Calderoni guarda ai playoff: “Viali non parla di Serie B, ma se la immagina. A Cesena ho ritrovato la serenità”

Dopo una mezza stagione horror con la maglia del Vicenza in Serie B, a gennaio Marco Calderoni ha deciso di approdare tra le fila del Cavalluccio, club nel quale ad oggi si sta spartendo, tra alti e bassi, il ruolo da titolare con Giulio Favale. Il countdown per il Cavalluccio è iniziato: con quale spirito il Cesena affronterà questi fantomatici playoff? Parola al buon Calderoni, che al 100%(?) rimarrà in riva al Savio anche la prossima annata.
Calderoni, cosa ci dice del suo esordio in Serie B, ben 14 anni fa, tra le fila del Piacenza proprio al Manuzzi, contro il Cesena?
“Ho esordito nel 2008, la penultima giornata di campionato a Cesena, mi fa piacere infatti. Fu una grande emozione e un sogno realizzato per me, era la mia prima presenza tra i professionisti”.
Invece quello in Serie A avvenne, al contrario, contro il Bologna.
“Ero moltissimo emozionato. Mi ricordo che la sera prima mi venne a parlare Balzaretti (ai tempi al Palermo, ndr) in camera, indisponibile per squalifica, dicendomi di stare tranquillo per il mio esordio. Fortunatamente andò bene”.
Lei si aspettava un’affermazione immediata in Serie A o sapeva bene che prima occorreva ancora tanta gavetta?
“Quell’anno lì ero in un gruppo veramente forte, mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere. Successivamente ho fatto tanta gavetta e due anni fa ho avuto la fortuna di giocare stabilmente in Serie A. Qualche soddisfazione me la sono tolta”.
Qualche tempo fa guardai il docu-film “Una meravigliosa stagione fallimentare”, nella quale anche lei “recitò” essendo un giocatore del Bari. Che esperienza fu a tutto tondo quell’annata? C’è qualche aneddoto che non è stato inquadrato dalle telecamere?
“Il film ha raccontato tutto, avendoci seguito soprattutto nell’ultimo periodo. È stata una stagione travagliata perché durante l’anno la società è fallita, e in quel periodo lì si sono uniti tifosi, squadra e ambiente intorno. A inizio anno erano in mille allo stadio, ma poi con i risultati siamo man mano riusciti a riempire lo stadio. È stata un’esperienza molto significativa”.
Immagino che quell’anno lì avrebbe sognato una finale playoff proprio contro il Cesena…
“Sì, noi uscimmo in semifinale dopo due pareggi contro il Latina, che poi giocò quella famosa finale contro il Cesena”.
Comunque la Serie A per lei arrivò con la maglia del Lecce. Impossibile non citare quella prodezza contro il Milan a San Siro, alla prima di Pioli.
“A Lecce ho avuto i momenti più belli della mia carriera, anche perché nell’anno in B, da neo-promossi ci era stato chiesto di salvarci, mentre alla fine siamo riusciti ad ottenere una clamorosa promozione. Mi sono anche tolto per l’appunto quella grandissima soddisfazione a San Siro, tra l’altro proprio contro il mio ex allenatore. Per me fu anche particolare perché io, prima di quell’annata, in quello stadio non ci avevo mai giocato. La prima giornata contro l’Inter perdemmo 4-0, ma con il Milan andò decisamente meglio grazie a quel pareggio agguantato all’ultimo minuto”.
Dopo quella stagione la sua carriera è purtroppo proseguita in calando. Quanta colpa dà agli infortuni per ciò?
“Gli infortuni purtroppo fanno parte del percorso. L’anno scorso mi sono portato dietro per diverso tempo un problema al polpaccio con successiva ricaduta. Gli infortuni direi che hanno fatto la loro parte, poi comunque a Vicenza ho passato dei momenti non bellissimi sia in campo che fuori. Ho avuto un po’ di problemi per situazioni extra-calcistiche che un po’ mi hanno condizionato. Qua a Cesena ho ritrovato la serenità che mi mancava”.
A Vicenza per l’appunto stava passando un periodaccio. Cos’è che non girava in particolare?
