Riecco Camplone: “Guarda che fine ha fatto Giorgio Lugaresi... ”

A tu per tu con l’ex trainer bianconero: “Io non ho tradito nessuno, su Crimi il Cesena mi ha detto solo bugie. Già un anno fa erano tanti i tifosi che speravano in un fallimento... ”
25.10.2018 19:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Andrea Camplone
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Andrea Camplone
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Parla di tutto, il redivivo Andrea Camplone. Dei suoi trascorsi in riva al Savio. Di quella famosa cessione di Marco Crimi. Del suo grande ‘amicone’ Giorgio Lugaresi. Delle stuzzicanti sfide che attendono la truppa di Beppe Angelini. Ma non solo.
“So per certo che questo recente fallimento, per molti tifosi del Cesena, ha avuto il sapore di una liberazione – ci confessa l’ex trainer bianconero, attualmente ancora fermo ai box in attesa di una nuova panchina –: ora non posso far altro che augurarvi di tornare al più presto fra i professionisti... ”.

Camplone, apriamo insieme il suo album di ricordi in bianco e nero. Partiamo da quella bella salvezza del maggio 2017.
“Grande impresa, quella. Ho preso il Cesena dopo una dozzina di giornate, da Drago: quella squadra era in piena crisi d’identità, schiava dei suoi problemi tecnici e mentali. Tra alti e bassi sono però riuscito a rimetterla in carreggiata. Ho un grande ricordo di quella stagione, anche perché in Coppa Italia abbiamo clamorosamente rischiato di andare in semifinale. Se ripenso a quella partita con la Roma, a quel rigore letteralmente inventato all’Olimpico da Maresca in pieno recupero e poi trasformato da Totti, mi prende ancora male. Era già scritto che la Lupa doveva passare il turno. Noi, che eravamo solo il piccolo Cesena, non potevamo certo far saltare il grande derby di Coppa con la Lazio... ”.

La sua avventura a Cesena si è poi conclusa una manciata di mesi dopo, a fine settembre. Dopo quella sconfitta di Vercelli.
“Vero, anche se la crisi di quel Cesena era iniziata prima. Molto prima. In estate. Quando non erano arrivati dei giocatori che io avevo espressamente chiesto a Foschi per poter mettere in atto il tipo di gioco che piace a me. Vogliamo poi parlare di Crimi? Parliamone pure. Io puntavo moltissimo su Marco. La società, per intere settimane, mi ha ripetuto fino allo sfinimento che il ragazzo non sarebbe mai stato venduto, se non a una squadra di serie A. Come è poi finita questa assurda storia lo sapete tutti. Crimi alla fine me lo hanno dato via in extremis, per giunta all’Entella. Una vergogna! Quando mi hanno comunicato la notizia di quella cessione volevo spaccare tutto. Stavo per dimettermi. Poi, seppur a fatica, mi hanno convinto a restare”.

Lugaresi, un po’ di tempo dopo il suo esonero, ha dichiarato che “Camplone con il suo comportamento ha tradito me, Foschi, i tifosi del Cesena e il nostro progetto tecnico”.
“L’ho letta pure io quella tua intervista apparsa sul Corriere dello Sport-Stadio. Cosa posso rispondere, seppur a scoppio ritardato, a Giorgio Lugaresi? Che le sue dichiarazioni mi fanno ridere, che le sue parole si commentano da sole. Io non ho mai tradito nessuno, tantomeno i tifosi bianconeri. Poi mi scappa da ridere quando Lugaresi parla di ‘progetto tecnico’. Ma quale cazzo di progetto tecnico? Lasciamo stare questo discorso che è meglio. Che poi mi arrabbio sul serio. Secondo me, uno così, non merita risposta. Guardate dove è finito Lugaresi. Guardate che brutta fine ha fatto il suo Cesena... ”.

A proposito, come ha vissuto da ‘semplice’ spettatore questo fallimento in salsa romagnola che in un colpo solo ha spazzato via 78 anni di storia?
“Beh, ‘solo’ da spettatore non direi, visto che pure qualche mio stipendio si è…perso per strada. A parte questi dettagli, mi pare evidente che pure il sottoscritto ha sofferto tanto per questo crac. Quel maledetto esonero non potrà mai cancellare le soddisfazioni che mi sono tolto con questo club, le straordinarie persone che ho incontrato in Romagna. Un fallimento di una squadra professionistica ti lascia sempre spiazzato, ammutolito. Anche se, a dirla tutta, io lo sapevo già da tempo che a Cesena, a livello finanziario, c’era qualche grosso problema. Forse avevano ragione proprio quei tifosi che, già un anno fa, dicevano di sperare in un fallimento: per loro, questo epilogo, è stato come una liberazione. Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno: il Cesena c’è ancora, è ripartito forte e non ha debiti... ”.

Cosa risponde a chi dice che la corsa della truppa di mister Angelini verso la C potrebbe essere frenata soprattutto dalla pressione che si respira in riva al Savio?
“Rispondo che mi fa sorridere anche chi dice che Cesena è una piazza dove c’è tanta pressione. La vera pressione la si respira in altre piazze. Come ad Avellino, a Salerno, a Bari. In piazze dove, agli allenamenti, puoi ritrovarti anche più di 1500 persone a botta. Io lo so bene che vincere un campionato non è mai facile. Però questa squadra ha tutte le carte in regola per filare dritto in C. A Cesena si lavora divinamente. Agliardi, De Feudis e Biondini, per questa categoria, sono tre primedonne. Quella marea di abbonati, poi, non potrà non fare la differenza. Fino alla fine. Che dire di più? In bocca al lupo per tutto, caro Cesena. Mi auguro di rivederti presto fra i professionisti. Io faccio il tifo per te”.