali, lo scorso 30 giugno gli dicevi ‘arrivederci e grazie’ e sotto un altro. Se invece ti va bene Viali, o è quanto di meglio sei riuscito a trovare, cerchi di accontentarlo. Cosa che non è riuscita benissimo alla precedente società e di cui non si è affatto preoccupata la compagine attuale. E l’essere arrivati in corso d’opera non è un alibi spendibile. Si presume infatti che tu abbia studiato dettagliatamente la situazione prima di inserirti in maniera prorompente. Anche qui: non è Viali l’allenatore che fa al caso tuo? Ti assumi le responsabilità delle tue azioni e lo cambi. Altrimenti provi a metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio.
Per quanto poco auspicabile, visti i precedenti era da mettere in conto un possibile brusco calo di rendimento nel girone di ritorno. Servivano innesti pronti nell’immediato, invece si è passati dall’imposizione degli under all’imposizione di Frieser.

Perciò non sono solo i giocatori e lo staff ad essere sospesi in un limbo inconcludente, ma tutto l’ambiente cesenate. Tra chi non ha nulla di meglio da fare che snocciolare aneddoti su cosa accadeva a Villa Silvia quarant’anni fa e chi invece già rivela in anteprima, da bravo novello Guido Bonatti, quale sarà il dopo-Zebi oppure cosa ha ordinato come menù John Aiello, nelle sue scampagnate domenicali in Toscana.
Ieri è stato fantastico, domani sarà meraviglioso, oggi non esiste.
“Kick him when he’s down, he’s easier to reach!”