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Ciofi: “Voglio restare a Cesena per sempre. E quella fascia…”

A tu per tu con il nuovo capitano del Cavalluccio: “Rosa bianconera ancora incompleta? Non sono preoccupato. E per il bene di questa squadra sarei disposto anche a saltare i play-off…”
13.07.2025 11:55 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
ESCLUSIVA Ciofi: “Voglio restare a Cesena per sempre. E quella fascia…”
© foto di LaPresse

Oggi, così come sette anni fa. In serie B, così come in Serie D e in Serie C. Una certezza monolitica: il Cesena continua a fare rima con Andrea Ciofi.

Ciofi, lei c’era già quando il Cesena (post-fallimento) di Angelini cercava di muovere i suoi primi timidi passi tra i dilettanti.
“Quando nell’estate del 2018 sono stato chiamato per cercare di dare il via a quel nuovo progetto bianconero, mai e poi mai avrei immaginato di ‘durare’ così lungo a Cesena. Ed invece…”

Che ricordo ha di Giulianova 2019?
“Di quella partita ricordo soprattutto la tensione del pre-partita. Sapevamo tutti che la tavola era già stata apparecchiata per la C. Ma allo stesso tempo sapevamo tutti anche che non potevamo fallire l’appuntamento con la promozione. Madonna che ansia…”

Il momento più bello vissuto a Cesena?
“Lo so che potrei sembrare banale, ma ovviamente il momento più gratificante l’ho vissuto circa 15 mesi fa. Contro il Pescara. Nella bolgia del Manuzzi. Quando, con quella famosa vittoria, abbiamo ratificato la nostra promozione in B. A ripensare a quella giornata, ma pure a quella trionfale cavalcata piena di record, mi vengono ancora i brividi…”

Il momento più doloroso?
“In questi sette lunghi anni, col Cesena, sono uscito ai play-off ben quattro volte. I ko rimediati con Matelica, Monopoli e Catanzaro bruciano ancora. Ma è chiaro che, il ricordo più brutto, è legato a quella semifinale persa ai rigori con il Lecco. Quella volta avevamo tutte le carte in regola per portare il Cesena in B con un anno di anticipo. Peccato. Peccato davvero…”

Quattro play-off giocati a Cesena, quattro sonore batoste. Mi perdoni: non è che magari è proprio lei a portare sfiga?
“Spero proprio di no (e giù una fragorosa risata, ndr). E comunque, Bertozzi, facciamo così: se andiamo di nuovo ai play-off, io per il bene del Cesena mi tiro fuori. E non gioco. Sto a guardare i miei compagni (altra risata, ndr).

A Cesena tira aria di spending review. È consapevole del fatto che per voi, nel prossimo campionato, potrebbe essere molto difficile anche riuscire ‘semplicemente’ a bissare il 7° posto della scorsa stagione?
“Sono consapevole che ci attende un campionato ancora più difficile di quello appena andato in archivio. Ma credo in questo club e non mi precludo niente. Anche perché sono certo che, pure nella prossima stagione, i nostri splendidi tifosi ci daranno ancora una grossa mano. L’effetto Manuzzi, si sa, può regalare tanti punti. Servirà l’aiuto di tutti, ancora una volta…”

Intanto, il Cesena che verrà, è ancora un cantiere aperto. Ieri, ad Acquapartita, è salita  una rosa a dir poco incompleta. A dir poco pregna di lacune. Preoccupato?
“Assolutamente no. Perché siamo solo a metà luglio. E perché la società è più che mai al lavoro per cercare di completare l’organico (entro la fine della prossima settimana Fusco metterà a segno almeno altri 2 colpi in entrata, ndr). I conti li faremo alla fine, quando partirà il campionato…”

Prestia, come noto, ha sposato l’Inter U23. A questo punto, la fascia da capitano del Cesena, non può che non finire a lei…
“Sono letteralmente innamorato di questa piazza, di questa squadra, di questa tifoseria. È chiaro che per me sarebbe un onore poter indossare quella fascia. Però non me ne faccio un cruccio: se quella fascia arriverà sarò l’uomo più felice del mondo, se non arriverà per me cambia poco o nulla. Comunque vada, per il Cesena, continuerò a dare il 200% …”

Dove si vede tra due anni? Ancora a Cesena?
“Mi vedo a Cesena non solo tra due anni. Ma anche tra cinque anni, tra dieci anni. Mi piacerebbe restare qui a vita. Sono in tanti a dire che nel calcio moderno non ci sono più le bandiere (alla Paolo Maldini, alla Giampiero Ceccarelli, ndr), giusto? Ecco, io allora vorrei essere l’eccezione che conferma la regola…”

Lei è uno dei giocatori bianconeri più amati dalla Curva Mare.
“E questa cosa non può che farmi un gran piacere. A Cesena, in questi sette anni, ho davvero ricevuto tante dimostrazioni d’affetto. E non sono ancora sazio…”

Una curiosità legata, per l’appunto, a questi ultimi sette anni vissuti in riva al Savio: l’allenatore a cui è più affezionato?
“Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Però devo riconoscere che Viali mi ha davvero fatto crescere tanto, sia come uomo che come giocatore. Viali, a Cesena, ha poi portato tanto concetti innovativi che hanno pesantemente impreziosito il mio bagaglio tecnico-tattico…”

Calcisticamente parlando ha un sogno nel cassetto?
“Certo che sì: portare il Cesena in Serie A. Il prima possibile. E poi, visto che sognare è gratis, ti dico anche che mi piacerebbe un giorno giocare i Mondiali. Certo, la strada da fare per poter raggiungere questo ambizioso traguardo è in salita. Però…”