Mignani non lo dice ma teme l’esonero: “Non penso alle dimissioni perché non siamo ultimi in classifica”
Prosegue il trend negativo in trasferta del Cavalluccio che si protrae da inizio stagione. Il tecnico Michele Mignani si presenta in sala stampa con considerevole ritardo rispetto al solito, segno che potrebbe esserci stato un acceso confronto con i quadri dirigenziali dopo il triplice fischio. Nel commentare lo scempio andato in scena in quel di Carrara, Mignani ha un tono dismesso, a tratti parla sottovoce, farfuglia, balbetta, glissa, incespica ed evita di essere chiaro alle domande sul proprio futuro: “Sicuramente quando perdi una partita del genere l’allenatore è il primo a doversi fare delle domande. Parlare con il senno di poi è troppo facile… pensavo che oggi servisse più fisicità, perciò abbiamo scelto un centrocampo robusto e un attaccante più fisico.
Abbiamo sofferto la fisicità dell’avversario dopo un inizio di primo tempo fatto giustamente, poi però ci siamo troppo preoccupati di fare la fase difensiva con ordine dimenticandoci di giocare per fargli male.
In avvio di secondo tempo batti il calcio d’inizio e dopo venti secondi concedi un angolo, prendendo gol. Se non reagisci significa che sei fragile e debole (questa pare essere una nota autocritica del tecnico più che una vera e propria imputazione alla squadra, ndr).
Dopo la seconda rete potevamo prendere altri gol. Ci sono situazioni in cui il fuorigioco viene segnalato venti secondi dopo e quelle non le possiamo contare. La Carrarese ha legittimato la sua vittoria e io le faccio i miei complimenti”.
Il percorso esterno del Cesena è deficitario sin dalle primissime uscite e nell’ultimo mese e mezzo c’è stato un crollo verticale di risultati. Al tecnico viene chiesto se pensa alle dimissioni: “No, la squadra non mi sembra allo sbando, con la Cremonese non lo era. Se si parla di numeri quelli sono incontestabili. Dobbiamo lavorare per quanto mi daranno la possibilità di farlo. Non penso alle dimissioni, non siamo ultimi in classifica”.
Proseguendo, Mignani rivendica le note positive del suo operato in questi mesi, anche se a conti fatti, in media, per ogni partita buona ne seguono due ampiamente insufficienti: “Nel girone d’andata questa squadra ha fatto tante cose buone”.
Quando gli viene posta la domanda su quanto tema l’esonero Mignani va nel pallone e non riesce a rispondere a chiare lettere: “La domanda non la dovete fare a me. Il nostro mestiere è fatto di annate positive e negative. Se parli dell’ultimo mese i dati sono corretti, invece se ti riferisci alla prima parte di stagione, compresa la Coppa Italia (conclusa però con sei gol al passivo in un solo match, ndr) sono state fatte cose buone. Oggi la squadra si è un po’ sciolta nel momento in cui ha preso gol. Non è una squadra allo sbando…. è il tuo punto di vista e lo accetto, rispondo alle domande che mi fai e spero che te le faccia andar bene”.
In conclusione viene chiesto all’allenatore perché dopo tutte queste sconfitte una in fila all’altra non sia mai andato quantomeno a fare un cenno di saluto ai tifosi bianconeri al seguito: “Se ci hai fatto caso, anche quando vinciamo prendo e vado negli spogliatoi. Credo che, soprattutto nella vittoria, la responsabilità e il merito vadano soprattutto ai ragazzi. Questa è un’abitudine che ho dal primo giorno che alleno, se mi vuoi contestare anche questo…”