“Se dovessi cadere in disgrazia presso Dio”…

Cesena un terzo posto inimmaginabile e paradossalmente già da dimenticare? Perché tutti pensano al domani se il Cavalluccio può potenzialmente andare in B già oggi?
24.04.2022 12:05 di  Bruno Rosati   vedi letture
“Se dovessi cadere in disgrazia presso Dio”…

“Lasciatemi andare, ragazzi. Lasciatemi andare, ragazzi. Lasciami andare nel fango, dove tutti i fiumi si prosciugano”.
Se si volesse gettare uno sguardo spietato e inesorabile sul Cavalluccio visto a Siena, pur tenendo conto del terzo posto raggiunto lo si potrebbe definire così: prosciugato.
Sono mesi che il Cesena appare prosciugato. Di fiato, di energie, di idee, di stimoli, di ambizioni. L’atteggiamento di chi è sceso in campo all’Artemio Franchi non è stato poi così diverso da quello esibito dalla formazione capitolata indecorosamente a Montevarchi. La differenza l’hanno fatta gli avversari, con i ragazzi della Robur per nulla determinati nel voler raggiungere i play-off, contrariamente agli aretini, sì invece vogliosi tre settimane fa di agguantare la salvezza a tutti i costi.

Cosa accadrà ora agli spareggi ora è difficile prevederlo. A prescindere da quale sarà l’epilogo, sarà difficile trovare un giudizio unanime su quanto sia stata buona o meno la stagione dei bianconeri. Qualche considerazione però la si può già trarre. È stata un’annata di gran lunga migliore rispetto alla precedente.
Il gradino più basso del podio alla fine ottenuto ha due valori. Imprescindibili, indiscutibili e inscalfibili. Il primo di questi è dato in relazione alle forze in gioco: questo Cesena, sulla carta, non è più forte di quello precedente. Anzi, al netto della pochezza portata dal mercato di gennaio e dai tanti infortuni che hanno falcidiato il centrocampo, ad oggi forse è addirittura più debole. Vero è che, se paragoniamo la coppia Modena-Reggiana al duo Perugia-Padova del 2020-2021, quest’anno non c’erano compagini all’altezza del Südtirol, Feralpisalò, Triestina o Modena di un anno fa (che fecero il loro dovere, mentre in tempi recenti Entella e Pescara hanno ampiamente deluso) ma la terza posizione rimane tutt’altro che scontata o preventivabile.
Il secondo valore è banalmente l’aver saltato la fase dei play-off a eliminazione in gara secca. Non tanto perché questo vantaggio sia particolarmente considerevole. Due partite in più da disputare per arrivare alla fase nazionale non dovrebbero essere un dramma. Ma tutto l’ambiente cesenate è ancora oggi scottato da quanto accaduto nella sfida interna con il Matelica. Una sfida che rimarrà sempre uno spettro costante negli occhi di coloro che l’hanno vissuta, sia in campo che fuori. Questa squadra non sarebbe stata in grado di esorcizzare la paura di rivivere la medesima atmosfera, finendo poi per rimanerne succube e avviandosi verosimilmente a fare la stessa fine. L’essere già qualificati al turno successivo, l’aver compiuto un passo in più, è già di per sé sufficiente a rasserenare gli animi e a trarre quel che di buono verrà, senza dannarsi l’anima dal rimorso per non aver fatto di più.
Anche il quarto posto avrebbe rappresentato, almeno formalmente, uno step ulteriore rispetto a tagliare il traguardo da settimi, certo. Ma se il Cesena si fosse fatto scippare la posizione all’ultima giornata, avendola mantenuta per oltre due terzi del campionato, chiunque si fregi dei colori bianconeri si sarebbe sentito “pervaso da una profonda rabbia, quasi l’avessero privato della sua libertà, brutalmente invaso nel proprio interno”

“Seppellitemi in mare, dove nessun fantasma assassinato può perseguitarmi. Se dondolo sulle onde nessun cadavere giacerà su di me”.
E quindi ora possiamo pure concederci un fugace brindisi e una cordiale stretta di mano con mister Viali, ormai da tempo “caduto in disgrazia presso Dio”. Da gennaio gli abbiamo rotto le scatole in tutto e per tutto (“che il Cesena non potesse giocare con il 4-4-2 lo si capiva già ad agosto”) senza accorgerci delle scazzottate da pub irlandese che, nel frattempo, avvenivano all’interno del cda. Per fortuna qui a Cesena c’è ancora chi sa fare giornalismo in maniera seria, senza perdere tempo nello stilare una lunga lista di quali centrocampisti in tutta Italia siano tecnicamente migliori di Ciccio Ardizzone. Ora possiamo pure andare a sotterrarci dalla vergogna.

“Se vengo sepolto sotto la zolla forse gli angeli non mi riceveranno”.