“Non saprei, ancora oggi se ci penso risulta difficile da analizzare. Ti so solo dire che non mi trovavo bene. Per me la testa comanda le gambe, io la penso così. Non avevo serenità e di conseguenza non riuscivo a rendere in campo. I risultati poi non arrivavano più; è stata una mezza stagione molto particolare”.
A gennaio poi ha bussato il Cesena alla sua porta. Aveva anche altre offerte importanti? Cosa l’ha spinta a scegliere proprio il Cavalluccio?
“Avevo qualche offerta dalla Serie B che però non mi entusiasmava. Qui sapevo che comunque c’era un progetto e una società ambiziosa, che ha in programma di andare in Serie B. Purtroppo la C è un campionato molto difficile, nel quale tante squadre sono rimaste impantanate. Fortunatamente ora abbiamo questa opportunità dei playoff. Non partiamo sicuramente tra i favoriti, ma ce la possiamo giocare con tutti”.
Cosa le ha lasciato l’ultima partita della regular season contro il Siena? Si ritiene soddisfatto della sua prestazione?
“Sì, perché comunque dopo due mesi che ero fermo mi serviva soprattutto per ritrovare minutaggio. È stata tutto sommato una buona partita”.
Mi torna alla mente la sua partita negativa, ma in generale della squadra, contro il Grosseto. Cos’è mancato in quel match?
“È stata la classica giornata no, un po’ come contro l’Aquila Montevarchi. Però comunque quelle partite lì ti fanno riflettere e capire gli errori che hai commesso. Prestazioni così non sono comunque accettabili, infatti poi ci siamo rimboccati le maniche contro la Carrarese”.
Cosa si aspetta da questi playoff?
“Bisogna stare sereni e tranquilli. Ci sono tante squadre forti. Il fatto che tanti non ci considerano i favoriti a noi va anche bene. In settimana abbiamo lavorato bene e scaricato le tensioni, dalla prossima penseremo all’avversario che ci capiterà”.
Non favoriti, ma almeno nella top 5 direi di sì. O no?
“Sì, io il girone d’andata non l’ho guardato tanto ma mi hanno detto che è stato un grande girone. Quello di ritorno è sempre diverso ed è più complicato affrontare le squadre di bassa classifica”.
Quale squadra temete di più, in questi playoff?
“Sinceramente delle altre squadre non abbiamo parlato, comunque direi tutti quei club che sono arrivati secondi o terzi. I playoff sono partite a sé, può succedere di tutto. Abbiamo due partite a turno, dovremo prepararle al meglio”.
Con Viali avete fatto anche una sessione riservata alla comprensione dell’incomprensibile formula dei playoff di Serie C?
“Sì, è un po’ complicato e anche molto lungo (ride, ndr). Infatti secondo me sarà una questione prettamente mentale, anche perché si giocherà ogni tre giorni e quindi sarà importante recuperare. In questo finale di stagione noi dobbiamo pensare solo a noi stessi e mettere in campo quello che sappiamo fare”.
Viali vi ha mai parlato o nominato la Serie B?
“Io penso che quella ce la immaginiamo tutti; dev’essere così. L’obiettivo nostro è quello della promozione, soprattutto per i giovani che non ci hanno mai giocato. Anche se il mister non lo dice, secondo me lo immagina. Io lo faccio tutti i giorni”.
A proposito di obiettivi, ora quali sono i suoi?
“Io sono sceso di categoria perché il mio obiettivo è quello di tornare su. Ho fatto tanti anni di Serie B e avevo bisogno di nuovi stimoli e di nuove conoscenze”.
Come vive la concorrenza per il posto da titolare con Favale? Si aspettava più titolarità o si ritiene soddisfatto?
“La competizione con Giulio è sana. Per me in una squadra ci vuole la competizione perché fa alzare l’asticella al mio concorrente e a tutta la rosa. Entrambi ci alleniamo a mille. Sono abbastanza soddisfatto, se non fosse per quel problema che mi ha tenuto fuori due mesi”.
Lei ha un corposo contratto in essere col Cesena fino al 2024. L’anno prossimo quindi Calderoni rimarrà in Romagna, giusto?
“Se tutto va bene e se non cambiano le cose, sì (ride, ndr)”.
In che senso?
“Magari cambia qualcosa… non si sa mai. Lo spero comunque, perché altrimenti non avrei firmato per due anni e mezzo. Credo nel progetto e spero di farne parte”.