Quando il Cesena mandò Ibra (e pure Silvio) al Diavolo

Giovedì ricorrerà il 15esimo anniversario dell’indimenticabile vittoria raccolta dal Cavalluccio contro il Milan di Allegri. Ed allora dal cassetto dei ricordi rispuntano fuori…
09.09.2025 10:45 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Quando il Cesena mandò Ibra (e pure Silvio) al Diavolo
© foto di Ansa

Cosa mi piace ricordare di quella notte magica al gusto di impresa? Beh, innanzitutto quel jolly pescato da Bogdani al minuto trentuno. Quel colpo di testa chirurgico che fece letteralmente esplodere di gioia tutta la Romagna che parla bianconero. Ma proprio tutta, eh. E poi, ovviamente, mi piace ricordare pure quel micidiale contropiede sfoderato tredici minuti dopo da un Giaccherini in stato di grazia. Quel sinistro avvelenato che lasciò (ancora) senza scampo l’intontito Abbiati. Ma non è finita qui, gentili lettrici e gentili lettori. No, non è finita qui. Perché di quella notte indimenticabile al sapore di trionfo – a parte le commoventi tette della moglie di Jimenez – mi piace ricordare anche la prestazione da Libro Cuore sfornata da Parolo. La sana cattiveria di Von Bergen. La grinta operaia di Colucci. Il self control di Ficcadenti. Gli occhi spiritati di Antonioli. Le lacrime di gioia di Schelotto. La commozione di Ceccarelli. L’incazzatura di Gattuso. La disperazione di Ronaldinho. La faccia attapirata di Pirlo. Il muso lungo di Ibrahimovic (anche) dopo quel famoso rigore fallito. O la fragorosa lite andata in scena in tribuna stampa – dopo il secondo gol cesenate – tra il sempre ‘simpaticissimo’ giornalista a tinte rossonere Franco Ordine e il ruspante showman in salsa interista/bianconera Gastone Turci. Che a pensarci bene ci si potrebbe scrivere un libro, su quella partita da favola. Su quel secondo anticipo della seconda giornata di Serie A. Ma anche un’enciclopedia intera, eh. Ecco sì, un’enciclopedia intera. E non soltanto perché quel caldo sabato sera di metà settembre, in riva al Savio, dinnanzi all’Italia del Pallone, si è consumata una della pagine più entusiasmanti della lunga storia del Cavalluccio. E non soltanto perché, quell’11 settembre dell’anno del Signore duemiladieci, in Mondovisione, la Provincia Operaia ‘targata’ Romagna ha mandato al Diavolo i futuri campioni d’Italia guidati da Allegri. Clamoroso al Cibali? No. Clamoroso al Manuzzi! CLA-MO-RO-SO! Igor (da Gatteo) che batte Silvio (da Arcore) 2-0. Brividi. Brividi veri. Brividi bianconeri. Brividi che forse (e sottolineo la ‘parolina’ forse) da queste parti non rivivremo – sigh – mai più. Cavolo, sembra ieri. Ieri. Ed invece sono passati già quindici anni. Quindici anni. Come passa il tempo…