Otto in pagella

03.04.2022 17:39 di  Stefano Severi   vedi letture
Otto in pagella

1. Facciamo finta che, come in quei giochi da bambini in epoca pre Playstation. Facciamo finta che la stagione sportiva del Cesena termini oggi, senza playoff o altre appendici, e facciamo finta che sia il momento di tirare le somme.

2. Diamo i voti ad oggi: la nuova proprietà, quella di Aiello, Lewis e Agostini, per il momento si aggiudica un bel s.v., un po’ come Frieser oggi (omaggiato dall’esposizione della bandiera austriaca in tribuna stampa da parte probabilmente di un parente in villeggiatura in Riviera). 

3. Gli americani hanno lavorato – almeno si spera – in prospettiva futura e i frutti del loro lavoro si vedranno auspicabilmente a partire dalla prossima estate. Le loro mosse di mercato non hanno certo spostato gli equilibri ma al tempo stesso non hanno per il momento fatto danni. Diamogli tempo.

4. La vecchia proprietà merita invece un 8 non solo per quello che ha costruito in questa stagione bensì per il percorso a partire dall’estate 2018 ad oggi. Ha preso in mano lo zero più assoluto, ha costruito una società solida dalle ceneri del Martorano e, nonostante il terremoto di due anni di Coronavirus, ha riportato la Primavera (letteralmente rasa al suolo come Donetsk dal battaglione Azov) nel massimo campionato e ha piazzato stabilmente la prima squadra ai piani alti della serie C.

5. Patrignani e soci non sono riusciti ad imprimere al Cesena quel salto di qualità necessario a salire in B – c’è stato un momento in cui ci si era illusi che l’obiettivo fosse davvero alla portata del pool romagnolo nel giro di un solo triennio - ma il miglioramento è stato sempre lineare e costante nel tempo. 

6. Il primo tempo di questa rinascita porta le firme di Angelini e Pelliccioni ma sono poi stati Viali e Zebi a guidare il treno verso lo sprint finale. La loro conduzione ha ispirato sia la prima squadra che la Primavera e i risultati del lavoro – con budget tutto sommato ristretto – si sono visti. 

7. Avrebbero potuto far di più Viali e Zebi? Questa è la domanda da un milione di dollari (convertibili in rubli, semmai). Probabilmente sì, però fare di più si sarebbe tradotto nel restare in scia di Modena e Reggiana. Siamo sicuro che la rosa di questo Cesena fosse (sia) a livello di quelle due davanti?

8. Ci sono state partite – ammettiamolo – da vomito o quasi. La sfida di Pescara ha colpito per la remissività mostrata (al netto del solito gol regolare annullato) in campo. Anche oggi si è sofferto tanto, ma almeno l’avversario non era l’Imolese o il dopolavoro Ferroviario: si giocava con la quarta in classifica distante appena un punto e si è vinto senza subire reti. Di che cosa parliamo?

9. La nuova proprietà ora ha fatto un ragionamento semplice: la squadra e la società sono cresciute tanto in questi quattro anni ma per fare il salto di qualità serve altro. Un nuovo allenatore, un nuovo ds e un nuovo budget, decisamente sovradimensionato rispetto a quello precedente. Staremo a vedere.

10. Intanto però godiamoci questo Cesena sicuro almeno del quinto posto e a +4 sul quarto, godiamoci questa Primavera trionfale, godiamoci una squadra dove il gol decisivo lo segna il più contestato di tutto, Ciccio Ardizzone. Ma seriamente? Sapete che gioca per il Cesena? Siamo una piazza che in parte ancora venera un ragazzino scappato al Sassuolo, poi all’Inter e Samp per mezza stagione in riva al Savio e si permette di fischiare il proprio capitano… A volte ci meriteremmo Turati.