Gli scherzi da prete del Conte Rognoni

Calcio, combine e donne... il mondo del Conte Rognoni, quarant'anni prima del calcio che viviamo
17.08.2016 09:00 di  Gian Piero Travini   vedi letture
Il conte Rognoni con Boniperti
Il conte Rognoni con Boniperti
© foto di Panathlon Forlì

“Il personaggio è pieno di fascino: rispetto ai vecchi sopracciò federali è un autentico Giamburrasca: fa e disfà secondo estro e umori”. Brera, il migliore, nella sua “Storia critica del calcio italiano” dipinge un ritratto del conte Alberto Rognoni che va anche al di là della sua attività di presidente e colto viveur del mondo calcio, crapulone e provocatore a sostegno della Romagna Nazione. Il racconto del sor Gianni ci parla di un Rognoni in versione 007, non al servizio di sua Maestà, ma della Figc, per scovare gli inghippi di un calcio sempre più “cialtrone”.
Perché anche a metà degli anni Cinquanta si parla di partite truccate. E dunque Giuseppe Pasquale, presidente della Figc ai tempi ma pugile avventuriero e gran ciavador prima - quando i due si conobbero -, sguinzaglia l'amico Rognoni. O, meglio, Rognoni si prodiga per far sapere all'amico Pasquale quali sono le combine del massimo campionato, conducendo rocambolesche indagini.
L'Udinese del bel calcio, seconda in campionato dietro il Milan, risulta colpevole di aver corrotto alcuni giocatori della Pro Patria per l'aggiustamento di una partita dell'anno prima: udinesi retrocessi in serie B, i giocatori bustocchi vengono squalificati a vita. Rognoni è sul pezzo. La seconda indagine porta l'Inquisitore delle Romagne a Catania: dai libri mastri dei siciliani risultano strani e costanti versamenti all'arbitro romano Scaramella. Retrocessione e radiazione per la giacchetta nera mariuola. Con Rognoni si scherza poco.
E mentre rovista nel passato del Catania, il conte trova qualcosa a proposito di una combine con il Milan campione d'Italia. Tocca gli interessi dell'estabilishment che incassa con stile, squalificando per due anni il portiere del Catania, ma lasciando intatta la posizione dei Diavoli. Ma la controffensiva è immediata: il presidente rossonero Rizzoli acquisisce diverse informazioni sui vertici della Figc e su Rognoni stesso. Salta fuori che il Cesena avrebbe “aggiustato” un certo pareggio a San Donà di Piave e che l'ineffabile conte avesse messo mano al portafoglio: è roba già in prescrizione, ma l'intervento di Barassi spegne tutte le voci e costringe Rognoni a smettere i panni dell'agente segreto con licenza di “sgamare”.
E dire che ci aveva preso pure gusto, dato che aveva iniziato ad usare travestimenti. Come quella volta che si vestì da curato per indagare in casa di un dirigente sospetto lestofante e venne salutata dalla di lui sorella - che, mica per niente, Rognoni l'aveva conosciuto con e senza vestiti - con un: “Prego, si accomodi pure, signor conte”.
Uno scherzo da... prete finito in burla.