ESCLUSIVO Parolo si racconta: “Sogno un ritorno a Cesena”

L’Eroe di Piacenza: “Cosa penso di Bisoli, di Ficcadenti e di Giampaolo. La serata alle Terre Alte: ecco la verità. La Festa per il Conte? Io ci sono”
15.08.2022 00:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
ESCLUSIVO Parolo si racconta: “Sogno un ritorno a Cesena”

Nome: Marco. Cognome: Parolo: Segni particolari: mito bianconero.


Parolo, a 37 anni ha qualche rimpianto legato al mondo della pedata?
“Mi capita spesso di ripensare ad Euro 2016. A quella maledetta sfida persa ai rigori contro la Germania... ”

Lei era in campo anche in quel ‘famoso’ Italia-Svezia 0-0 del 2017 che mandò definitivamente all’inferno l’Italia di Ventura.
“Se avessimo vinto quella gara a San Siro, il sottoscritto, avrebbe probabilmente potuto giocare un mondiale da titolare. Però... ”

Però?
“Relativamente a quel pareggio al gusto di tragedia calcistica, faccio fatica a parlare di rimpianto. Quella era comunque un’Italia senza futuro. E il clima che si respirava in Casa Azzurri non era certo positivo…”

Parliamo allora di cose belle: tre giornate da ricordare.
“La mia mente vola subito a quel pomeriggio di fine maggio del 2010…”

Forno (pardon, Stadio) Garilli di Piacenza.
“Stagione strepitosa, quella. Volata finale incandescente col Brescia per il 2° posto. Tutto molto bello. E poi il mio gol (semplicemente decisivo, ndr) proprio all’ultima giornata…”

Brividi. Brividi bianconeri.
“Quel giorno, davanti a quella marea colorata di bianconero che voleva riguadagnare la Serie A dopo quasi 20 anni di attesa, ho toccato il cielo con un dito. Quel giorno, la mia carriera, ha svoltato…”

Quali altri frammenti da ricordare ci tira poi fuori dal suo cassetto dei ricordi?
“Potrei ritirare fuori la mia quaterna rifilata (con addosso la casacca della Lazio, ndr) al Pescara: mai sino a quel giorno, un centrocampista centrale, era riuscito a segnare 4 gol in una stessa partita. E poi come non dimenticare i miei 2 gol segnati in Champions League (sempre per i biancocelesti, ndr): il primo allo Zenit, il secondo al Bayern Monaco. Non capita mica a tutti di riuscire a segnare in Champions…”

Torniamo alla sua tripla avventura in riva al Savio. Cosa ricorda con più affetto di quella sua lunga parentesi romagnola?
“Il calore contagioso dello Stadio Manuzzi. La passione genuina dei tifosi. A Cesena, come in altre pochissime piazze italiane di provincia, la gente non fa il tifo per gli squadroni. Per la Juve, per l’Inter, per il Milan. Ma per il Cavalluccio”.

Proprio così.
“A Cesena prima viene il Cesena. E poi tutto il resto. Questa cosa mi ha sempre affascinato. Sempre”.

Quanto è stato importante Bisoli nel suo percorso?
“I consigli che mi ha regalato il Bisolone (prima a Foligno e poi a Cesena, ndr) sono stati fondamentali. Con me, il mister, ha saputo toccare le corde giuste”.

Della promozione del 2010 ne abbiamo già parlato. Che ci dice invece della salvezza del 2011?
“I pronostici erano tutti contro di noi, ma in quella stagione il sottovalutatissimo Ficcadenti riuscì a dare un’identità precisa a quella squadra. Bel Cesena, quello. Un giusto mix tra qualità e quantità. E spogliatoio compatto”.

L’anno dopo, invece, andò in scena il patatrac.
“Igor Campedelli, sino a quel momento, a Cesena aveva sbagliato poco o niente (doppio salto dalla C alla A e salvezza in Paradiso, ndr). Poi, però, fece il passo più lungo della gamba. Arruolò alla sua corte giocatori non abituati a soffrire. E il Cesena smarrì all’improvviso la sua anima provinciale…”

Giampaolo, poi, era l’allenatore sbagliato al posto sbagliato.
“Secondo me, invece, Giampaolo era l’allenatore giusto nel posto giusto ma al momento sbagliato”.

