Non so mica se mi piacerebbe tifare una squadra che vince (sempre)

18.10.2021 21:50 di Giorgia Foschi   vedi letture
Non so mica se mi piacerebbe tifare una squadra che vince (sempre)
© foto di GerrottoPhoto

COPPA ITALIA FEMMINILE

Cesena Femminile     0

Como Women            3  (15’ Di Luzio, 41’ Hilaj, 50' Kubassova)

Cesena: Pignagnoli, Pastore, Cuciniello, Franco (70' Carlini), Pavana, Simei, Casadio (53' Montes De Oca), Pinna (53' Beleffi), Costi (70' Nagni), Vivirito, Petralia (73' Casadei)

A disp: Frigotto, Manara, Galli, Georgiou

All: Rossi

Como Women: Bettineschi, Cascarano, Vergani, Pastrenge, Rizzon (70' Roventi), Lipman, Hilaj, Di Luzio, Picchi (60' Carravetta), Rigaglia (79' Bianchi).

A disp: Salvi, Ostuni, Shcherbaniuk

All: De la Fuente

Arbitro: Enrico Eremitaggio (Ancona). 

Assistenti: L. Magherini (Prato), A. Rinaldi (Pisa)

Ammonizioni: Picchi (CO)

La partita

Nei primi 10 minuti entrambe le squadre cercano di trovare spazi e sorprendere le difese, senza particolari squilibri; la più attiva tra le bianconere è sicuramente capitan Petralia che arriva un paio di volte al tiro. Al 15' sono le biancoblù a passare in vantaggio: calcio di punizione dalla trequarti battuto da Pastrenge (una delle migliori in campo, ndr), traiettoria perfetta per la testa di Lipman che angola il pallone, ci arriva Pignagnoli ma non trattiene. Di Luzio ne approfitta e si avventa come un rapace sulla respinta corta e mette il pallone in rete. 

Il Cesena prova a costruire qualche azione pericolosa, ma manca la precisione nell'ultimo passaggio; il Como continua a fare la sua partita gestendo bene palla e pressando in maniera intelligente riuscendo a trovare il raddoppio al 41': calcio d'angolo battuto da Rigaglia sul primo palo, è brava Hilaj a staccare prima di tutte e indirizzare il pallone sul palo opposto.

Nel secondo tempo la musica non cambia, è sempre il Como a comandare il gioco facendo capire fin da subito di non voler concedere nulla alla squadra di casa: al 50’ Kubassova entra in area, da posizione defilata calcia di sinistro e il pallone finisce in porta.

Il terzo gol taglia ancora di più le gambe a un Cesena già scarico e la squadra lombarda ne approfitta per prendere ancora più campo: il passivo sarebbe potuto essere maggiore, poiché la squadra ospite ha creato diverse occasioni con Di Luzio, Rigaglia e Carravetta.

Una sconfitta del genere in un girone a tre squadre (Cesena, Como, Sassuolo) ti condanna alla quasi sicura eliminazione. La Coppa Italia non era sicuramente l'obiettivo stagionale ma per crescere come squadra e società è importante giocarsela sempre, contro chiunque

"Non so mica se mi piacerebbe tifare una squadra che vince" diceva Mark Renton nel romanzo "Porno" di Irvin Welsh (sequel di Trainspotting). 

Vi ricordate quella maledetta rovesciata di Pinilla sotto la Curva Mare? Che delusione quella serata, quanta rabbia tenuta dentro! È stato anche il momento, per chi vi scrive, che ha sancito la consapevolezza che di lì in avanti non ci sarebbe stato nient'altro che il Cavalluccio. 

Gli anni passano, si cresce e cambiano tante cose. Chi si aspettava una pandemia, che ci ha tenuti lontani dai gradoni! A volte ho avuto l'impressione che questo sentimento si fosse alleggerito, poi arrivano giornate come quella di domenica e capisco che nulla è cambiato.

Le ragazze bianconere hanno perso meritatamente e ancora non mi è passata, come non mi è passato il 4 a 0 subito al Manuzzi contro la Roma C.F. nell'ultima giornata dello scorso campionato e non mi è ancora passato il pareggio di Pinilla. Eppure è da sconfitte così che la passione nei confronti di questi colori aumenta, che poi è sempre la solita storia: ci arrabbiamo per una partita di pallone, ci ripetiamo che è ora di lasciare perdere, che non si meritano il nostro sostegno e poi dalla volta dopo siamo di nuovo lì, perché come scrisse Hornby in Febbre a 90: "noi non supereremo mai questa fase".