Volta: “Il mio Cesena. Tra trionfi, tonfi, risate, lacrime, scherzi e pannoloni…”
Amarcord strappalacrime, risate gustose, pronostici al gusto (anche) di play-off. Signore e signori, riecco a voi l’ex Cesena (ma anche ex Sampdoria) Massimo Volta. Uno dei giocatori più amati dell’ultimo trentennio bianconero…
Volta, se le dico Cesena cosa le viene subito in mente?
“Il Manuzzi. Quello stadio fantastico. Quella curva da urlo. Quel pubblico meraviglioso che sa trascinarti dal primo all’ultimo minuto…”
Il suo ricordo più bello ‘targato’ Cavalluccio?
“Non ho dubbi: Piacenza 2010. Quel pomeriggio di fine maggio, al Garilli, ho toccato il cielo con un dito…”
Su quella calda domenica vissuta in terra emiliana si potrebbe scrivere un libro intero…
“A fine gara (dopo che il Cesena aveva regolato per 1-0 la band di Ficcadenti, ndr) eravamo tutti in mezzo al campo, ad aspettare la fine di Padova-Brescia. Una volta che Treossi ci comunicò che all’Euganeo la partita era finita (Brescia sconfitto e 2° posto assicurato, ndr), scoppiò il finimondo…”
Brividi. Brividi bianconeri.
“A casa mia, dentro un cassetto, ho ancora un album con le fotografie di Calbucci (storico fotografo del Cesena, ndr) di quella partita. Ogni tanto lo vado a ritirare fuori, quell’album. E così torno ed emozionarmi. A rivivere quei momenti…”
Lei, quattro anni dopo la FestA di Piacenza, a Cesena riuscì a raccogliere un altro trionfo.
“Quello di Latina 2014 è sicuramente un altro ricordo indimenticabile. Promozione sofferta, quella. Soffertissima. Arrivata al termine di una stagione non proprio ‘facilissima’. Ripenso spesso a quella doppia finale play-off pregna di tensioni e di veleni…”
Al Manuzzi, nella gara 1, il Cesena riuscì a spuntarla. Grazie anche a un suo gol.
“Vincemmo noi per 2-1. Ma il Latina era davvero un avversario ostico. Rognoso. Lo ammetto candidamente: avevamo una gran paura di non farcela. Tre giorni dopo andammo al Francioni con il… pannolone. A loro, per andare in A, bastava un semplice 1-0…”
Bruno, quel gol, lo segnò nel primo tempo…
“Bisoli, nell’intervallo di quel match, ce ne disse di tutti i colori. Era incazzato nero. Nero. In quel quarto d’ora ci vomitò addosso ogni tipo di critica. Le sue parole, però, riuscirono a darci la scossa giusta. Il finale di quella meravigliosa storia lo conoscete tutti…”
Il ricordo più brutto legato alle sue (dis)avventure in riva al Savio?
“Quella maledetta sconfitta per 3-2 maturata a Bergamo nel 2014 con l’Atalanta è ancora una ferita aperta…”
Qualcuno, anche a distanza di anni, continua a ripetere che quella volta il Cesena giocò contro Bisoli. Volevate il suo esonero…
“Cazzate! Solo cazzate! Ma io dico: come si fa a credere a simili idiozie?!? Non diciamo stronzate: quella volta a Bergamo abbiamo perso ‘semplicemente’ perché siamo stati dei polli. Quella squadra aveva tante lacune. Troppe lacune. Tecniche e mentali…”
Ed infatti, anche con Di Carlo in panca, per voi le cose continuarono ad andare male. Malissimo.
“Retrocessione annunciatissima, quella. E, aggiungo io, pure meritatissima. Ripeto: quella rosa non era da Serie A…”
Lei, a Cesena, è ricordato non soltanto per la sua grinta. Per il suo attaccamento alla maglia. Ma anche per la sua simpatia…
“Mi è sempre piaciuto prendere la vita come viene, sdrammatizzare ogni tipo di situazione, fare battute a ripetizione…”
E fare scherzi da caserma al ‘povero’ De Feudis…
“Vero (risata, ndr). Ma non ero il solo a fare gli scherzi al mitico Conte. Eravamo un bel gruppetto. Con me c’erano anche Coppola, Capelli, Tabanelli, Succi…”
Un curioso siparietto legato all’inarrivabile Conte di Bollate?
“Un giorno, subito dopo una doccia post-allenamento a Villa Silvia, a De Feudis gli abbiamo rubato tutti i vestiti. Beppe è andato fuori di testa, ha girato in lungo e in largo tutti gli spogliatoi, completamente nudo. Poi ha ritrovato i panni in mezzo al…campo. Appesi alle sagome di plastica che si usano quando si provano le punizioni…”
Ora voltiamo decisamente pagina. Domenica prossima c’è Cesena-Sampdoria. Lo sa, vero?
“Lo so, lo so. Gara da tripla, questa. Gara dove può succedere di tutto. Sia i bianconeri che i blucerchiati sono reduci da due ko e cercheranno di rimettersi subito in carreggiata. Prevedo una gara ricca di gol. Con la speranza ovviamente di vedere vincere il ‘mio’ Cesena…”
…anche se lei, in carriera, ha disputato pure due stagioni alla Sampdoria.
“Nel 2010-11, a Genova, ho raggiunto il momento più alto della mia carriera. Riuscendo ad esordire pure in Champions League (nei preliminari persi con il Werder Brema, ndr). In quella stagione, la nostra prima parte di campionato, fu buona. Poi però a gennaio la Samp decise di lasciare andare via Cassano e Pazzini. E per noi cominciò l’incubo…”
A Genova, sponda doriana, stanno ancora male per colpa quell’abominevole retrocessione…
“Brutta botta, quella (sospirone, ndr). Per fortuna che poi, un anno dopo, riuscimmo a tornare prontamente in Serie A…”
Mi dica qualcosa di più sul Cesena di oggi?
“Bertozzi, che ti posso dire? Che secondo me, Mignani, è un buon allenatore. Un allenatore da… Cesena. Secondo me, per una matricola come il Cesena, 11 punti dopo 8 gare sono un buon bottino. Ora bisogna continuare su questa strada…”
Tra i giocatori bianconeri chi apprezza di più?
“Shpendi è davvero forte. Oserei dire un predestinato. Berti ha classe da vendere, pure lui mi piace molto. E poi c’è Antonucci. Che ha un grande talento. Gli manca però ancora la giusta continuità, mi auguro che Cesena possa rappresentare il suo definitivo trampolino di lancio…”
Dove può arrivare questo Cesena?
“La priorità deve essere la salvezza. Anche se, secondo me, in Romagna ci sono tutte le carte in regola per puntare ai play-off. Se tutto fila per il verso giusto e si lima qualche difettuccio di dietro…”
E lei, a 37 anni suonati, a cosa punta?
“Gioco ancora, eh. Nel Carpenedolo. Eccellenza lombarda. Sono reduce da un lungo stop ai box (per colpa della rottura di un crociato, ndr), ma ora sto bene e finché mi diverto vado avanti. Vediamo se riusciamo a vincere il campionato. Non sono più un ragazzino, ma non mi pongo limiti…”