Perché Sanremo è Sanremo. Perché Toscano è Toscano. Perché…

In riva al Savio si continua a sognare (ad occhi aperti) la promozione diretta. Per tanti motivi. Ma forse, il vero valore aggiunto, è in panchina. E sull’Inno di Mameli vi dico che…
08.02.2023 10:40 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Perché Sanremo è Sanremo. Perché Toscano è Toscano. Perché…

Inutile, ormai, ripensare alle abominevoli ‘patacate’ commesse (anche) da Tozzo. Ai gol sbagliati (anche) da Ferrante. Ai cross ‘ciccati’ (anche) da Calderoni. Ai punti gettati stupidamente alle ortiche (anche) con Lucchese, Carrarese e Fermana. No, meglio guardare solo avanti. Meglio puntare il proprio mirino solo su questa appassionante volata promozione. Reggiana punti 58, Cesena punti 54, Virtus Entella punti 52: la vincitrice del girone B, come già ampiamente ipotizzato la scorsa estate sotto l’ombrellone, uscirà da questo tris. Anche se, diciamo le cose come stanno, ben difficilmente la Virtus Entella da qui al 23 aprile riuscirà a mettere la freccia due volte. In soldoni: salvo tsunami devastanti, si va verso un testa a testa tra la truppa di Diana e la band di Toscano.

Reggiana ancora favorita, dunque. Per quel +4 in classifica, ovviamente. Ma anche perché gli emiliani – non scordiamocelo mai – prima di perdere (immeritatamente) sabato scorso ad Ancona erano riusciti a confezionare una striscia di risultati positivi semplicemente strepitosa. Squadra tosta, la Regia. Organizzata. Compatta. Scafata. Infarcita di giocatori di categoria. Occhio che però, il Cesena, non è da meno. I romagnoli (8 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 10 uscite) stanno attraversando un ottimo momento di forma atletico, tecnico e mentale. E (forse) hanno davvero tutte le carte in regola per portare a termine la loro remuntada. Per vincere il campionato. Per far esplodere di gioia questo (frustratissimo) popolo bianconero che non ne può davvero più di marcire in Terza Serie.

Tranquilli: ora non tirerò fuori noiose tabelle piene di numeri oppure impolverati ricorsi storici per dimostrarvi che questo Cesena può arrivare primo. Però, 5 validi motivi che mi fanno dire che ‘Il Cesena può farcela’, posso anche regalarveli. Primo motivo. Scontato, scontatissimo. Il Cesena, lo scontro diretto con la Regia, lo giocherà al Manuzzi. Secondo motivo: la difesa bianconera era forte già prima, con un Silvestri in più nel motore lo è ancora di più. Terzo motivo: in mezzo al campo, accanto al ‘solito’ De Rose e al buon Saber, sta crescendo a vista d’occhio (anche) Bianchi. Quarto motivo: il vecchio Corazza e il baby Shpendi, da qui alla fine della regular season, insieme possono segnare (almeno) altri 18-20 gol. Quinto motivo, forse il più importante: Toscano (per lui già 3 promozioni in B) sa già come si fa a vincere, a differenza di Diana. E un po’ come al Festival di Sanremo 2023. Tutti aspettano (ancora) la prima volta di Ultimo. O di quella grandissima patacca che risponde al nome di Eloide. Ma Marco Mengoni (già vittorioso sulla Riviera dei Fiori nel 2013) ha una marcia in più. Forse due.

Ah, a proposito di Sanremo. Ieri sera, l’inossidabile Gianni Morandi, ha dato il via al Festival della Canzonetta cantando l’inno nazionale italiano. Ecco, sì: l’inno nazionale. Fatemi dire una cosa. L’Inno di Mameli, per cortesia, ‘lasciamolo’ alle vittorie della Ferrari, della Ducati. Lasciamolo alle nostre nazionali. Lasciamolo alle celebrazioni ufficiali. Lasciamolo (anche) al palco dell’Ariston, per l’appunto. Ma, per carità, lasciamolo fuori dal Manuzzi. Il cuore della Romagna che parla bianconero, per scaldarsi, non ha certo bisogno di Goffredo Mameli. No, il cuore della Romagna che parla bianconero, per scaldarsi, ha bisogno casomai – oggi come ieri, oggi più di ieri – di Raoul Casadei. Di Lucio di Cesenatico. Di Renzo e Luana. Di Moreno il Biondo. Di Gianni Drudi. Di Betobahia. Poi se l’Italia (ri)torna a giocare dalle nostre parti ne riparliamo, ovviamente.

Perché Sanremo è Sanremo.

Perché Toscano è Toscano.

Perché la Romagna è la Romagna.