"Porteremo il nostro striscione ovunque e proveremo a fare cantare la curva Mare"

19.01.2012 23:16 di  Giovanni Guiducci   vedi letture
Fonte: Corriere Romagna
"Porteremo il nostro striscione ovunque e proveremo a fare cantare la curva Mare"
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© foto di Marco Rossi/Tuttocesena.it

Far tornare a cantare la curva e appendere lo striscione bianconero in tutti gli stadi della serie A. Sono questi gli ambiziosi obiettivi stagionali del club Kick Off, uno dei più numerosi (170 tesserati) e attivi all’interno del Coordinamento Clubs Cesena.
La festa benaugurante. «Il nostro club – spiega il presidente Omar Galassi – è nato nel 2008 su iniziativa di Johnny Pastorelli e dei gestori del centro sportivo Kick Off, i quali hanno raccolto l’esigenza dei tanti tifosi bianconeri di Villa Chiaviche, dove non esisteva un club Forza Cesena dai tempi di quello che c’era al bar dei repubblicani».

Meglio allo stadio che in tv. Il club Kick Off ha sede presso l’omonimo centro sportivo di Villa Chiaviche e all’interno del bar è stato ricostruito un piccolo angolo di curva Mare dove è possibile seguire le partite in tv del Cesena: «Anche se – precisa Galassi – lo zoccolo duro dei nostri iscritti segue abitualmente la squadra in trasferta. Lo scorso anno abbiamo saltato solo quella di Lecce, mentre quest’anno vogliamo portare il nostro striscione in tutti gli stadi dove gioca il Cesena. Per questo motivo abbiamo già bloccato un pulmino a noleggio fino alla fine del campionato».


Il tifo in curva Mare. Anche in casa i ragazzi di Villa Chiaviche non vogliono fare mancare il loro appoggio alla squadra di Arrigoni, dando una mano all’allestimento delle coreografie che il Coordinamento allestisce in gradinata. Ma anche in curva vogliono essere attivi: «Domenica contro il Novara, insieme ai tifosi di altri club, abbiamo provato a coinvolgere il resto della curva: dal settore E, uno dei più attivi, abbiamo fatto partire dei cori con buoni risultati nel primo tempo, un po’ meno nel secondo. Purtroppo spesso si fermavano al centro della curva dove c’era una sorte di cuscinetto costituito dagli ultras che rimanevano in silenzio, ma quello è il loro posto che si sono meritati di occupare durante gli anni. Non c’è comunque stato alcun tipo di problema, anzi personalmente condivido le loro ragioni, sebbene anche io abbia fatto la tessera».