A difesa dei valori dell'occidente

12.03.2022 20:42 di  Stefano Severi   vedi letture
A difesa dei valori dell'occidente

1. La menzione di giornata se la guadagnano i quasi 200 bianconeri presenti oggi allo stadio Melani di Pistoia: con il diesel a 2,2 euro al litro gli oltre 400 km (tra andata e ritorno) che separano Cesena dalla città toscana non rappresentano certo un costo indifferente. Al quale va aggiunta l’autostrada: quasi 80 euro solo per spostarsi, più biglietto e pranzo. Ma va tutto bene, siamo governati dai migliori, quindi torniamo a parlare di calcio.

2. Se ci limitiamo al calcio giocato possiamo dire che finalmente il primo obiettivo stagionale è stato raggiunto: il Cesena è matematicamente ai playoff. L’undicesima squadra, ovvero la Carrarese al momento prima tra le escluse, ha infatti 20 punti in meno del Cesena a 7 giornate dal termine mentre la Lucchese, decima, ne ha 19 in meno. Considerando che il 9 aprile le due squadre di sfideranno nello scontro diretto, non potranno entrambe superare il Cesena che, anche perdendole tutte, arriverà alla peggio decimo.

3. Il secondo obiettivo è quello di migliorare il settimo posto di un anno fa: sono 11 le lunghezze di vantaggio sull’Ancona al momento sesto e addirittura 15 sul Gubbio settimo, per cui le premesse sono buone. Per finire degni di nota sono i 20 punti – non so se avete letto bene, venti – sul Siena dal budget doppio e dalla proprietà esotica (armena: a proposito, gli armeni sono buoni o cattivi?).

4. Bene, anzi benissimo: l’importante però è che si vada oltre la mera esaltazione del risultato sportivo di quest’anno, qualunque esso sia, e si traggano le lezioni opportune. Partendo proprio dal Siena o, in misura minore, dall’Ancona: i soldi non bastano per garantire un futuro radioso.

5. Fa tutto quindi così schifo a Cesena per fare tabula rasa (elettrificata) e ripartire da zero? Non ci sono spunti per la nuova proprietà, e per Massimo Agostini, sui quali gettare le basi per il prossimo anno? Viali, Zebi, ma non solo.

6. In fondo la gara di Pistoia ha confermato quello che ormai abbiamo capito da qualche tempo. Ovvero che la condizione atletica è scadente – e sul cambio dei preparatori atletici siamo tutti d’accordio – che il Cesena con le piccolette non gioca bene e soffre molto ma che, in un modo o nell’altro, una partita su due si vince.

7. Lo dicono i numeri che sono alla fine quelli che contano: 31 incontri e 16 vittorie. Poi possiamo obiettare che non ci siamo divertiti, che Berti non ha giocato troppo poco altrimenti saremmo davanti al Modena, che senza Ardizzone titolare la guerra in Ucraina non sarebbe scoppiata e che se Caturano non giocasse così lontano dalla porta avrebbe segnato così tanti gol da attrarre Netflix per una serie su di lui.

8. Potremmo rispondere che è tutto vero, che ci penserà Frieser a cambiare la musica e che comunque è tutta colpa della Russia: resta il fatto che oggi nella panchina avversaria sedeva quel Costantin Nica che scrisse una delle peggiori pagine della storia bianconera. Quando un Bisoli ormai distrutto dal fuoco amico fu costretto a schierarlo titolare contro la Sampdoria e lui con un suo clamoroso errore regalò ai blucerchiati la rete di un pareggio che non sarebbe altrimenti mai arrivato.

9. Ecco, quella è l’immagine di come non ci si deve mai ridurre: l’allenatore deve fare l’allenatore, in maniera indipendente, il direttore sportivo si deve occupare del mercato e il presidente della gestione finanziaria. Mentre noi avevamo il ds che decideva la formazione, il presidente impegnato a scrivere libri e rilasciare consulenze e la bandiera ad occuparsi dei versamenti Iva. Che serva da monito perché l’ingaggio del figlio del presidente Lewis non è da questo punto di vista molto rassicurante. 

10. Però in fondo abbiamo vinto, abbiamo centrato i playoff e siamo più o meno rientrati tutti a casa nonostante il caro benzina. Ricordiamo fine settimana decisamente peggiori. Faremo la rivoluzione anche a Cesena, certo, ma non oggi.