Cosa ci dice il prestito oneroso di Stiven Shpendi? Che il Cesena ha bisogno di soldi… SUBITO!

Vincoli aggirati, rapporti tesi con la precedente proprietà, doversi districare tra le richieste degli agenti: il mercato del Cesena è sin qui un vero action movie!
06.08.2023 14:30 di  Bruno Rosati   vedi letture
Cosa ci dice il prestito oneroso di Stiven Shpendi? Che il Cesena ha bisogno di soldi… SUBITO!
© foto di TuttoCesena

L’operazione era stata definita ormai da settimane, solo ieri si è arrivati alla cessione di Stiven Shpendi all’Empoli. Cessione che però diventerà effettiva solo nel 2025, quando scatterà l’obbligo di riscatto. Per il prossimo biennio Stiven Shpendi sarà infatti ‘un giocatore del Cesena in prestito all’Empoli’.
Le modalità di questa operazione hanno colto di sorpresa più o meno tutti, nessuno si sarebbe aspettato la formula del prestito. Qualcuno negli scorsi giorni aveva pure provato a fare i conti in tasca ai bianconeri: fino al 30 giugno 2024 l’attuale proprietà del Cesena FC deve versare il 50 per cento dell’incasso della vendita di cartellini di giocatori cresciuti nel vivaio bianconero ai soci fondatori del Cesena stesso; inoltre, al momento del prolungamento fino al 2026 l’entourage dei gemelli Shpendi si è riservato una percentuale sulla loro eventuale cessione dei gemelli; in tale maniera quindi se il Cesena avesse ceduto Stiven a titolo definitvo ora per 2 milioni, avrebbe incassato una cifra netta che si aggira tra i 600 e i 700mila euro. Pochi. Da qualsiasi punto di vista. Per quello che è il valore potenziale del giocatore. Per la valutazione del Cesena sul giocatore. E pure per le necessità del Cesena.

“Dunque in questa maniera il Cesena vedrà i soldi solo fra due anni”. Le cose non stanno proprio così, anzi. L’ammontare complessivo è di 2 milioni di euro e una percentuale sulla futura rivendita del giocatore che da Empoli sostengono sia del 15 percento, fonti nazionali danno invece attorno al 30. Il tutto prevede pure dei bonus in favore del Cavalluccio (300mila euro) qualora Stiven raggiungesse determinati obiettivi, nonché una ‘prelazione’ empolese sul fratello Cristian tra un anno.
Ma se tutto era apparecchiato da settimane, a cosa è dovuto il ritardo con cui l’operazione è andata in porto? La formula del prestito è uno stratagemma per aggirare il vincolo con i vecchi soci, chiaro. Una vertenza tra l’attuale proprietà e la precedente, che tuttavia non riguarda altri soggetti. Se l’Empoli era disposto a sborsare 2 milioni subito, quali problemi avrebbe avuto a posticipare il tutto di un biennio? In maniera analoga, per quel che riguarda l’entourage che cura gli interessi di Shpendi, sarebbe stato un grosso problema percepire la propria percentuale tra due anni, a fronte di vedere il proprio assistito subito in Serie A? Entrambe le ipotesi paiono poco credibili nel voler giustificare il ritardo.
Posto che i termini precisi dell’accordo non saranno mai rivelati ufficialmente, la ricostruzione più attendibile è un’altra: il prestito è oneroso, quindi l’Empoli riconosce nell’immediato una cifra consistente al Cesena per il solo prestito (magari 1 milione e 800mila euro…) e il riscatto tra due anni è fissato ad un importo irrisorio. Questo spiegherebbe alla perfezione il perché del ritardo sulla chiusura. Gli agenti di Shpendi hanno dovuto ingoiare un boccone amaro, accettando che la via più semplice per vedere il loro Stiven subito in Serie A era quella di non incassare la percentuale che attendevano.
Così come nulla entrerebbe nelle tasche di Artico. Ricordiamo infatti che prima dell’approdo in Romagna del direttore c’era chi aveva cercato di gettare discredito sulla sua figura, insinuando che da accordi il suo contratto avrebbe previsto percentuali sugli incassi di ciascuna vendita operata. Se anche così fosse, nel caso di Stiven Shpendi si può asserire che Artico non abbia guardato al proprio portafoglio, al contrario ha operato solo in funzione delle casse del Cesena.


Cosa ci dice tutto ciò in ottica futura?

• che al di là degli accordi raggiunti con Pubblisole e sull’utilizzo di Martoranello, i rapporti con la precedente proprietà sono tutt’altro che idilliaci. Ognuno può trarre la propria opinione sull’accordo firmato sul finire del 2021 che di fatto rende i vecchi soci ancora oggi proprietari della metà di tutti i cartellini del settore giovanile. Così come si può avere una propria opinione sull’espediente (perfettamente lecito) adottato per aggirare questo vincolo. Quello che è limpido alla luce del sole è che si tratti di un accorgimento nient’affatto conciliante

che il Cesena aveva bisogno di soldi, molti, ben più di 700mila euro, già oggi e che questa operazione è un’autentica boccata d’ossigeno. Per comprendere più a fondo lo stato di salute del Cavalluccio bisognerà attendere le prossime operazioni: Ogunseye arriverà nell’immediato e si spera anche Mosti. Se il trequartista non arrivasse subito, significherebbe che il Cesena ha ancora bisogno di alleggerire il proprio monte ingaggi (tradotto: “risparmiare”) prima di effettuare nuovi ingressi. Non un bel segnale

• che al netto delle parole, per qualcuno rassicuranti, proferite da Michael Aiello a margine della presentazione della campagna abbonamenti (salvo poi defilarsi in fretta e furia negli USA), la situazione in casa Cesena è la medesima rispetto ad un mese e mezzo fa. Quanto fatto sinora non lascia presupporre ad un’imminente iniezione di liquidità da parte di JRL Investment, né un rilancio delle ambizioni bianconere (anzi, a stelle e strisce). Fa bene Toscano ad evidenziare l’incompletezza della squadra che ha fra le mani, è altresì corretto sottolineare come Artico (lasciato solo al suo destino dalla proprietà) sia costretto a fare le nozze con i fichi secchi per allestire un organico all’altezza del primo posto e che sin qui abbia condotto un lavoro magistrale.