La Lanterna #4 | Fuoco di paglia

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04.09.2019 08:00 di Bruno Rosati   vedi letture
La Lanterna #4 | Fuoco di paglia

“Smetterei di fumare, se non ci fossi così affezionato. / Sarebbe una bella spesa in meno e davvero un bel gesto, / del resto le chiederei in giro lo stesso / e mettici il fatto che a queste serate scroccarle è un inferno… ”
Manca poco più di un’ora al fischio d’inizio di Cesena-Vis Pesaro, lo stadio sta cominciando a riempirsi. Ci sono molte aspettative riposte sulla prima in casa di questo campionato, si prevede una buona affluenza di pubblico. Sarà così.
Le squadre sono ancora negli spogliatoi, solo Agliardi si affaccia sul campo per prepararsi al riscaldamento. In tribuna, fuori dalla sala stampa, il mister dei marchigiani Simone Pavan si apparta solitario in un angolo poco illuminato e si accende una sigaretta.

“Di un tabaccaio neanche l’ombra oramai. / Ne restan due, scegli quella che vuoi”
Non è dato sapere quante gliene siano rimaste. Di certo non sembra intenzionato a spartirle con qualcun altro. Vuole ritagliarsi quel momento tutto per sé, assaporare appieno il fumo bruciante che scende lungo la gola.
Sì, le sigarette fanno male. Lo sappiamo, la prima legge che vieta la pubblicità del tabacco in Italia è stata varata nel 1962, ne sono succedute molte altre. I pacchetti sono tempestati di immagini sui danni provocati dal fumo. Eppure quotidianamente, attorno a noi vediamo innumerevoli volte persone accingersi nel consueto gesto di impugnare l’accendino con una mano davanti affinché la fiamma non venga spenta da qualche folata di vento.
No, Pavan non è teso. Tanti fumatori incalliti dicono sia un’attività rilassante, distensiva. Si può fumare per scacciare l’ansia. Ma il tecnico friulano non sembra volerlo fare poiché sopraffatto dalla tensione, come Mr White e Mr Pink ne Le Iene di Tarantino. Fuma perché gli piace, tutto qui.

“La prima cicca me l’accendo all’alba. / Faccio due tiri, sa di Jugoslavia”
Comincia la partita e lentamente il Cesena prende le redini del gioco. Le occasioni sono meno di quelle che ci aspetta, il rigore sciupato da Borello è un errore grossolano. Poi però arriva il gol, su calcio d’angolo: senza provare schemi arzigogolati, il pallone viene servito in mezzo per la testa di Brignani che impegna Bianchini. La mischia che ne sussegue vede Butic come vincitore, il croato insacca.
Si va al riposo sull’1 a 0. Il Cesena ha fatto poco, la Vis invece proprio niente.
“Cigarettes and coffee, niente più. / È tutto quel che resta sopra il tavolo di un bar. / I video sono spenti, nessuno parla più e tu, / tu qualunque letto avrai non dormirai, / tu vuoi qualcuno da far piangere… ”
La ripresa parte con lo stesso canovaccio della prima frazione. Il Cesena giochicchia, gli ospiti non rispondono. Pavan non dà segni d’agitazione, così come non ne ha dati prima. A ridosso del settantesimo fa due cambi, dentro Tessiore e Malec. Uno possiede un minimo di visione di gioco ed è preciso nei lanci con cui scavalca il centrocampo; l’altro è una punta dalle dimensioni mastodontiche, così come lo era Vano a Carpi, e ciò è sufficiente a mandare in bambola la linea a tre della difesa bianconera. Scacco matto. Partita ribaltata e vinta: Ricci e compagni vanno sotto e non si riprendono più.
“Soli eppure in mezzo alla gente io e te, / riscaldati dal calore di una Benson and Hedges”
Succede quindi che gli uomini di Modesto si ritrovino soli sul manto erboso. Certo, il pubblico è ancora lì, loro provano quanto meno a scusarsi. In una notte di inizio settembre non è necessario ricorrere ad una Benson and Hedges per scaldarsi. Di sicuro non si può fare più affidamento sul calore della gente sugli spalti, gli animi si sono bruscamente raffreddati.

“E invidiare le ciminiere perché hanno sempre da fumare”
Sono circa le ventitré, la partita è terminata da poco. Pavan è ancora lì fuori dalla sala stampa, ad aspirarne un’altra prima di andare in conferenza. Allora è proprio un vizio, come quello di Keanu Reeves mentre interpreta John Constantine in una pellicola poco riuscita del 2005. Oppure come Jigen, il compagno d’avventure di Lupin III. Ora non può pretendere di trincerarsi in isolamento come accaduto tre ore prima. È attorniato da tifosi biancorossi che esultano entusiasti e lo ricoprono di complimenti.
Dopodiché si accomoda davanti alle telecamere. Parla ai giornalisti di concretezza, dell’importanza di rimanere sul pezzo anche quando si è in difficoltà. Fa pure riferimento alla costante voglia di vincere che la sua squadra deve sempre avere. Sarà… Se non fosse stato per l’harakiri dei bianconeri però tutta questa fame di successo non sarebbe stata così ostentabile. Gli va dato atto che la sua Vis ha saputo essere umile e scaltra. E in fondo, le sue esalazioni non saranno mai fumose quanto lo è stato il gioco proposto dal Cesena.

“Rovistando tra i futuri più probabili, / voglio solo futuri inverosimili / e non avere mai le mani fredde / e non finire mai le sigarette”