Cari Lewis ed Aiello, posso darvi un consiglio?

Perché il Cesena non organizza una maxi-festa per celebrare degnamente l’addio al calcio giocato del Conte? E c’è pure un altro mito bianconero che meriterebbe un Grande Saluto…
03.07.2022 11:30 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Cari Lewis ed Aiello, posso darvi un consiglio?

Ok il Virus. Ok il calcio fermo ai box. Ok le chiusure (totali e parziali) del Manuzzi. Ok il cambio di proprietà. Ok – ehm ehm – la guerra in Ucraina, il caldo tropicale, il razionamento dell’acqua, il caro bollette, l’invasione delle cavallette, il nuovo agghiacciante tormentone reggaeton di Irama. Ma adesso?

Sono passati ben 859 giorni da quel grigio 23 febbraio 2020 pregno di svarioni (bianconeri) e di paure (mondiali) al gusto di Covid. Da quell’irreale Cesena-Vicenza 1-3 ‘chiuso’ da quell’ininfluente rigore trasformato da Butic. Da quel match che a conti fatti, causa stop dei campionati, salutò l’ultima partita da calciatore di Giuseppe De Feudis. L’ultima apparizione sul campo di uno dei giocatori più amati di sempre del Cavalluccio. 859 giorni, dunque. Tanti. Troppi.

De Feudis, per questa maglietta colorata di bianconero, ha dato l’anima. Ha sputato sangue. In A, in B, in C, in D. Mai una battuta fuori posto a Cesena, per il Conte di Bollate. Mai una polemica. Ma uno sfogo. Nemmeno quando Patrignani & Friends, giusto due anni fa, lo obbligarono (e sottolineo la ‘parolina’ obbligarono) ad appendere le scarpette al chiodo. Solo grinta a vagonate, per questo soldatino aziendalista. Impegno. Dedizione. Sacrificio. Amore. E promozioni. Promozioni su promozioni. Perché, se qualcuno se lo fosse scordato, De Feudis in riva al Savio ha raccolto cinque promozioni. Cinque. Come lui nessuno.

In questi 859 giorni, il Conte, non ha potuto mai salutare degnamente il suo amato Manuzzi. La sua Mare. I suoi tifosi. La sua gente. Ecco perché, per ovviare a questa grave mancanza, credo che sia giunta l’ora di organizzare una partita (chissenefrega se a scoppio ritardato) d’addio per De Feudis. Una grande festa in cui poter celebrare degnamente colui che nel terzo millennio ha incarnato più di tutti lo spirito provinciale della Cesena operaia che vince.

Mi rivolgo dunque a voi, cari presidenti Lewis ed Aiello: perché ad agosto, prima dello start del campionato, non organizzate un’amichevole al Manuzzi – ad ingresso rigorosamente gratuito, s’intende – tra l’ambizioso Cesena di mister Toscano e un Cesena infarcito di (più o meno) vecchie glorie bianconere capitanate proprio dal Conte? Sarebbe un bel modo per cominciare questa nuova stagione che fa rima con ambizione. Sarebbe un bel modo per rendere onore, una volta per tutte, all’Uomo di Bollate. E pure al Cesena di ieri.

Ah, un’ultima cosa. In occasione di questo De Feudis Day, sulla panchina delle vecchie glorie bianconere, mi piacerebbe vedere seduto un ‘certo’ Pippo Marchioro. Ovvero colui che, nel 1976, riuscì incredibilmente a portare il Cavalluccio in Coppa Uefa. In questi ultimi anni, al Manuzzi, sono state ricordati e celebrati tanti – pure troppi – ex. Marchioro, invece, è stato invece sempre (colpevolmente, vergognosamente) dimenticato. Ecco, cosa aspettiamo a regalare una grande gioia anche a questo Grande Gentiluomo classe 1936 – tra l’altro residente in città, a due passi dal centro – che 46 anni fa trascinò il Cesena in Europa? I veri miti, d’altronde, bisogna celebrarli (anche) quando sono ancora in vita. Cosa aspettiamo?


PS: Quelli che… I Love Beppe e Pippo