La riconoscenza di Brunetti: “Cesena, sarei rimasto volentieri ma grazie lo stesso”

Il difensore centrale ha deciso di scendere nei dilettanti, tra le fila della Recanatese. “Che strano un Cesena senza Agliardi e De Feudis!”
14.08.2020 12:00 di  Bruno Rosati   vedi letture
La riconoscenza di Brunetti: “Cesena, sarei rimasto volentieri ma grazie lo stesso”
© foto di Luigi Rega

L’arrivo in sordina la scorsa estate, accolto tra il silenzio generale e forse un po’ di scetticismo. Qualche scampolo di gara nei primi mesi. Poi l’occasione da cogliere al volo: quella partita in casa del Gubbio, che sembrava già un’ultima spiaggia, da affrontare con tante defezioni in difesa. Lo stupore collettivo nel vedere la sicurezza di quel difensore che sino ad allora era un oggetto misterioso.
L’autorevolezza, la puntualità e la precisione dei suoi interventi convincono tutti: il Cesena non può fare a meno di Alessandro Brunetti.
Dopodiché le vicende hanno però preso un’altra piega ed oggi il centrale di Martorano è pronto a ripartire dalla Recanatese.

Brunetti, quando ha capito che la sua avventura nel Cesena era terminata?
“Ho cercato di aspettare più a lungo possibile. I giorni però passavano e nessuno mi ha chiamato. Vedendo che in rosa sono rimasti quasi tutti i difensori e a seguito della conferma di mister Viali, ho capito che non avrei avuto molto spazio e mi sono guardato attorno”.

Secondo lei, quanto ha inciso nella sua mancata conferma l’espulsione patita a dicembre contro il Fano?
“Non penso sia stata quella la ragione. Purtroppo con l’arrivo dell’anno nuovo mi sono infortunato e sono restato fuori a lungo. Quando è arrivato mister Viali stavo ancora recuperando la condizione e giustamente giocava chi era più pronto. Inoltre con il cambio di modulo, passando alla difesa a quattro, si è ridotto lo spazio per i centrali e questo ha finito per penalizzarmi”.

Domanda cattiva. Che effetto fa essere rimasto tagliato fuori e vedere che qualche giocatore che ha deluso le aspettative è ancora lì al proprio posto?
“Da parte mia non c’è assolutamente alcun tipo di rancore o gelosia. Dover pazientare mesi ad aspettare il momento giusto, prima di riuscire a ritagliarmi il mio spazio, è stata una costante della mia carriera, in particolar modo quando ho dovuto affrontare il salto di categoria.
Con i compagni di reparto ho costruito un rapporto bellissimo. Sia con Ciofi e Maddaloni, sia con Ricci e Sabato che hanno saputo darmi sempre consigli preziosi”
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Se fosse rimasto Alfio Pelliccioni come direttore sportivo, avremmo visto anche lei ancora in bianconero?
“Probabilmente qualche possibilità in più ci sarebbe stata. Mi dispiace di non aver avuto occasione di conoscere Zebi e, analogamente, di non potermi far conoscere da lui”.

Cosa l’ha convinta ad accettare la proposta della Recanatese?
“C’è stato qualche contatto con alcune squadre di Serie C. La priorità però ora è quella di giocare il più possibile, perciò ho accettato di buon grado di scendere in Serie D. La Recanatese è un club che punta al vertice del proprio girone ormai da anni. Questa voglia di vincere mi ha contagiato e sono entusiasta di aver abbracciato il loro progetto”.

Da cesenate, da tifoso, cosa si prova sapendo che nel Cesena non giocheranno più bandiere come De Feudis e Agliardi?
“È una sensazione strana quella che avverto. È un vero peccato perché sono gli uomini con maggior attaccamento alla maglia, conoscono meglio l’ambiente circostante rispetto ad altri compagni. Penso anche ad un romagnolo come Capellini, tutte persone con il Cesena nel sangue. Secondo me avrebbero dovuto confermarli tutti senza pensarci nemmeno un secondo. In particolare, Beppe meritava di chiudere la carriera sul campo, non per covid-19. Mi auguro davvero che venga organizzata un’amichevole in suo onore”.

È già il tempo dei saluti. C’è qualcosa in particolare che ci vuole far sapere?
“Ci tengo moltissimo a fare un grande in bocca al lupo a tutti i miei ex compagni per la prossima stagione. Un augurio che voglio estendere a tutto il Cesena e ai fantastici tifosi bianconeri. È stato un anno breve ma molto intenso, lo porterò nel cuore”.