Lewis e Aiello rivoluzionano il mercato del Cesena. Ma fuori è tutto ok?

22.07.2022 21:34 di  Stefano Severi   vedi letture
Lewis e Aiello rivoluzionano il mercato del Cesena. Ma fuori è tutto ok?
© foto di Il Resto del Carlino

Il mercato del Cesena fino a questo momento merita un bel 7.5, in attesa di salire ulteriormente quando arriveranno le pedine mancanti. Poi ovviamente parlerà il campo, ma in riva al lago di Acquapartita abbiamo assistito ad una rivoluzione copernicana per Cesena: Toscano fa la lista dei giocatori e Stefanelli glieli prende, o fa di tutto per prenderli. Pensateci bene: il ds prende i giocatori che vuole l'allenatore e non il contrario, ovvero non è l'allenatore costretto ad allenare qualcuno scelto dal ds. Da quando non succedeva una cosa del genere? Pensate al povero Bisoli costretto ad allenare Nica, Pulzetti e Cazzola o Camplone che si vede dar via Crimi all'ultimo giorno di mercato sostituito dal signor nessuno. 

Ecco, quello era il passato: ora Mr Aiello e Mr Lewis hanno portato un clima decisamente più frizzante a Cesena e le dichiarazioni dello scorso inverno sulla B diretta come obiettivo principale, all'epoca apparse un po' esagerate, stanno trovando conferma nelle azioni e negli importi messi in campo. Ricordiamolo: tutti contratti pluriennali e a cinque zeri, mica gli stipendi di De Feudis e Agliardi disposti a giocare praticamente gratis avendo il cavalluccio tatuato sul cuore. E se il secondo portiere di quest'anno, Luca Lewis, prende più del titolare della passata stagione, Nardi, significa che tutta la rosa costa molto di più. Fatti, non parole, da questo punto di vista.

Bene, benissimo, come dicono in America, in God we trust (che per i colti liceali diventa In hoc signo vinces e per gli statunitensi con radici europee alla Von Braun Gott mit uns). Però, fuori dal rettangolo verde, negli ultimi mesi sono suonati diversi campanelli d'allarme. Piccole cose, per carità, ma che varrebbe la pena approfondire.

Il primo campanello lo ha fatto suonare Paolo Morelli dalle colonne de Il Resto del Carlino lo scorso 29 maggio ((link) quando scrisse che i presidenti americani erano alla ricerca di nuovi soci per sistemare alcune pratiche, tra cui le fidejussioni per l'iscrizione al campionato e l'utilizzo di stadio e centri sportivi. Il Cesena rispose con una secca smentita (link) e a stretto giro di posta il quotidiano rivale del Carlino annunciò l'avvenuto deposito della fidejussione necessaria all'ascrizione al campionato. E vissero tutti felici e contenti e tempesta web contro Morelli e il Carlino.

Però non è finita qui, perchè si è poi scoperto che la fidejussione per l'utilizzo dell'Orogel Stadium e del Rognoni al 12 luglio in Comune non era ancora arrivata (link). A dare la notizia, guarda un po', ancora Il Resto del Carlino Cesena, l'indomani della pubblicazione di una velina societaria relativa al progetto di trasformazione del Manuzzi in un "playground" all'americana. Progetto che non deve essere piaciuto subito a Palazzo Albornoz. "Fideiussioni, cartellino giallo per il Cesena" e "Stadio, il Cesena finisce in fuorigioco". Il rischio paventato era addirittura quello della revoca della concessione, citando un caso analogo in città.

Ci spostiamo di qualche giorno: il co-presidente Lewis tramite un'altra velina fa sapere a tutti che entro fine luglio la Jrl Investement acquisterà il restante 40% del Cesena Fc dalla vecchia holding dei soci fondatori. L'ostentata sicurezza però non piace ai soci che non prendono bene le dichiarazioni di Lewis e la trattativa frena ulteriormente. Oggi il sempre vigile Paolo Morelli ci fa sapere che le parti sono ancora molto distanti tra loro.

In pratica all'atto della cessione del primo 60% le parti concordarono il passaggio di mano del restante 40% in due anni per 1,2 milioni di euro - secondo quanto rivelato da Morelli - a fronte di un investimento di 600 mila euro nello stesso lasso di tempo, da parte dei vecchi soci, in pubblicità nel Cesena Fc. Ora gli americani avrebbero cambiato le carte in tavola: "soli" 600 mila euro dopo un anno, cioè adesso, a fronte dello stesso investimento pubblicitario. In pratica vorrebbero il 40% gratis (o quasi).

Morelli rivela che Aiello si sarebbe incontrato con Manuzzi, rappresentante della holding, ma al momento sembra difficile che entro fine luglio si possa arrivare ad un accordo. 

E qui scatta la domanda: era davvero necessario accontentare così velocemente i vecchi soci anche a fronte delle problematiche con le fidejussioni? Lewis ed Aiello dovrebbero sapere - si spera che qualcuno li abbia avvertiti - che la Romagna non è gli Stati uniti (e per fortuna) e il modus operandi è assai diverso. Negli Usa ci si ferma solo se una temeraria Erin Brockovich ci si mette di mezzo, mentre i grandi progetti in Italia e in Romagna hanno tempi e modalità diverse. La mentalità è diversa, gli attori sono diversi, le regole del gioco sono diverse e i partiti al governo sono diversi.

Non basta far ripetere ai propri sodali che i rapporti con il sindaco sono ottimi: sembra strano doverlo ripetere ma le relazioni qui si costruiscono in altra maniera. Vedere il Cesena privato del proprio stadio per il campionato, o anche per una sola partita, sarebbe un'umiliazione insopportabile per i tifosi, la città e la storia bianconera. Sarebbe una sconfitta anche del Comune di Cesena, ovviamente. Per cui l'augurio è che Lewis ed Aiello possano mangiare abbastanza piadina (alta un dito), in fretta, per entrare al meglio nella mentalità romagnola e portarci dritti in serie B.