A CASA TUTTO (NON) BENE

Ora è ufficiale: il portiere titolare del Cesena è Tozzo. Ed allora, due considerazioni sulla carriera (in bianconero) forse già bruciata di Lewis Junior, bisognerà pure farle…
03.10.2022 11:55 di Flavio Bertozzi   vedi letture
A CASA TUTTO (NON) BENE

Tempo di ritorni.

C’è il Cesena che è tornato a vincere. C’è il solito Udoh (ma pure il baby Stiven Sphendi) che è tornato a segnare. C’è la Curva Mare che è tornata ad intonare con forza ‘Gol Gol Gol Cesena Gol’. C’è il vecchio De Rose che è tornato a ringhiare. C’è Calderoni (ma pure Bianchi) che è tornato a prendere insufficienze in pagella. C’è Toscano che è tornato – seppure per un paio di orette – a dormire beato. E poi c’è il ringalluzzito ed applauditissimo Andrea Tozzo. Che è tornato a fare rima con clean sheet. Con porta inviolata. 183 giorni dopo l’ultima volta (Giana Erminio-Seregno 0-0 dello scorso 2 aprile). A proposito di Tozzo. Ora non ci sono davvero più dubbi: in attesa del rientro di Minelli è proprio lui il portiere titolare del Cavalluccio. Ed allora dinnanzi a tale ‘notizione’, due considerazioni veloci sulla carriera in bianconero (forse già) bruciata di Lewis Junior, bisognerà pure farle…

Subito una grande certezza: la colpa di questo Casino Portieri che è scoppiato a Cesena in questo avvio di stagione (ma tranquilli, i titoli di coda di questo ‘film’ di terza fascia sono ancora lontani…) non è mica del ‘povero’ Luca Lewis. Certo che no. Ma di chi, la scorsa estate, ha incautamente piazzato Luca Lewis a Cesena. Di chi, pur sapendo che quel cognome era a dir poco ingombrante, ha deciso imprudentemente di sfidare la sorte. Di chi, pur sapendo che il Cavalluccio era ‘obbligato’ a vincere il campionato di Serie C, ha scelto di affiancare a un fragile portiere alle prese con – ehm ehm – l’osteoporosi (Minelli) un altro portiere senza la benché minima esperienza nel mondo prof nostrano. Di chi ancora oggi continua a difendere – in modo pacchiano, patetico, arrogante – quella scelta abominevole dettata solo ed esclusivamente da interessi di… famiglia.

Attenzione, però: il figlio (d’arte?) del co-presidente non è affatto scarso. Ha un discreto potenziale. Magari un giorno, se colmerà alcune sue palesi lacune, se andrà a farsi le ossa in un paio di club dove non ci sono parenti e affini, potrà togliersi delle soddisfazioni. Ma, al momento, non è pronto per una piazza (che deve vincere) come Cesena. No, non è pronto. Né a livello tecnico, né a livello mentale. Troppo acerbo al momento, il 21enne Lewis Junior. E poi - gira che ti rigira si torna sempre lì… - c’è quel cognome pesante. Pesantissimo. Quel cognome che ti sgranocchia il cervello. Quel cognome che, a dispetto delle solite smentite (in tv, sui giornali) di facciata, crea forti invidie (e corpose fratture ossee) in seno allo spogliatoio bianconero.

Questa storiaccia al gusto di America mi fa tornare subito alla mente un altro intrigo ‘famigliare’. Questa volta in salsa (100%) romagnola. Ricordate? Era la calda estate del 2012. Il Cesena che fu anche di Giampaolo (ah, a proposito: caro Giampy, complimenti vivissimi per il tuo ennesimo e meritatissimo esonero maturato ieri a Genova!) e di Arrigoni, era appena retrocesso vergognosamente in Serie B. Si doveva ripartire. Si doveva rifondare. E Igor Campedelli decise di affidare la panchina del Cavalluccio a suo fratello Nicola. Che sì, è vero, all’epoca era un allenatore emergente. Ma che - pure lui - non era ancora pronto per misurarsi nella ‘sua’ Cesena. Lui che, sino a quel momento, aveva allenato solo il Cesenatico e il Bellaria. Non proprio due superbig del calcio romagnolo.

Come è andata a finire quella triste storia lo sanno tutti: start bianconero da incubo (3 pesanti sconfitte raccolte nelle prime 3 gare) e Re Igor da Gatteo costretto ed esonerare il suo amato fratello per (ri)fare posto al Bisolone. Anche se poi, quell’esonero, ha avuto effetti devastanti anche a lungo raggio. Visto che, a conti fatti, ha ‘bruciato’ per sempre la carriera del buon Nicola. Nicola che, pur avendo un grande potenziale (perché il potenziale c’era…), da allora non è più riuscito a riemergere dalla nebbia. In soldoni: nell’estate del 2012, il più giovane dei due fratelli Campedelli, era arrivato nel posto giusto. Ma al momento sbagliato. Lewis junior, invece, forse è arrivato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Questa cosa - io credo - l’ha già capita lui stesso. E pure suo padre.


PS: Quelli che… e comunque – torno al punto di partenza – vittoria davvero pesante quella arpionata ieri dal Cesena contro la (scarsissima, a tratti agghiacciante) Recanatese. È cominciata la riscossa bianconera? Lo scopriremo giusto tra una settimana, a Siena, a casa di una delle due capoliste del Girone B. Posticipo da non sbagliare, quello che andrà in scena nella Città del Palio…