Si spieghi meglio.
“Giampaolo, secondo me, è un ottimo allenatore. Era un piacere sentirlo parlare di calcio. A quel tempo, però, non era ancora pronto per calarsi in quella dimensione ‘contadina’. Lui cercò di creare a Cesena un piccolo Barcellona, ma quel gruppo non era palesemente in grado di recepire le sue nozioni ‘futuristiche’. E così... ”

Lei, in quella stagione maledetta, con un suo gran gol riuscì anche ad espugnare il Dall’Ara. Però, a conti fatti, ad inizio marzo il Cesena era già in B.
“Quella retrocessione, per il sottoscritto, è ancora una ferita aperta. Apertissima”.

Quello era un Cesena che la domenica, sul campo, faceva fatica. Però, nei turni infrasettimanali giocati lontano dal Manuzzi, il Cavalluccio andava forte. Fortissimo.
“Bertozzi, a cosa ti riferisci?”

Ad esempio all’ormai celeberrima serata ad alta gradazione alcolica passata alle Terra Alte.
“Su quella serata ne ho sentite di cotte e di crude... ”

Pure io. Sentiamo la sua versione.
“Quella sera, alla Terre Alte (noto ristorante sulle colline cesenati, ndr), c’eravamo io, Ceccarelli, Mutu, un cugino di Mutu, più un amico di Ceccarelli. A un certo punto, poco dopo la mezzanotte, Mutu decise di fare uno scherzo ad Arrigoni. Così lo chiamò al telefono, fingendosi ubriaco. ‘Mister, vieni a prendermi’ disse Mutu al mister. E il mister, dopo una trentina di minuti, arrivò sul serio…”

Tutto qui?
“Lo giuro, tutto qui. Chiedete ad Arrigoni. Quella sera siamo poi rimasti a tavola sino alle due. A parlare di calcio col mister…”

È vero che Arrigoni arrivò alle Terra Alte in… pigiama?
“No (risata, ndr). Addosso aveva semplicemente una tuta…”

Vabbè, chiudiamo l’album dei ricordi e tiriamo fuori la sfera di cristallo. Chi vince lo Scudetto?
“Metto Milan ed Inter in prima fila. Subito dietro la Juventus. Più attardate Roma e Napoli. Lazio e Fiorentina potrebbero invece essere le sorprese…”

Cesena promosso in Serie B?
“Me lo auguro di cuore. Spero davvero che Toscano riesca a fare centro al primo colpo…”

E per lei? Progetti?
“Quest’anno sono ancora a Dazn. Poi, più avanti, spero di poter cominciare ad allenare (Parolo ha già frequentato a Coverciano il corso per prendere il patentino Uefa A, ndr). La voglia di rimettermi in gioco è davvero tanta…”

Magari, tra una manciata di anni, ci ritroviamo Parolo sulla panchina del Cesena.
“Ogni tanto, a questa eventualità, ci penso. Cesena mi è rimasta ‘dentro’. Sarebbe bellissimo poter riabbracciare quei colori. Sognare non costa nulla”.

Ha letto su TuttoCesena il mio appello rivolto al club bianconero? Qui bisogna subito organizzare (a scoppio ritardato) una partita d’addio al calcio giocato per il vecchio De Feudis.
“Ho letto, Bertozzi. Ho letto. Sì, hai ragione in pieno: il Conte, visto tutto quello che ha fatto per il Cesena (5 promozioni raccolte sul campo, come lui nessuno in Romagna, ndr), si merita davvero una grande festa. Mi raccomando, se fate questa partita al Manuzzi chiamatemi subito. Io, salvo improrogabili impegni per Dazn, ci sono. Per il mitico Beppuccio questo e altro…”

Parolo, speriamo allora di rivederci presto nella Terra del Liscio... 
“Sì, speriamo... ”