Calcio e Nuova Virtus: un esempio di come fare rete nello sport a Cesena

04.06.2024 22:23 di  Stefano Severi   vedi letture
Donadel (sx) e Fullin (dx)
Donadel (sx) e Fullin (dx)

Associazionismo, sport dal basso e per tutti: tre principi che possono ben riassumere l’impegno e l’attività della Nuova Virtus per Cesena e a Cesena. Per approfondire questa realtà di cui abbiamo già parlato un anno fa per “salvare” i campi da gioco da una speculazione edilizia (evitata grazie all’intervento del Comune) abbiamo incontrato Ivana Donadel, già stella della squadra di basket che portò la città sul trono d’Europa nel 1991 e attualmente vicepresidente della Nuova Virtus. Già, vicepresidente ma non solo: segretaria, allenatrice, responsabile del settore giovanile, tuttofare e in una sola parola, vera e propria anima. La sua vita è sempre stata lo sport – che le ha dato tanto – ma al quale ha sempre dato tanto e sta continuando a farlo. 

La Polisportiva. Non sono tante le società che a Cesena sono in grado di offrire più discipline, anche molto diverse tra loro: è il vero concetto di polisportiva, di associazionismo, secondo un modello una volta diffuso anche in Italia ma ormai scomparso nel nostro paese. “Siamo una mosca bianca – ammette Ivana Donadel – abbiamo un solo presidente eletto da tutti i soci di tutte le discipline. Abbiamo riunito tutti nella festa di fine anno di oggi 5 giugno: prevediamo di avere più di 500 persone. In tutto abbiamo oltre 600 soci: si va dai 260 bambini delle scuole calcio alle 120 ragazze del basket per poi continuare con le sezioni di nordic walking, ciclismo, podismo e con tutti i soci non attivi. Ora ci serve un vero e proprio centro sportivo per dare una base a tutte queste sezioni e per questo ci sta aiutando il Comune. C’è già un progetto e aspettiamo la pubblicazione del bando per l’acquisizione vera e propria”.

Il consorzio. Della Nuova Virtus si è parlato tanto in questi giorni perché ha preso parte ad un progetto rivoluzionario in città, la creazione di un consorzio calcistico tra società (ne abbiamo parlato qui) un tempo concorrenti e ora alleate. “Si tratta dell'Accademia Calcio Cesena, Torre Savio, del Diegaro e ovviamente della Virtus – spiega – limitatamente alle sezioni calcistiche ci siamo uniti per fare rete. È una bella idea, nata dai presidenti, piaciuta subito a tutti. Certo, al nostro vicesindaco piacerebbe ripetere l’esperienza anche nel basket”.

Il basket. Nei giorni gloriosi dell’Ahena Conad la Donadel era di fatto un’americana: ovviamente non per nazionalità ma per le straripanti prestazioni in campo. Il basket fa parte del suo Dna e la Nuova Virtus non poteva che avere una sezione di basket femminile (di cui fa parte anche la campionessa Mara Fullin, dirigente accompagnatore della squadra B e al tempo stesso istruttrice del nordic walking). A differenza però di ciò che avviene nel calcio la società di Ponte Abbadesse non ha mai trovato sponda per simili progetti. “Una collaborazione purtroppo in questo settore non è stata possibile - ammette sconsolata Ivana Donadel – benché auspicabile. Stiamo attraversando un momento sociale molto delicato in cui tutte le società che vogliono pensare a lungo termine devono per forza mettere in piedi delle collaborazioni con chi è vicino. In pratica bisogna anche sapersi mettere al servizio degli altri”.

I fasti di un tempo. La domanda è inevitabile: tornerà mai il grande basket femminile a Cesena? “Ci stiamo provando – è la prima risposta – costruendo squadre sempre più evolute. Lo scorso anno siamo arrivati alle finali nazionali Under 15, nelle prime 10, con quasi tutte ragazzine di Cesena. Questo risultato ci consente di avere l’ossatura per future squadre di esperienza. Anche in prima squadra 4 ragazze provengono dal nostro settore giovanile: vogliamo diventare un punto di riferimento per il basket femminile anche per le società limitrofe. Vogliamo valorizzare il basket femminile ma non per rubare giocatrici o per prendere la scena: vogliamo semplicemente aumentare il nostro investimento tecnico”.

La vecchia casa. E il Carisport? “Mi emoziono ogni volta che ci passo – spiega la Donadel – ma per una società medio-piccola i costi di gestione non sono sostenibili. Continuerà ad essere assegnato al volley: ho visto quanto dovrebbe sborsare la Nuova Virtus per giocare là e posso dire che mi tengo il Pala Ippo, tra l’altra sempre pieno durante le nostre partite”.

Il futuro.Cosa vedo nel futuro? Beh, sono fiduciosa per lo sport cittadino perché la promozione del Cesena calcio in serie B è un valore aggiunto per tutti gli sport. Il calcio non porta via spazio ad altri sport ma li valorizza. Sarebbe importante che la società Cesena FC, simbolo della città, coinvolgesse altre realtà anche in sport diversi. Sogno una città dello sport, una mega polisportiva – chiosa la stella della Nuova Virtus, praticamente descrivendo il modello tedesco di associazionismo – e per la mia società mi accontenterei di una A2”.