La crisi, i ristori e la riforma di legge: ecco le sfide della Lega Pro per il 2021

I ristori sono una vergogna, lo sport necessita di una nuova legge e quella attualmente in discussione è insufficiente. Ma per il 13 maggio la speranza si chiama Belluti.
31.12.2020 19:31 di  Stefano Severi   vedi letture
Francesco Ghirelli
Francesco Ghirelli

Il maestro Canello sta già spostando in avanti le lancette dell’orologio per accorciale la distanza che ci separa dal nuovo anno ed è tempo di pensare alle sfide principali che attendono il nostro Cesena, e più in generale del calcio italiano, in questo 2021 alle porte.

La crisi. La principale sfida è senza dubbio economica: come analizzato più volte l’impatto del Coronavirus in particolare sulla Lega Pro, che ha di fatto azzerato i ricavi aumentando i costi, è stato terrificante. A fronte di questo scenario ci sono squadre che continuano a spendere e spandere con bilanci da oltre 7 milioni di euro e, quasi tutte, siglano contratti faraonici come ai tempi andati. Il mercato degli ingaggi sembra quasi non aver risentito della crisi. E almeno un quarto (si parla di 14 squadre)  delle società di serie C è sull’orlo del fallimento. 

I ristori. Per questo la serie C, con in prima fila il presidente Ghirelli, sta facendo da tempo pressione sul Governo per ottenere sensibili sgravi fiscali o aiuti economici veri e propri. Il Resto del Carlino di ieri, mercoledì 30 dicembre, ha riportato alcune dichiarazioni del ministro dello Sport Spadafora secondo il quale sarebbero allo studio i cosiddetti “ristori” per la Lega Pro di Calcio. Ottenendo ovviamente l’approvazione di Ghirelli che già può contare sul credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni ma continua con questa campagna per ottenere ancora più aiuti, arrivando a coniare persino l’incredibile hashtag #salviamolosport.

Il fondo perduto. L’ironia di questo hashtag è davvero grande: lo sport, in particolare quello professionistico e semiprofessionistico, non si salva di certo con contributi a fondo perduto o defiscalizzazioni come richiesto dalla C e dallo stesso Cesena (lettera firmata dal presidente Corrado Augusto Patrignani in data 5 dicembre 2020). Lo sport non si salva in pratica gettando soldi in un grande buco nero: magari a Cesena le cose sono gestite in un certo modo ma non si può dire la stessa cosa per l’intera Lega Pro. In seconda battuta va rilevata l’inopportunità etica e morale di concedere ristori ad un settore come quello calcistico, minato da continui scandali e controlli insufficienti, mentre altri comparti produttivi in Italia ancora soffrono la carenza di aiuti governativi.

La via d’uscita. La via d’uscita per la Lega Pro e per salvare lo sport in generale passa per il Parlamento, chiamato necessariamente ad approvare una nuova legge di riforma di tutto il movimento. Tra le altre cose tale legge sarà necessaria anche per restituire al Coni quell’indipendenza dal potere governativo, conditio sine qua non per l’affiliazione al Cio, persa dai tempi di Pescante e aggravatasi sotto l’egida di Giorgetti

La legge. Al momento esiste già una proposta di legge alla quale ha lavorato anche l’ex ministro Valeria Fedeli (qui l'intervista), ma si tratta di una foglia di fico, un documento per il momento altamente insoddisfacente. Il testo è incentrato quasi esclusivamente sulla regolamentazione dei rapporti lavorativi per chi opera nel settore (di per sé importante) ma esclude ogni riferimento allo sport popolare e alla partecipazione dei tifosi, condizioni essenziali per dare trasparenza e credibilità al movimento.

La speranza. Antonella Bellutti, campionessa olimpica in pista e atleta valente in tante diverse discipline dall'atletica al bob, è candidata alla presidenza del Coni. Si voterà a Milano il 13 maggio 2021 per eleggere il successore di Giovanni Malagò. Ecco, la speranza per uno sport migliore nel 2021 è donna.