Il trucidatore del Cavalluccio Colombo avvisa: “Cesena, sii te stesso! Non speculare sul risultato. E su Mercadante…”

L’ex allenatore di Monopoli e Pescara torna a parlare dell’impresa compiuta dai pugliesi negli scorsi play-off e si gode quelli attuali…
25.05.2023 07:00 di  Simone Donati   vedi letture
Il trucidatore del Cavalluccio Colombo avvisa: “Cesena, sii te stesso! Non speculare sul risultato. E su Mercadante…”
© foto di La Casa di C

Si avvicina l’esordio ai play-off per il Cesena e subito riaffiorano i ‘freschi’ ricordi delle dolorose eliminazioni patite negli anni passati. Rocambolesca la prima, contro il Matelica. Fragorosa la seconda, un anno dopo, con il Monopoli. Vero artefice di quell’impresa è senz’altro Alberto Colombo, il tecnico che sbancò anche (e soprattutto!) l’Orogel Stadium grazie un roboante 0-3, con cui ribaltò la sconfitta dell’andata. L’ex allenatore, tra le altre, del Vicenza prossimo avversario dei bianconeri, Südtirol, Reggiana, Monopoli appunto ed infine Pescara, attualmente gira l’Italia, facendo tappa in alcuni degli stadi in cui si stanno disputando i play-off. Si è offerto di ripercorrere con noi le ‘emozioni’ dell’anno scorso…

Mister, è difficile parlare di sport a fronte di quel che stanno vivendo tanti romagnoli da dieci giorni a questa parte…
“Esprimo tutta la mia vicinanza per quello che possa contare, perché è una tragedia che colpisce, in primo luogo delle persone, ed, in secondo luogo, una regione, tra turismo ed altre attività, trainante per le economie: questa combinazione di fattori non può non colpire. Poi, essendo da piccolo spesso venuto nella riviera adriatica a passare le vacanze, non può che essere più toccante per me quello che è successo… sono passati degli anni ed i ricordi con queste tragedie poi riaffiorano. Lo spirito che contraddistingue i romagnoli però è unico: anche nelle disgrazie, trovano sempre la forza, come molti italiani, ma con quel quid in più per voglia, simpatia e, soprattutto, visione positiva della vita, di cercare di risistemare tutto quello che è stato cancellato dall’alluvione”.

Veniamo al calcio. L’anno scorso il suo Monopoli eliminò il Cesena, compiendo un’autentica impresa. Quando si è reso conto di potercela fare?
“Già l’1-0 ha cambiato l’aspetto psicologico della partita: ricordo che siamo partiti bene e, dopo il vantaggio, ho visto una squadra che ha preso ancora più coscienza dei propri mezzi, ed un Cesena che magari non si aspettava una squadra del genere di fronte. Chiaramente, poi nel secondo tempo il rigore (e la conseguente espulsione di Nardi, ndr) ha agevolato il tutto. Mi aspettavo che il Cesena riproponesse gli stessi undici dell’andata, perché, nei primi venti minuti e nella parte finale, ci aveva messo in difficoltà, cercando poi di gestire il doppio vantaggio”.

Dal ‘suo’ Monopoli, il Cesena in estate acquista Mercadante. A fronte di qualche piccolo acciacco e gol mangiato di troppo, nel finale di stagione ha trovato spazio da esterno di centrocampo. Si aspettava questa sua evoluzione tattica?
“Mario nasce come terzino e, quando ne avevamo bisogno per sostituire Guiebre, lo ha fatto anche a Monopoli. Perché ha una certa capacità di spingere e ti garantisce un po’ di copertura. È un giocatore che sa come muoversi ai lati del campo. Mario è un giocatore che ha fame, che non si accontenta mai di quello che ha… a tal proposito, posso svelare un aneddoto…”

Prego.
“All’inizio della scorsa stagione, lui era il capitano ed era a scadenza di contratto: non venne in ritiro, perché legittimamente si aspettava, dopo delle stagioni positive, qualcosa di più. Ma, vedendo che le promesse che gli erano state fatte non si sono concretizzate, si è aggregato al gruppo ed ha dovuto riprendere tutti quei benefit che si era guadagnato in precedenza, perché io ho interpretato la sua decisione di rimanere in Puglia come una scelta di ripiego. Si è dimostrato un grande uomo di spogliatoio e ha fatto un’annata straordinaria, facendo nove gol fino ai play-off”.

