Bombonera, il racconto di una ragazza: "Ho avuto paura di chi avrebbe dovuto proteggermi"
Non si sono ancora spenti gli echi delle vicende post Italia-Ungheria, con la carica della polizia arrivata praticamente sin dentro il Bombonera, il famoso ritrovo dei tifosi bianconeri dietro la Curva Mare. In questi giorni sono usciti i comunicati sia della Curva Mare (qui il link) che dei gestori del Bombonera stesso (qui il link). Sulla pagina Facebook di TuttoCesena abbiamo inoltre pubblicato un paio di video testimonianze di chi era sul posto e ha vissuto in prima persona quei drammatici momenti (video 1 - video 2). Nonostante in un primo momento il sindaco di Cesena abbia ringraziato le forze dell'ordine per il servizio reso, la maggioranza dei tifosi sembra essere di differente avviso, come emerso dal sondaggio sul nostro canale Telegram (qui il link): quasi 9 tifosi su 10 appoggiano il comunicato della Mare anzichè la visione tutta "rose e fiori" del primo cittadino.
Il malumore dei tifosi, oltre che per la gestione dell'ordine pubblico nel suo complesso, è dovuto in gran parte ai fatti del Bombonera che hanno messo in pericolo tanti ignari avventori, ovviamente anche di sesso femminile. Abbiamo incontrato una di queste ragazze - che per ovvie ragioni resterà anonima - che martedì sera ha passato un brutto momento dietro la Curva Mare.
"Avevo seguito la partita dell'Italia alla Bombonera, in televisione - racconta - ed ero con un'amica nemmeno tifosa, non esperta di tematiche ultras. Stavamo bevendo qualcosa all'esterno della Bombo quando abbiamo visto arrivare la Polizia in assetto antisommossa a pochi passi dal locale e per prudenza ho detto alla mia amica di entrare nel locale, mentre io ho preso la mia birra e mi sono spostato ai lati della veranda, in attesa che la situazione si calmasse".
L'escalation: "All'improvviso invece tutto è degenerato - racconta la tifosa bianconera - ho visto alcuni ragazzi correre dentro al locale e dopo un secondo è arrivato questo muro di caschi e manganelli verso di me e verso il pub. A quel punto mi sono girata e al mio fianco avevo la finestra che dava sull'interno della Bombonera e dietro un muro con una porta chiusa: ero in trappola. Dove vado e cosa faccio? La prima reazione è stata quella di nascondermi sotto un tavolo, poi ho pensato che avrei avuto ancora meno possibilità di essere riconosciuta come donna e venire travolta, quindi mi sono alzata e messa di lato almeno per usare il tavolo stesso come protezione".
Richiami ignorati: "Qualcuno che era lì fuori con me ha anche provato a gridare che c'era una donna e di fare attenzione ma era come parlare al vento - ricorda - mi sarei aspettato almeno di essere lasciata uscire ma era come se non mi vedessero. Continuavano a venire avanti, erano praticamente dentro la Bombonera e nella veranda, quando uno dei gestori del locale è uscito per urlare contro di loro, dicendogli di andarsene visto che avevano già spaccato tutto e che quella era proprietà privata. Solo a quel punto le forze dell'ordine hanno cominciato ad indietreggiare".
Morale. "Sono stati cinque o sei minuti importanti, nei quali io ho avuto tanta paura, soprattutto ho avuto paura di persone che mi avrebbero dovuto proteggere dall'aver paura. Avevano occhio fisso e poi scudi e manganelli, come in un film: la mattina dopo mi son chiesta più volte se quella scena fosse successa veramente. Mi ha colpito proprio il fatto che a nessuno si fosse preoccupato della presenza di una donna, eravamo solo cinque o sei persone, non certo mille, e nessuno mi abbia detto di andare via. Incredibile e spaventoso".