CESENA IN SERIE B GIÀ TRA UN ANNO?

I soldi e l’esperienza non sono tutto. Per vincere servono (anche) fortuna e baby alla…Berti. Gli esoneri? Pagano, almeno in Serie C. Mercato? Ecco qualche (più o meno) succosa news…
02.06.2022 16:05 di  Flavio Bertozzi   vedi letture
CESENA IN SERIE B GIÀ TRA UN ANNO?

Chi vince festeggia, chi perde spiega. Lo diceva Julio Velasco. Lo ripeto pure io. Che quando sotto l’ombrellone leggo certe interviste in salsa bianconera post season mi scappa da ridere. O meglio, mi parte subito un conato di vomito. Perché dopo una vergognosa eliminazione ai play-off maturata con il Monopoli, secondo me, bisognerebbe starsene zitti per almeno tre mesi. Meglio quattro. Anche cinque. Ma vabbè, ormai è inutile riesumare ancora questa ennesima Grande Vergogna che ha distrutto i sogni di gloria della ‘vera’ Romagna. Molto meglio pensare al futuro. Al Cesena che verrà. Al nuovo campionato di Serie C. A tre semplici ‘regoline’ che, in vista della prossima stagione, gli Americani dovranno tenere bene a mente. Perché i tempi dei ‘lo lo lo lo lo lo lo lo lo lo lo’ cantati anche dopo i 4-0 beccati in trasferta, non torneranno più. Mai più. Adesso a Cesena la pazienza dei tifosi è finita. E si fa sul serio. Per fortuna, fatemi aggiungere.

1 – SULLA GRATICOLA – Mi sbilancio subito: secondo me Agostini & Friends, portandosi a casa mister Toscano, hanno fatto cosa buona e giusta. Vabbè, non fatemi dire sempre le stesse cose: io sarei ripartito da Bisoli o da Castori. Ma visto che i miei due miti hanno altri progetti, e visto che la prima scelta Liverani ha detto gentilmente di no agli Americani, ben venga il verace Mimmo Calabrese. Che sa già bene che in Romagna dovrà partire forte, fortissimo. Che sa già bene che in Romagna dovrà lottare per la B sino alla fine. Ah, a proposito di lotta per la B. Guardate le due finaliste dei play-off  2021-22: sia Palermo e che Padova, in panca, hanno un allenatore subentrato a stagione in corso (rispettivamente Baldini per i siciliani e Oddo per i veneti). Della serie: chi afferma che mandare via un allenatore quando si è secondi (o terzi, o quarti) in classifica sia una cosa da evitare, dice una boiata pazzesca. Ecco perché forse, il già defenestratissimo (e già smaronatissimo) Viali, era da cacciare via il giorno di San Valentino. Dopo il 3-3 interno col Grosseto. Ecco perché in futuro, nella sciagurata ipotesi in cui Toscano non dovesse ‘girare’ in Romagna, nella stanza dei bottoni bianconeri, si dovrà seriamente ragionare sul ribaltone al timone di comando della squadra. Perché se non si va in B entro due anni, signori miei, qui è un macello.

2 – ROMPETE LE… RUGHE – Sotto le ceneri di un’apparente tranquillità, il trio Toscano-Stefanelli-Agostini, è più che mai al lavoro per costruire un Cesena da piani alti. Anzi, altissimi. Il nuovo Cavalluccio sarà infarcito di vecchi califfi (sul fronte bomber sono già stati contattati Corazza dell’Alessandria e Magnaghi del Pontedera, della Reggina piacciono da matti il centrocampista Bianchi e il difensore Loiacono). Vecchi califfi, sì. Perché in Serie C, signori miei, l’esperienza conta parecchio. Attenzione, però. Anche la storia recentissima del Cesena ci insegna che non ci si può affidare solo all’esperienza: Viali – lo dicono i numeri – nel 2022 ha visto crollare la sua media punti proprio quando ha deciso di togliere spazio ai baby. Ecco, bisognerà farne tesoro di questa cosa. E ricordarsi sempre che, i campionati, si vincono anche con la freschezza atletica. Con la gioventù. Che a me, sentire dire in giro che Berti – un centrocampista poliedrico di sicuro avvenire, di proprietà del Cesena, per giunta con il Cavalluccio tatuato sul cuore – al momento non è considerato un incedibile (lo seguono il ‘solito’ Milan, l’Empoli, il Sassuolo, il Venezia e la Cremonese), mi girano un po’ i maroni. Suvvia, diamogli spazio a Berti. Diamogli spazio a questo golden boy che, nei mesi scorsi, è stato più volte umiliato da Viali. E magari, visto che ci siamo, per il nuovo Cesena dei Grandi non scordiamoci neppure dei gemelli Shpendi. Altri due gioielli di famiglia. Per loro due non chiedo mica una maglia da titolare. Ma ‘semplicemente’ sprazzi di visibilità.

3 – NON SOLO DOLLARI – Il calcio, come la vita, non è un’equazione perfetta. Non sempre vince la squadra accessoriata di un super-budget. Per informazioni citofonare (anche) all’ultima Reggiana. All’ultimo Pescara. Alla Cremonese di qualche anno fa. Al famoso Lecce pre-Liverani. O, facendo un veloce salto in Serie A, alla vecchia Inter di Moratti. Che riuscì – ricordate, vero? – a vincere lo Scudetto ‘soltanto’ dopo una valanga di costosissimi flop. Ecco sì, i soldi sono importanti. Ma non sono tutto. Per poter uscire dalla palude della Serie C serve avere anche un allenatore scafato già laureato in promozioni (Toscano lo è), una piazza senza eccessive pressioni (Cesena lo è), una robusta dose di culo (Viali l’aveva il culo, anche se poi…) e un gruppo solido. Affiatato. Ah, a proposito di gruppo. A Cesena al 99,99% si ripartirà ancora da Pierini. Anche Ciofi, salvo offerte irrinunciabili (lo seguono già Parma, Pordenone, Vicenza e Reggiana), resterà in riva al Savio. Toscano vuole con se sia Mulè che Candela (in vista due nuovi prestiti?). Al di là delle solite dichiarazioni di facciata, il club farà di tutto per sbarazzarsi del super ingaggio di Caturano (rescissione con buonuscita all’orizzonte?). Valigie pronte anche per Gonnelli. Bortolussi nel 2022 ha fatto rima con nebulosa, ma visto anche il suo recente deprezzamento economico (se lo vendi ora non prendi più di 250mila euro), potrebbe restare. Assieme a Frieser e Steffè. Favale ha tanti (troppi) estimatori. Titoli di coda per Nardi, che io però terrei come secondo. E per il ‘silenziatore’ Ardizzone, che io vedrei bene nel nuovo Rimini.