Benvenuti allo Zoo di Cesena!

In attesa di vedere altri gol di ‘El Tigre’ Ferrante andiamo a (ri)scoprire i soprannomi (anche) animaleschi che in passato hanno fatto rima con Cavalluccio
10.11.2022 08:00 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
Il Condor e el Tigre
Il Condor e el Tigre
© foto di Cesena FC

Soprannomi. Nomignoli. Epiteti. Che ti si appiccicano addosso. E non ti lasciano più. Per tutta la vita.

Anche la Cesena che parla bianconero ha affibbiato soprannomi (e affini) che hanno fatto la storia. Soprannomi che tutti (o quasi tutti) continuano a ricordare, nonostante lo scorrere inesorabile del tempo. Sul fronte... animale – dopo aver celebrato sabato scorso col Gubbio l’attesissimo primo gol in campionato di Alexis el Tigre Ferrante – non si può non partire da due bomber che negli anni ottanta e novanta hanno fatto furore, ovvero il Condor Massimo Agostini (l’attuale responsabile dell’area tecnica del Cavalluccio è il recordman di sigilli bianconeri in serie A con 22 gol) e il Bisonte Dario Hubner (nessuno ha segnato quanto lui in riva al Savio: 75 reti!). A Cesena, negli anni settanta, è andato forte Maurizio Micio Orlandi (porta la sua firma lo storico gol che nel 1975 condannò l'Inter al ko nel tempio di San Siro). Del nuovo millennio mi piace ricordare Marco Bernacci (l’Airone delle Vigne), Emanuele Giaccherini (la Pulce di Talla), Ezequeil Matias Schelotto (il Levriero), Erjon Bogdani (l’Aquila di Tirana) e Davide Succi (il Cigno).

Ma Cesena non ha fatto rima soltanto con… zoo. Gettonatissimo è stato anche il mondo dei fumetti. L'ala Giovanni Toschi (suo il primo gol di sempre del Cesena in serie A, rifilato al Verona nel 1973) veniva chiamata Topolino. L’attaccante Antonio Bordon (protagonista con i suoi gol anche della promozione in Paradiso del 1981) diventò Flash Bordon. Qualche anno dopo il popolo bianconero ha poi (più o meno) applaudito pure la punta Fulvio Puffo Simonini, il grandissimo centrocampista Sergio Dominik Domini, il difensore Mauro Batman Bonomi e il portiere Cristian Mandrake Mandrelli. Fra storia, letteratura e cinematografia troviamo poi il compianto Bruno Maciste Bolchi (indimenticato condottiero del famoso Cesena di San Benedetto del Tronto 1987), Lorenzo il Magnifico Scarafoni (che coppia con il già citato Hubner!), Carlo Magno Taldo (attaccante che nella terra della piadina e del liscio, fra il 1999 e il 2001, ha segnato parecchi gol) e quel ‘pataca’ di Alejandro Peter Pan Rodriguez (lo spagnolo a Cesena, ma non solo a Cesena, avrebbe potuto fare molto di più... ).

Ma questa specialissima lista bianconera, signore e signori, è infinita. O quasi. Paolo Ammoniaci, ad esempio, per tutti i tifosi del Cesena era ed è tuttora la Roccia. Lamberto Boranga era chiamato semplicemente Bongo, Giorgio Mariani era il Gringo, Gian Battista Festa invece era soprannominato il Muratore (che poi Festa, il muratore, lo ha fatto per davvero...). Davor Jozic, per tutti, era la Torre di Sarajevo. Possiamo poi scordarci di Alberto Jimmy Fontana? Certo che no. In tempi più recenti si sono (più o meno) guadagnati il loro posto nella storia bianconera pure Emiliano Salvetti (il Genio del Ronco), Giuseppe De Feudis (il Conte di Bollate), Riccardo Bocchini (il Principe), Roberto Biserni (il Soldatino di Meldola), Luca Ceccarelli (Gin Lemon), Luis Antonio Jimenez (el Mago), Pablo Granoche (el Diablo), Milan Djuric (il Gigante di Tuzla), Yohan Benalouane (Rocco Siffredì, con l’accento finale sulla ‘i’), Daniele Capelli (il Muro di Grumello), Romano Perticone (Capitan Mutanda), Nicola Capellini (il Tabaccaio), Gianni Ricciardo (GR9), più – ehm ehm – Francesco Ardizzone (Zitti Tutti). Il soprannome più appropriato, però, secondo me è stato rifilato al (disastroso) portiere Valerio Fiori: Saponetta. Stagione 1996-1997. Brutti ricordi. Bruttissimi.