Ad inizio stagione viene chiamato sulla panchina del Pescara, salvo poi dimettersi a fine febbraio. A distanza di tempo, ci dica: il Pescara può vincere i play-off?
“Il primo turno, che siano gli ottavi o i quarti, è molto complicato per qualunque squadra. Affronti avversari più rodati sebbene forse più stanchi. Poi, negli ultimi minuti, chi deve gestire il risultato si abbassa un attimo, ed invece, chi deve provare il tutto per tutto, abbandona gli ormeggi e magari riesce a trovare la soluzione vincente. Il Pescara ha delle buone qualità, però è chiaro che Cesena, Crotone e Pordenone sulla carta sono superiori, e con queste l’Entella forse se la può giocare… gli altri magari sono leggermente un gradino sotto, ma la condizione ed il momento sono determinanti”.

Il suo addio al Delfino è arrivato in occasione della sconfitta con l’Audace Cerignola, estromessa pochi giorni fa dal Foggia. Si aspettava la rimonta?
“Non mi aspettavo assolutamente il ribaltone, perché il Cerignola aveva dimostrato di essere in buona salute ed è molto ben organizzata nella fase difensiva, ha un grande atteggiamento nella riconquista della palla e, nelle transazioni offensive, è una squadra di primo livello per quello che sa fare… però il Foggia ha delle qualità ed ha compiuto un’impresa quasi storica”.

Rimanendo nel Girone C, quali sono i punti di forza e quali i punti deboli del Crotone?
“Il Crotone è una squadra che ha giocatori che hanno fatto la Serie B fino all’anno scorso, soprattutto la coppia di difensori centrali (Cuomo e Golemic, ndr). Poi, in attacco ha Chiricò, un giocatore che sposta gli equilibri… pur sapendo tutti che rientra sempre sul sinistro per calciare o fornire assist, diventa immarcabile anche se posto sotto raddoppio. Il Crotone ha dimostrato molto spesso di viaggiare con le individualità, a volte può pagare. Questo almeno accadeva con Lerda: ora con Zauli non so se riuscirà ad essere un pò più omogeneo il gioco e meno basato su Chiricò”.

Se lei dovesse affrontare questo sabato il Cesena, di quale giocatore priverebbe i romagnoli?
“Ce ne sono tanti… vedo in De Rose il giocatore determinante per gli equilibri. Riesce a dare la giusta personalità ai compagni più giovani. Però penso pure ai gemelli Shpendi, a Corazza… Potrebbe pure esserci l’esplosione di Ferrante, che mi pare abbia passato un periodo non positivo: magari ora riuscirà a dare un grande contributo. Dopodiché io conosco Chiarello, perché l’ho avuto come giocatore ad Alessandria: un giocatore molto intelligente e che può essere utile. Mi ripeto: nel Cesena ce ne sono davvero tanti!”

Qualche anno fa (stagione 2017-18) ha allenato pure il Vicenza. Nonostante un’annata complicata, i berici si sono portati a casa la Coppa Italia Serie C ed ora sono più vivi che mai…
“Lo scorso giovedì ero proprio a Sesto San Giovanni a vedere il Lanerossi… Una squadra che, sulla carta, è tra le favorite ma l’ho vista un po’ in difficoltà. Nella gara di ritorno ha legittimato il passaggio del turno per la forza che ha. A dir la verità, fra le otto rimaste, credo che la ‘cenerentola’ sia il Lecco: può dare fastidio, ma è chiaro che tutte le altre sono squadre che potevano pensare di arrivare fino a questo punto”.

Qual è l’errore che una squadra ai play-off non dovrebbe mai commettere?
“Difficile dirlo, perché bisogna essere dentro… sicuramente non legarsi al vantaggio del risultato: so che non è facile non pensare di lucrare sul risultato, ma bisogna cercare di giocare la partita come fatto per l’intera stagione, cioè essere sé stessi”.