Ha (ri)vinto il Virus. Hanno (ri)perso i tifosi. E la colpa è pure di certi calciatori…

Il campionato di Serie C è (già) stato falsato. E certi mestieranti della pedata, per Natale e Capodanno, non sono proprio stati dei professionisti a 360 gradi…
07.01.2022 16:35 di Flavio Bertozzi   vedi letture
Ha (ri)vinto il Virus. Hanno (ri)perso i tifosi. E la colpa è pure di certi calciatori…

Niente da fare, non si riparte nemmeno il 16 gennaio. E dopo il rinvio della sfida Cesena-Lucchese (originariamente prevista per domani) nelle ultime ore il Cavalluccio ha dovuto prendere atto anche dello slittamento forzato della trasferta di Imola. I motori del carrozzone bianconero si riaccenderanno dunque soltanto sabato 22 gennaio, in occasione della gara interna con la Viterbese. Salvo possibili ulteriori novità virali, ovviamente. Perché qui, coi tempi grigi – tendenti al nero, diciamo pure al marrone – che corrono, al peggio non c’è mai fine.

‘Ci sono – dicono nel Palazzo – quasi 300 calciatori di Lega Pro su 1700 positivi al Covid: i modelli matematici in nostro possesso dicono che i contagi aumenteranno nei prossimi giorni, dobbiamo fermarci. La salute viene prima di tutto’. Giusto. Giustissimo. Anzi, di più. Nel frattempo, però, questo maledetto Virus ha già falsato (ancora una volta) il campionato. Perché questi primi stravolgimenti del programma di Serie C (e siamo solo all’inizio: il futuro di molti club d’ora in poi sarà nelle mani delle Asl), non saranno neutrali. Indolori per tutti. Ci saranno squadre – le più ricche, quelle con la rosa più competitiva, quelle che soffrono di meno il turnover imposto dai turni infrasettimanali – che si avvantaggeranno da questa situazione. E squadre che invece ne usciranno ridimensionate. O peggio, rovinate. Per non parlare dei tifosi. Di quegli stessi tifosi che, con i loro soldi, con i loro abbonamenti (già) pagati, mandano avanti tutto il Sistema. Tifosi che il Palazzo continua ad ignorare bellamente. Che - tanto per fare un esempio - un Cesena-Lucchese fissato nel freezer del Manuzzi alle ore 21 di mercoledì 2 febbraio è stuzzicante quasi quanto una cena a quattro con la propria suocera, mister Modesto e il ministro Speranza. O invitante quasi quanto un esame manuale alla prostata presso il Bufalini.

Rinvii. Focolai. Tamponi. Test molecolari. Rose ridotte all’osso. Asl che si incazzano e bisticciano tra di loro. Stadi a capienza ridotta (o nulla). Niente da fare, ha rivinto il Virus. Virus che, ancora una volta, sta mettendo in ginocchio un Sistema che era già infarcito di debiti. Di rebus. Di plusvalenze tarocche. Di paturnie. Virus che, diciamolo pure, è stato preso sottogamba da tanti. Da troppi. Anche nel mondo del pallone. Conosco diversi giocatori (e non sto parlando di atleti del Cesena, il mio è un discorso ben più ampio…) che, nelle ferie natalizie/di fine anno appena andate in archivio, non hanno voluto rinunciare a qualche evitabilissima fuga al mare o in montagna. A qualche azzardato tuffo nella movida della Milano o della Roma da bere. A qualche rischiosissimo brindisi al gusto di…goccioline condivise o sudore condiviso. E che nessuno si azzardi a dire ‘Poverini i calciatori: dopo 5 mesi di duro ed ininterrotto lavoro sui campi di calcio una vacanzina alle Canarie o a Madonna di Campiglio se la meritavano pure…’. Che i ‘poverini’ sono altri. I poverini sono quelli che fanno fatica ad arrivare a fine mese, ad esempio. Sono quelli che lavorano in fabbrica 11 ore al giorno. Sono quelli che un lavoro non ce l’hanno. Sono quelli che nel 2022 ancora muoiono per colpa del Bastardo.


PS: Quelli che…#andràtuttobenestiduemaroni